|  |   Erano  i primi di Maggio e già erano passate un paio di settimane …  Era  tardo pomeriggio, quando Françoise si sedette in un noto bar di  Tokyo ad aspettare  Albert e Seven. Il  sole stava cominciando a tramontare  e lei rimase incantata ad  osservare quella sfera incandescente, che lentamente si nascondeva  dietro agli alti grattacieli della capitale.
 Un  bip la distrasse da quel panorama:   - Scusa, siamo 10 minuti in  ritardo. Albert. -
 Françoise  lesse il messaggio e sospirò … ritornò con la mente alla giornata  appena trascorsa e si fermò a riflettere un attimo: quella mattina  aveva chiesto ad Albert se poteva accompagnarla in centro, aveva  voglia di fare una passeggiata nel Parco di Ueno, sotto i ciliegi in  fiore.
 Da  quando si era trasferita in Giappone, aveva imparato ad apprezzare  numerose tradizioni della cultura del Sol Levante e tra queste in  particolare l’Hanami.Hanami,  letteralmente significa “ammirare i fiori” ed è la tradizionale  usanza giapponese di godere della bellezza della fioritura  primaverile degli alberi, in particolare di quella dei ciliegi da  fiore, i Sakura. Il  fiore del ciliegio, la sua delicatezza, la brevità della sua  esistenza sono per i giapponesi il simbolo della fragilità, ma anche  della rinascita, della bellezza dell'esistenza.
 Françoise  aveva passato buona parte del giorno, nel parco, a camminare sotto i  sakura in fiore e a respirare il loro delicato profumo, quel giorno  aveva bisogno di starsene da sola a riflettere …
 Verso  l’ora di pranzo si fermò a prendere un tramezzino e un tè in un  bar vicino al parco, si mise a sedere e cominciò ad osservare il  cielo azzurro e gli enormi alberi di ciliegio rosa pallido che si  stagliavano alti in cielo. Assorta  nei suoi pensieri, non si accorse del giovane uomo che la stava  osservando da un tavolo vicino. Era  giovane, sui trent’anni, alto e moro, dai lineamenti orientali,  vestito con un elegante completo nero e un paio di occhiali da sole. Lui  continuò ad osservarla da sotto gli occhiali per parecchi minuti,  poi si alzò e si avvicinò a lei:
 -  Buongiorno … -  le disse
 Françoise  si riscosse dai suoi pensieri, qualcuno l’aveva salutata, la voce  che era giunta alle sue orecchie le era sconosciuta, ed era molto  decisa e virile. Si  voltò nella direzione della voce e si trovò di fronte il tipo molto  elegante che la osservava sorridendo. Lo  guardò un attimo e pensò se per caso si conoscessero.
 L’uomo,  notando lo sguardo perplesso della ragazza, si tolse gli occhiali e  si presentò:
 -  Piacere, il mio nome è Kami Kuro-kawa. 1-  le porse la  mano, sfoderando un sorriso sicuro e sensuale allo stesso tempo.
 Esitò  un attimo, ma poi anche Françoise si presentò, dandogli la mano: -  Piacere … Il mio nome è Françoise Arnoul.-
 Kami  continuava a guardarla fisso e Françoise cominciò a sentirsi a  disagio, lui se ne accorse e si scusò immediatamente.
 -  Scusami, non volevo farti sentire a disagio … Posso accomodarmi? -
 Françoise  gli fece cenno con la testa di sì.
 Kami  si accomodò di fronte a lei e guardandola negli occhi continuò a  parlare:
 -  Sono un fotografo di moda. Sono qui in Giappone per un importante  reportage fotografico, per la nuova collezione di abiti di una nota  stilista giapponese.-
 Françoise  lo guardò senza dire una parola, continuava a non capire perché  quell’uomo si fosse avvicinato a lei.
 Kami  sembrò capire i suoi pensieri : -  Immagino che ti starai chiedendo perché mi sono avvicinato a te …  beh, vedi … io ho a che fare con donne bellissime,eteree, bambole  di porcellana perfette, ma senza anima. Per questo reportage però ho  bisogno di una modella che esca fuori da questi standard, che sia  ghiaccio e fuoco allo stesso tempo. Come forse hai potuto intuire, è  una collezione molto particolare, che esula dalle solite banali  collezioni. La stilista ha saputo mescolare e dosare perfettamente  luce ed oscurità, innocenza e malizia, purezza e lussuria. Un  delicato equilibrio che non è alla portata di tutti. E’ molto  facile cadere nella volgarità e nel cattivo gusto in situazioni come  queste … -   l’uomo lasciò cadere nel vuoto l’ultima frase.
 Françoise  continuava a guardarlo e a chiedersi perché stesse raccontando  quelle cose proprio a lei.
 Kami  sorrise un attimo, sembrava che capisse i suoi pensieri e continuò:  -  Venendo al punto: io penso che tu saresti perfetta per questa  collezione.-
 Françoise  spalancò gli occhi e la sua espressione passò dall’incredulo  all’imbarazzato in pochi istanti.
 -  Come, scusa?!? –
 Le  parole le uscirono dalla bocca senza preavviso: la sua bocca aveva  corso più del suo cervello.
 Kami  senza un minimo di esitazione continuò:
 -  Non sto scherzando. Penso che tu sia perfetta per questa collezione.  Ho parecchi anni di esperienza sulle spalle e ormai so riconoscere ad  occhi chiusi cosa si sposa perfettamente tra di sé. –
 Sembrava  molto deciso e sicuro di quello che stava dicendo, forse anche troppo  …
 Françoise,  invece, si sentiva al contrario molto insicura e imbarazzata.
 Kami  tirò fuori, dal taschino interno della giacca un biglietto da visita  e una penna, dietro al biglietto scrisse un indirizzo, la data e  un’ora, poi, glielo porse dicendole di non mancare : lui l’avrebbe  aspettata lì!Detto  ciò, si rimise gli occhiali e si alzò andandosene via, salutandola  con un cenno della mano.
 Françoise  rimase allibita e perplessa … incredula di fronte a quello che era  successo. Rimase seduta, a lungo, con quel biglietto fra le dita,  guardando e riguardando il piccolo pezzo di carta. Senza  accorgersene si era fatto tardi e a ricordarglielo fu il messaggio di  Albert che le diceva in che punto trovarsi e che con lui  c’era  anche Seven. Avendo  paura di fare tardi si incamminò di passo svelto verso il punto di  ritrovo, dimenticando per un attimo quello strano incontro.
 Arrivò  in anticipo e si mise a sedere ad un tavolo del bar. Si perse a  guardare il tramonto e le sfuggì un sussurro:
 -  … ghiaccio e fuoco … -
 Tutto  questo le passò per la mente in quei dieci minuti in cui aspettò i  suoi amici.
 Albert  e Seven arrivarono scusandosi per via del ritardo.
 Seven  si scusò in prima persona, perché il ritardo era avvenuto per colpa  sua:
 -  Scusaci Françoise! E’ stata tutta colpa mia ! Mentre salivo in  auto ho avuto un piccolo disguido … -. E mentre lo diceva, la sua  faccia si colorò di rosso.
 Albert  lo canzonò:   -  Sì,certo…! Un piccolissimo disguido …! Si dice così, ora?! Sai,  Seven : si dice che, se ti metti un vestito troppo stretto è ovvio  che questo si strappi …! –
 Seven  si sentii sprofondare nel pavimento per la vergogna, ma prima di  venire inghiottito dalle profondità terrene, mugolò contro Albert:
 -  Certo che te lo potevi risparmiare di fronte a Françoise i dettagli  …-
 Udendo  ciò, Françoise e Albert si misero a ridere di fronte a Seven  completamente imbarazzato!Mentre  tornavano in auto verso la base, i ragazzi chiesero a Françoise come  fosse andata la giornata e lei, in modo molto vago e laconico,  rispose che era andata bene.
 Non  aggiunse altro … neanche un accenno a Kami.
 Ad  Albert sembrò strano il suo atteggiamento : era assente e  pensierosa.
 
 
 Ormai  erano passati parecchi giorni da quell’ultima missione, eppure,  Françoise, tendeva ad essere stranamente assente. Spesso  se ne stava chiusa in camera sua ad ascoltare musica o a leggere e  sembrava gradire poco la compagnia degli altri, tuttavia, non era  detto che il suo comportamento fosse legato a quello che era successo  …
 Arrivati  alla base che era già ora di cena, Françoise, Albert e Seven si  diressero in cucina, pensando di essere in ritardo e che, ormai, il  pasto fosse pronto e servito a tavola, invece, in cucina c’erano  Jet e Joe che stavano guardando sconsolati, con il sopracciglio  inarcato, il frigorifero.
 Jet  si accorse dell’arrivo degli altri e si voltò con un grande  sorriso verso di loro:
 -  Ottimo! Siete tornati! Stavamo morendo di fame … Françoise, puoi  cucinare qualcosa, per favore grazie! –
 Il  discorso di Jet, più che una gentile richiesta, sembrava un ordine  categorico.
 Questa  volta, fu il turno di Françoise  di inarcare il sopracciglio,  tuttavia, se voleva mangiare era meglio che si rimboccasse le maniche  e si mettesse a preparare la cena.
 Albert  guardò Jet in malo modo, poi si rivolse a Françoise dicendole che  le avrebbe dato una mano a cucinare.
 Jet  fece finta di niente e si mise a sedere a tavola, aspettando la cena.
 Gli  altri lo guardarono tutti di sbieco: in certi momenti era veramente  irriverente!
 Anche  Seven e Joe diedero una mano in cucina per velocizzare i tempi.
 Alla  fine la cena fu messa in tavola.
 Seven  tentò di fare un complimento a Françoise, che aveva preparato la  cena, ma quello che ne venne fuori non fu proprio un complimento:
 -  Françoise, hai preparato una cena buonissima! Sei veramente una  brava donnina di casa! –
 All’affermazione  infelice di Seven alzarono tutti lo sguardo, guardando verso  l’interessata
 Françoise  non fece una piega e concluse l’imbarazzante situazione con un:  -  Ne sono felice! -   si alzò e cominciò a sparecchiare la tavola e  mentre lo faceva, pensò che tra lei e Cenerentola ci correva solo la  cenere, sospirò lievemente e si impose di far finta di niente.
 Seven  si sentii sprofondare, nuovamente, nell’oscurità del terreno, ma  la serata era ancora lunga e questo non lo sapeva.
 Il  discorso che emerse in seguito, fu la ciliegina sulla torta e fu  anche la goccia che fece traboccare il vaso … il vaso di Pandora.
 Jet  cominciò a prendere in giro Seven per il disguido del pomeriggio:  -  Seven, ma come ti è venuta in mente un’idea del genere?! Vestirti  in tiro, con un completo che ti strizzava come un salame! Ma su chi  pensavi di fare colpo?! –
 Mentre  Jet se la rideva, Joe iniziò a guardarlo con aria di rimprovero, ora  stava esagerando.
 Joe  pensò, che già il modo in cui si era appellato prima a Françoise  era inaccettabile e che era ora di farlo calmare, fece per aprire  bocca per riprenderlo, ma Jet fu più veloce di lui:
 -   Seven, è inutile. Tu non puoi emulare Joe, non sei cool come lui!!  Non pensavi mica di fare colpo su qualche principessa, venuta da chi  sa dove?! Sai, quello è prerogativa di Joe! Solo lui, si ritrova le  principesse in auto, pronte a cadergli ai piedi al primo sguardo …  -
 Ci  fu un attimo di silenzio generale, a Joe mancò il respiro, Albert si  gelò sul posto, Seven fu inghiottito totalmente dalle tenebre  terrene, e Françoise … Françoise sembrò non aver sentito neanche  volare una mosca, ma in realtà sentii una forte fitta al petto,  all’altezza del cuore.
 Joe  interruppe il monologo di Jet:
 -  Ora basta! Jet, finiscila di prendere in giro Seven! Il gioco è  bello finché dura poco -  il tono di voce di Joe non dava spazio a  repliche: era stato categorico.
 La  serata si concluse in un silenzio generale.
 Françoise  terminò di mettere a posto la cucina e diede la buona notte a tutti,  nonostante fosse ancora presto, adducendo la scusa che era stanca  della camminata del giorno.
 Arrivata  in camera, chiuse la porta dietro di sé, si appoggiò alla porta e  si fermò a rifletter su come si sentiva.
 Alzò  lo sguardo verso la parete di fronte a lei e vide la sua immagine  riflessa nello specchio.
 Si  guardò: era proprio lei quella che vedeva nello specchio? …  Sembrava  una canzone senza melodia, un quadro senza  colori, una  voce senza timbro … eppure, c’era un tempo che guardandosi allo  specchio si reputava carina … da cosa era derivata tutta quella  insicurezza? E quella bassa stima di sé? … In cuor suo sapeva chi  era riuscito a fare questo, chi era la persona che l’aveva resa  così insicura di se stessa … ma non riusciva ad accettare la cosa.
 Non  voleva ammettere che un’altra donna l’avesse resa così fragile.
 Si  guardò di nuovo nello specchio e invece di vedere la sua immagine,  vide il riflesso della principessa Caterina: così bella, radiosa e  spensierata, ribelle e innocente allo stesso tempo, sicura di sé,  coraggiosa e sfrontata, lei non aveva paura di prendersi ciò che  voleva.Françoise  chiuse gli occhi e li riaprì, rivide la sua immagine nello specchio  e decise di accettare la sfida con sé stessa: sarebbe diventata  ghiaccio e fuoco allo stesso tempo, era una promessa, avrebbe  dimostrato di non essere la piccola e sfortunata Cenerentola, si  sarebbe preso il suo lieto fine.
 Il  vaso di Pandora aveva appena cominciato ad aprirsi ed il vero dolore  doveva ancora fluire nelle vene di Françoise.Arrivò  il giorno dell’appuntamento e Françoise tremava all’idea della  strada che aveva deciso di intraprendere: da quella decisione sarebbe  nata una nuova lei, ma a quale prezzo?
 Con  una scusa banale si fece accompagnare da Albert in città.
 Non  aveva detto niente a nessuno: nessuno sapeva di Kami e della proposta  che le aveva fatto e in realtà nessuno lo doveva sapere, finché non  avesse intrapreso la sua decisione in modo definitivo. Gli  altri non avrebbero capito e probabilmente l’avrebbero derisa,  dicendole che non ne sarebbe stata all’altezza.
 Françoise  si trovò di fronte all’indirizzo scritto sul biglietto da visita.
 Era  quasi l’ora dell’incontro e lei sentiva le gambe tremare: era  paura? Si fece coraggio ed entrò nel palazzo.
 L’indirizzo  indicatole era quello di un enorme grattacielo ricoperto di vetri a  specchio.
 Nella  hall, molto raffinata ed elegante, trovò la receptionist a cui  spiegò di avere un appuntamento con il signor Kuro-kawa.
 La  signorina sapeva già dell’appuntamento:
 -  Signorina Arnoul, il signor Kuro-kawa mi aveva già avvisata del suo  arrivo. Prego, le faccio vedere dove andare -   la signorina  l’accompagnò all’ascensore e le indicò il piano su cui doveva  salire   - L’ufficio del signor Kuro-kawa si trova al 26’ piano!  -
 Françoise  spinse il bottone numero 26 e il suo destino iniziò definitivamente  a cambiare …
 Arrivata  a destinazione, una ragazza, probabilmente l’assistente del signor  Kuro-kawa, le andò incontro e l’accompagnò verso un ufficio con  delle porte in vetro opache:
 -  Prego signorina Arnoul. Il signor Kuro-kawa la sta aspettando –    dicendo così, le aprì la porta del lussuoso ufficio.
 Seduto  ad un tavolo di cristallo vi era Kami, intento a guardare dei fogli.
 Era  un ufficio molto grande e raffinato: poltrone e divano in pelle color  ghiaccio, delle librerie in ebano con raccoglitori di pelle, quadri  di foto che ritraevano volti di donna e luoghi lontani. Alle  sue spalle si poteva vedere una vista di Tokyo che avrebbe tolto il  fiato a chiunque.
 Appena  Françoise entrò nella stanza, Kami alzò lo sguardo dai fogli e le  sorrise. Dalla sua espressione sembrava proprio che stesse aspettando  il suo arrivo, anzi, ne era sicuro.
 -  Ben arrivata Françoise!Ti stavo aspettando con ansia! –
 Kami,  dicendo ciò, si alzò e le andò incontro.
 Françoise  rimase senza parole di fronte alla sua sicurezza, tentò di  nascondere il suo stupore e gli rispose salutandolo con un sorriso.
 Lui,  intanto, continuò a parlare:
 -  Mentre ti aspettavo, stavo organizzando il tuo programma per la  giornata! Oggi sarà un giorno molto impegnativo: avrai l’incontro  con il parrucchiere, la manicure, il truccatore e il fashion stylist.  A fine serata incontrerai a cena, in una serata di gala per la  presentazione della collezione, Akiko, la stilista per cui poserai e  sfilerai -
 Françoise  fu travolta da quel fiume di parole e sentì come se la terra sotto i  piedi le scivolasse via. Le  girava già la testa e ancora doveva cominciare tutto.
 Kami,  notando il suo stordimento, la fece accomodare sul divano, si sedette  accanto a lei e con uno sguardo sensuale e sicuro la rassicurò:
 -  Vedrai che sarà tutto molto semplice e filerà tutto liscio, e poi …  ci sarò io accanto a te! –
 Mentre  l’uomo faceva questa ultima affermazione, si avvicinò a lei,  guardandola dritta negli occhi.
 -  Sei pronta per diventare ghiaccio e fuoco? -
 Françoise  si riscosse da quel torpore in cui era caduta e rispose con  sicurezza, sostenendo lo sguardo dell’uomo:
 -  Sì. Sono pronta a diventarlo -
 Tutto  quello che avvenne nelle ore successive, fu un uragano di emozioni e  sensazioni che non aveva mai provato. Kami  l’accompagnava lui stesso nei vari luoghi e appuntamenti, parlando  e consultandosi con i vari professionisti: lui sapeva benissimo  quello che Françoise doveva diventare.
 Mentre  il parrucchiere tagliava via i suoi capelli, accorciandoli e  sfilandoli, Françoise si sentiva strana, le sembrava che la sua vita  stesse per cambiare in modo irreparabile, ma non capiva per quale  motivo avesse quella sensazione. Il  trucco accentuò quella sensazione: si guardava allo specchio e non  si riconosceva, tuttavia, questa volta, la cosa stava iniziando a  diventare piacevole, e mentre il truccatore completava la sua opera,  sorrise in modo quasi malizioso alla sua nuova immagine.
 Kami  sembrava soddisfatto della trasformazione e anche Françoise!
 Più  tardi, mentre salivano in ascensore verso il fashion stylist, Kami le  consigliò di avvisare a casa che non sarebbe tornata stanotte.
 Françoise  lo guardò stupita:
 -  Ma…-
 Kami  la interruppe subito:
 -  La cena di presentazione potrebbe durare fino all’alba. E’ meglio  che avvisi, altrimenti si preoccuperanno! –
 Françoise  annui e pensò a quale scusa inventare con i ragazzi … ma, non ebbe  molto tempo per farlo, perché, giunsero a destinazione.
 Kami  , facendole strada, le sottolineò l’importanza dell’evento di  quella sera: era importante che fosse perfetta per l’incontro con  Akiko, ed era importante che sapesse indossare i vestiti della  collezione.
 Françoise  si chiese cosa intendesse per sapere indossare un vestito, ma presto  lo capì: il vestito che doveva indossare era un abito aderente con  corpino in merletto e i lacci sulla schiena, il colore era di un blu  oltremare cangiante, impreziosito da cristalli Swarovski della stessa  tonalità . A  completare il look un paio di sandali sottilissimi in oro bianco e  diamanti e una collana in oro bianco con diamanti, fatta da elementi  quadrati e circolari che alternandosi l’uno all’altro formavano  un collare di pietre scintillanti.
 Françoise  rimase senza parole, Kami la guardò sorridendo e le si avvicinò,  sussurrandole nell’orecchio che solo lei avrebbe potuto indossare  quei preziosi particolari.
 -  Françoise, è ora che tu vada a cambiarti … -
 Lei  fece cenno di sì con la testa e si diresse verso il camerino: la  sarta l’aiutò prima a svestirsi e poi a indossare il prezioso  abito, le scarpe e la collana, non molto dopo, la giovane uscì dal  camerino come un angelo che sfiorava il pavimento volando. Kami  la guardò intensamente, tanto da farla arrossire.
 Si  diresse verso quella figura eterea, fermandosi a pochi centimetri da  lei :
 -  Sei perfetta. Nient’altro che perfetta. Akiko impazzirà per te! –
 L’uomo  davanti a lei era soddisfatto della sua trasformazione, ma Françoise  voltandosi verso lo specchio  si chiese se fosse ancora lei …
 Un  po’ dopo, mentre Françoise attendeva che anche Kami si vestisse  per la serata, mandò un messaggio ad Albert, dicendo che quella  notte sarebbe rimasta a dormire a casa di un’amica. Avrebbe voluto  chiamarlo, ma si accorse che non sarebbe stata in grado di dire una  tale bugia: in fondo al cuore sapeva che stava commettendo un torto  verso i suoi amici, ciò nonostante, ormai era in ballo e doveva  ballare.
 
 
 Intanto,  alla base, Albert si chiedeva come mai Françoise tardasse tanto a  chiamarlo per andarla a prendere, poi, il cellulare suonò: era un  messaggio di Françoise. Albert  lo lesse e rimase interdetto, si chiedeva che cosa le stesse passando  per la mente, perché rimanere a dormire fuori? Era chiaro che fosse  una bugia e questo lo fece arrabbiare, lo fece arrabbiare così tanto  che pensò di chiamarla per farle una bella ramanzina, ma poi, si  fermò e decise di rispettare il suo volere, dunque, rispose alla  ragazza con un messaggio “Ok,ma stai attenta!” Pensò  che, forse, le avrebbe fatto bene stare lontana dalla base per più  di qualche ora.
 Albert  chiuse il cellulare e andò ad avvisare gli altri del messaggio  ricevuto. Jet  sembrava stizzito dalla notizia, mentre Joe non capiva il perché di  quella situazione, erano ormai giorni che Françoise si comportava  stranamente, si isolava spesso ed evitava la compagnia di tutti loro,  e, quando era presente, era come se fosse assente: fisicamente era  lì, ma con  la testa era da un’altra parte. E anche il suo sguardo  era diverso: sembrava malinconico e spento. Ogni  giorno, Joe la osservava, ma sembrava che il suo umore non  migliorasse; aveva provato a parlarle, ma lei aveva sempre risposto  che non era niente.
 Joe  sospirò preoccupato e gli altri lo osservarono aspettandosi un suo  commento, ma lui non disse nulla,si chiuse in un alone di silenzio,  riflettendo.
 Jet  , innervosito, si alzò e se ne andò sbattendo la porta. Albert si  rivolse a Joe:
 -  Allora, Joe, che facciamo? –
 Lui  lo guardò, rimanendo ancora in silenzio e poi con lo sguardo perso  verso la parete, rispose all’amico:  -  Sa badare a sé stessa. Diamole fiducia. Magari, domani, quando  tornerà a casa ci spiegherà tutto –
 La  risposta non convinse Albert e neanche sé stesso, però … anche  volendo, non poteva andare a riprenderla e a riportarla alla base  senza il suo volere … sarebbe stato inopportuno e l’avrebbe  ferita per la mancanza di fiducia nei suoi confronti, quindi non gli  restava che rimanere lì ad aspettare … ad aspettare che il vaso si  aprisse lentamente senza poterci fare nulla.
 
 
 Françoise  guardava dal finestrino della limousine la città che scorreva  velocemente di fronte ai suoi occhi; era già scesa la notte e pensò  che erano passate quasi dodici ore da quando aveva deciso di  accettare questa follia. Guardò  Kami che stava sorseggiando un bicchiere di champagne: era sempre  così sicuro e impassibile, con quell’aria di sfida verso il mondo  e quel sorriso sensuale sulle labbra. Per  un attimo si chiese quante donne fossero cadute al suo fascino e  quante avessero baciato quelle labbra così sexy . Françoise  si stupì del suo pensiero e distolse lo sguardo, Kami rimase  impassibile, continuando a sorseggiare il suo champagne.
 Erano  quasi arrivati a destinazione e Kami diede le ultime raccomandazioni  alla sua giovane ospite:
 -  Françoise, ricorda quello che ti ho detto. Guarda sempre dritto  negli occhi e tieni la testa alta. Mentre cammini deve sembrare che  tu stia camminando su uno scalino più in alto degli altri. Cerca di  essere leggiadra come una farfalla che vola e rimani distaccata da  tutti. Devi dare l’idea di una dea scesa tra gli umani che li  osserva e che non si mischia a loro –
 Françoise  lo guardò come per ribattere qualcosa, ma lui non le diede il tempo  di parlare:  -  Fa parte del gioco. E comunque io sarò sempre accanto a te –
 Il  tono dell’uomo era inamovibile e la ragazza rimase in silenzio, non  aprì più bocca.
 La  limousine si fermò, erano arrivati: Kami scese e poi le porse la  mano per aiutarla ad uscire dall’auto, finalmente, fecero la loro  entrata alla festa, destando la meraviglia di tutti i presenti, che  erano estasiati e rapiti dalla bellezza di quella dea che camminava  tra loro.
 Françoise  si irrigidì dall’emozione e Kami, accorgendosene, si avvicinò con  le labbra al suo orecchio e le sussurrò:
 -  Rilassati. Non c’è nessuna donna più bella di te. Sei così bella  che se fosse stato per me ti avrei fatto indossare solo la collana di  diamanti e niente altro … -
 L’ultima  frase fece arrossire Françoise fino alla punta dei capelli: nessuno  le aveva mai parlato così audacemente, sentì un brivido percorrerle  la schiena e il cuore cominciò a batterle velocemente. Anche il  respiro le si era fatto irregolare, stava tentando di calmarsi, ma  quella frase le aveva totalmente sconvolto i sensi: per la prima  volta capì cosa significasse essere l’oggetto del desiderio di  qualcuno! Si  accorse di tremare come una foglia, ma all’improvviso, come un  fulmine che le attraversò i pensieri, rivide il volto di Caterina:  il sangue le si gelò, ma si ricordò della promessa a sé stessa e  il suo sguardo mutò, diventando sicuro e distaccato, come si era  raccomandato Kami.
 Françoise  fu, poi, presentata ad Akiko, la quale rimase entusiasta della  ragazza e della scelta del fotografo. I  giornalisti immortalarono la scena del loro incontro, definendolo  come l’incontro tra l’artista e la sua creazione vivente.
 Lei  passò la serata a volteggiare tra gli invitati che la ammiravano e  la desideravano, sentiva persone che la definivano più preziosa  delle perle e più luminosa delle stelle, tutta quella attenzione la  stava ubriacando e le sembrava di volare veramente ad un metro da  terra. Le  sensazioni che la pervadevano erano così piacevoli, che pensò che  avrebbe potuto non farne più a meno.
 La  festa si protrasse fino all’alba e, mentre se ne andava via  sottobraccio a Kami, pensò che avrebbe potuto abituarsi a tutto  quello sfarzo e a quella vita frenetica.  Salendo sulla limousine.  Francoise vide il sole sorgere e pensò che fosse una delle albe più  luminose che avesse mai visto.
 
 
 Era  mattino e Joe non aveva chiuso occhio: era rimasto a sedere sulla  poltrona in salotto a fissare il cielo stellato, pensando che era lo  stesso cielo che vedeva anche Françoise in quel momento, da qualche  parte della città: le stesse stelle e la stessa luna che, vegliavano  sulla vita e sul sonno di tutti. Vide  sorgere il sole e pensò che, per la prima volta, non era lui che si  svegliava in qualche parte del mondo senza di lei, ma era lei a  svegliarsi lontana da lui.
 Quel  pensiero gli sembrò strano e triste allo stesso tempo, ma non poté  trattenerlo neanche a sé stesso,  sospirò e disse a voce bassa:   -  Françoise, dove sei?Torna presto … - e il suo sguardo si perse nel  cielo illuminato dai primi raggi del sole.
 
 
 Nello  stesso istante, Françoise si svegliò in un letto completamente  bianco, con indosso solo la biancheria, spalancò gli occhi e si alzò  a sedere, chiedendosi cosa fosse successo: ricordava l’alba e poi  più nulla.
 Dove  si trovava? E di chi era quel letto? Si guardò intorno e notò che  la stanza era molto raffinata, ma prettamente dalle linee maschili,  ne dedusse che doveva essere la camera di un uomo. Cominciò  a sentire il panico impossessarsi di lei. Che cosa aveva combinato?  Si guardò ancora intorno e notò che sulla poltrona si trovavano i  suoi vestiti, così, scese dal letto e si vestì rapidamente. Le  mani continuavano a tremarle, mentre si vestiva e la sua testa era in  confusione totale, tuttavia, uscì dalla stanza e scese le scale fino  al pian terreno.
 Era  una casa molto elegante e lussuosa, dalle linee alquanto fredde e  spartane: con terrore scese anche l’ultimo scalino chiedendosi chi  si sarebbe trovata davanti. Che  cosa avrebbe mai potuto dire perché non pensassero male di lei?  Pensò che era difficile non pensare male di lei in quella situazione  e che si era spinta troppo in là. Con  questi e altri pensieri arrivò fino in cucina, da dove aveva sentito  provenire dei rumori. Inghiottendo a fatica e passandole anche per la  testa di scappare senza dire nulla, si fece forza e andò incontro a  quello che, forse, aveva combinato. Spalancò  gli occhi quando vide, a sedere tranquillamente mentre sorseggiava il  suo caffè, Kami. Era vestito tutto di bianco, l’opposto di come si  vestiva a lavoro. Lui  sembrava che l’avesse sentita arrivare e con uno dei suoi soliti  sorrisi le diede il buongiorno.
 Françoise  con voce instabile non riuscì a dire altro:
 -  Che è successo? -
 Kami  la guardò per un attimo perplesso e poi ricomponendosi, le rispose  con espressione seria:   -  Niente. Io non mi approfitto delle donne addormentate come le  principesse delle favole! -    si fermò un attimo e poi continuò il  discorso   -Ti ha svestito e messa a letto la mia cameriera. Ed io ho  dormito sul divano, perché ero così stanco che non riuscivo a fare  un altro passo. –
 La  voce di Kami sembrò improvvisamente irritata e arrabbiata, Françoise  si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo mentre cadeva a sedere  sulla sedia di fronte a lui. Lui  la guardò un’ultima volta e pensò, che doveva ancora farne di  strada quella ragazza, per essere pronta entro la fine dell’Hanami.
 
 
 Alla  base, nel frattempo, Jet stava per alzare un polverone: Jet si era  svegliato presto, probabilmente, anche lui aveva dormito poco, un po’  come tutti quella notte ed era uscito a comprare la colazione ed il  giornale per tutti.
 Albert,  Seven e Joe erano in cucina a sorseggiare il loro caffè in silenzio,  ognuno assorto nei suoi pensieri.
 Jet  arrivò spalancando la porta e urlando come un pazzo furioso, al  punto che nessuno capì cosa stesse dicendo, riuscivano solo a  comprendere qualche parola    - … giornale, prima pagina e se la  prendo se lo ricorda a vita! -
 Joe  lo guardava interdetto e gli suggerì di calmarsi e riprendere fiato.  -  Riprendere fiato?! -   protestò lui   - Sì,certo! Per dirgliene  quattro a quella irresponsabile! –
 Dicendo  così, buttò sul tavolo il giornale del mattino: in prima pagina vi  era una foto di Françoise immortalata tra una serie di VIP della  moda, riuniti ad una festa per la presentazione della nuova  collezione di abiti della grande stilista Akiko, inoltre, vi era  spiegato che, oltre alla presentazione della collezione, era stato  presentato il volto che avrebbe indossato la sua collezione come  unica testimonial, Françoise Arnoul, appunto.
 I  ragazzi lessero il giornale e rimasero stupiti, la foto di Françoise  era impressionante, sia per la bellezza che per il cambiamento, Joe  riguardava la foto tentando di capire se fosse veramente lei.
 Jet  continuò urlando il suo discorso, ormai il suo tono di voce si era  completamente alterato:
 -  Come ha detto, la signorina? Rimango fuori a dormire a casa di  un’amica … come , no?! Bugiarda che non è altro! Ma quando  torna, mi sente! E guai a voi se osate dirmi qualcosa! –
 Joe,  da parte sua non disse una parola, prese il giornale e se ne andò  via, lasciando gli altri basiti.
 Jet  riuscii a dire solo:
 -   Ora, ci si mette anche lui?!? –
 Albert  non considerò Jet, ma guardò l’amico uscire dalla stanza: il  volto di Joe era enigmatico, non riusciva a capire cosa gli stesse  passando per la testa e si chiese se quella reazione implicasse un  azione di conseguenza.
 
 
 Intanto,  Kami si era preparato per tornare a lavoro ed era pronto per uscire,  quando ricevette una telefonata.Françoise  lo stava attendendo in salotto e mentre aspettava, pensò che Kami  fosse un tipo veramente particolare: la sua casa era arredata sui  toni del bianco e del ghiaccio, con qualcosa di estremamente luminoso  e anche lui, a quanto sembrava, nella tranquilliltà domestica si  vestiva solo di bianco. Al contrario, sul lavoro tutto si incentrava  sul nero, lui stesso si vestiva completamente di nero, solo una cosa  , nel suo ufficio, non aveva quel colore ed erano le poltrone ed i  divani, come se fossero lì a sottolineare il contrasto. E  poi … era così enigmatico e imperscrutabile. Non riusciva, mai, a  capire cosa gli stesse passando realmente per la testa: sempre molto  sicuro e smagliante, con quel sorriso che avrebbe steso tutti.  Françoise pensò anche, che la sua figura lo aiutasse a dare quella  impressione: alto e con un fisico atletico e i quei lineamenti così  marcati e maschili che contribuivano a dargli quell’espressione da  super manager! Le  venne da ridere, a pensare che, se gli avesse dovuto dare un  soprannome, gli sarebbe calzato a pennello quello di Capitan  Awesome!
 Kami  entrò proprio in quel momento e la guardò con aria di rimprovero:
 -  Che c’è da ridere? Anzi, perché ridi da sola? Non c’è da  perdere tempo. Oggi abbiamo la prima sessione di foto  della  collezione e tu sei ancora qui! -
 Il  tono che aveva era di rimprovero e Françoise si ricompose subito.
 Salirono,  dunque, sull’auto di Kami, una bella Ferrari 599 GTB nera.
 A  Françoise sfuggì:
 -  Non avrei mai detto: nera! –
 Il  tono era ironico e Kami lo colse immediatamente.
 -  Cosa non ti piace del nero? E’ il mix di tutti i colori in uno. E’  elegante e raffinato. Ed inoltre incute sicurezza, rigore e serietà!  –
 La  ragazza non disse più nulla, notando il tono rigido della voce del  fotografo.
 Mentre  si dirigevano sul set fotografico, Kami continuò a parlarle di certi  dettagli da definire:
 -Prima  di tutto: per tutto il tempo del lavoro dovrai stare qui a Tokyo ed  essere sempre reperibile. Secondo: cerca di non sembrare frivola e  insicura, ma decisa e sicura di te stessa. Terzo: devi sempre  ascoltare i miei consigli e mai fare di testa tua … ovviamente mi  riferisco al lavoro. Questo è un mondo difficile, soprattutto per  una ragazza fragile come te e senza esperienza. Finché sarai con me  non ti succederà mai niente di male. Nessuno ti toccherà o avrà  qualcosa da dirti contro, quindi … va da sé che non dovrai mai  staccarti da me. Ti farò preparare la camera degli ospiti a casa  mia, così saremo sicuri che non ti accada nulla! –
 Il  discorso di Kami era molto freddo e distaccato: in poche parole,  asettico. Si trattava solo di lavoro per lui e non di un minimo di  interesse o preoccupazione reale per lei. Françoise capì subito  tutto questo e si sentì ferita nell’animo.
 Kami  se ne accorse e prima di scendere dall’auto le disse:
 -Non  ti devi sentire offesa. Questo per me è lavoro. Il piacere arriva  solo in secondo tempo … e soprattutto in altri posti … -
 Françoise  arrossì di nuovo fino alla punta dei capelli, come la sera prima:  odiava questo lato spiazzante e malizioso di Kami, poiché, la faceva  sentire ancora più fragile e inadeguata, anche se, allo stesso  tempo, sentiva una sensazione dolce percorrerle la pelle del corpo.
 Fu  lo stesso Kami ad occuparsi di tutto per la sua pupilla: scelse il  trucco e le acconciature per ogni abito, controllava che il suo staff  di professionisti eseguissero alla perfezione ogni suo ordine, e,  alla fine, giunse il momento del faccia a faccia. Kami  portò Françoise sul set e cominciò a darle dei consigli e a dirle  cosa volesse che lei esprimesse con il viso ed il corpo. Lei era  rigida e impacciata, un pò impaurita da tutto quello che la  circondava, dagli occhi scrutatori e impassibili di tutto lo staff.
 Il  fotografo se ne accorse e cominciò a parlare con lei:  -  Ascoltami: ripensa a ciò che ti ha fatto male, a ciò che ti ha  fatto sentire insicura e imponiti di contrastarlo. Pensa a come  vorresti cambiare, quali tuoi atteggiamenti vorresti modificare per  sentirti a posto con te stessa. Focalizza i tuoi pensieri su cosa  vuoi diventare e concentrati su questo. Tu puoi diventare ed essere  chiunque. Hai tutte le  potenzialità per essere chi vuoi! –
 Kami  parlò, stranamente,  in modo molto delicato e Françoise cominciò a  immaginare nella sua testa, cosa l’avesse resa così insicura di  fronte al comportamento di Caterina, cosa del suo carattere l’aveva  ferita e cosa aveva invidiato di lei e del suo modo di fare: si  focalizzò poi su come lei volesse essere e improvvisamente il suo  sguardo mutò di nuovo, divenne più profondo e sicuro, cominciò ad  essere veramente uno spettacolo starla a guardare. A sottolineare il  cambiamento, furono anche le movenze del suo corpo, che iniziò a  muoversi in modo sensuale ed audace; Kami stava riuscendo ad aprire  il vaso di Pandora e a far uscire la parte più oscura di lei.
 
 
 Si  era fatto tardo pomeriggio e i ragazzi non avevano ancora avuto  notizie di Françoise.
 A  dire il vero stavano aspettando un segno da lei, ma Jet stava per  dare in escandescenza:
 -  Ora basta! Non so perché mi sono fatto convincere da voi tre a non  chiamarla, ma ora mi sono stufato. Ci sta mancando di rispetto. Ci ha  preso in giro e ci ha mentito! Ma, ve ne rendete conto? E guardate  l’ora: non si è fatta ancora sentire per dirci se sta bene o meno!  –
 Jet  era arrabbiato e triste allo stesso tempo: si sentiva ferito  nel  profondo dell’animo e non capiva perché gli altri non facessero  nulla.
 Joe,  senza guardare l’amico e con lo sguardo perso in un punto lontano  del cielo, rispose:
 -  Dobbiamo darle fiducia. Non è una bambina e sa badare a sé stessa.  E poi, se si è comportata così, c’è sicuramente una ragione …  -
 Albert  lo ascoltò e si accorse che le parole appena dette non erano ciò  che pensava realmente: con la testa Joe aveva detto una cosa, ma fra  le righe, il suo cuore diceva altro.
 
 
 Era  sera e Françoise era sfinita fisicamente: aveva perso il conto di  tutte le sessioni di makeup e haircut e poi di tutti i cambiamenti di  abito e set. Ogni  volta, Kami pretendeva sempre di più e lei si sforzava di tirare  fuori quel lato di sé che lui insisteva a dire, tenesse nascosto. in  tutto ciò, però, c’era anche un lato divertente: tutti cercavano  di compiacerla e tutti cercavano di esaudire i suoi desideri. Le  venne da sorridere ripensando a quando, ad esempio, disse a Kami di  aver voglia di un affogato al gelato di nocciola e da lì a 10 minuti  glielo portarono; oppure quando a pranzo aveva espresso il desiderio  di mangiare fragole, albicocche e uva e, dopo poco, le fu portato un  cesto con tutta la frutta lavata e che voleva! E  pensare che, quando era alla base, se osava solo desiderare una cosa  del genere, sicuramente avrebbe sentito Jet risponderle di andare a  prendersela da sola,  se ne aveva voglia!
 All’improvviso  sobbalzò sulla sedia dove era seduta ad aspettare Kami.
 -  Oh, mio Dio! -   esclamò   - E’ sera e non ho dato segno di vita  ai ragazzi! –
 E  ora? Cosa avrebbe potuto fare per rimediare al disastro combinato?  Sicuramente erano in pensiero e preoccupati, prese, dunque, il  cellulare: era acceso, ma nessuna chiamata persa o un messaggio, tra  sé e sé pensò che forse non si erano preoccupati minimamente della  sua assenza …
 Si  fermò, così, a guardare il cellulare e decise di mandare un  semplice messaggio: se a loro non importava, allora neanche a lei  sarebbe importato, ma mentre le passavano per la testa questi  pensieri, sentì un magone in gola e le lacrime iniziarono a  scenderle lungo le guance. Nel  messaggio aveva scritto: “Ciao, Albert. Ti volevo solo avvisare  che resterò fuori casa per alcuni giorni. Françoise.” e con  questo messaggio, sentì che qualcosa dentro di lei stava cambiando:  sentì farsi strada in lei sentimenti come amarezza, tristezza e  solitudine; si era sempre fidata di loro, aveva affidato sempre la  sua vita nelle loro mani, senza mai un’esitazione ed ora si  chiedeva se avesse fatto bene, se veramente loro ci tenessero a lei. Si  asciugò le lacrime con il dorso della mano e si rimproverò per  questa sua debolezza, la nuova lei doveva essere anche più forte del  suo dolore.
 Quando  Kami arrivò a prenderla, lei aveva ancora gli occhi rossi, lui lo  notò e sospirò dicendo:
 -  Santa ragazza! Se vuoi fare vedere al mondo una nuova te, questo  atteggiamento da perdente non va bene assolutamente. Che è successo?  Hai litigato con il ragazzo?! –
 Il  tono di Kami era severo e canzonatorio al contempo, voleva suscitare  il lei una reazione e la cosa funzionò:
 -  Kami … ti va di uscire stasera? -  Françoise lo guardò dritta  negli occhi, sostenendo il suo sguardo.
 Kami  studiò un attimo la sua espressione, inclinò leggermente la testa  verso destra e con aria indifferente le chiese che cosa intendesse  fare.
 Françoise  rispose decisa:   -  Andiamo a sfilare per il centro di Tokyo! Gli  occhi di Kami si accesero di una luce misteriosa e accettò la  proposta della ragazza, ma prima aveva bisogno di alcuni del suo  staff e di un vestito della collezione …
 Albert  lesse il messaggio di Françoise  e per la prima volta non riuscì a  capirla, non riusciva a capire cosa le passasse per la testa e perché  si stesse comportando così con loro; il suo cuore, dopo tanto tempo,  si velò di tristezza ed ora cosa avrebbe dovuto dire a Jet, Joe e  Seven … ognuno di loro l’avrebbe presa male a modo suo, ciò  nonostante, in qualche modo avrebbe dovuto farlo.
 La  reazione degli altri fu, stranamente, la stessa, si chiusero tutti in  un muro di silenzio, Albert li guardò uno ad uno e si chiese perché  Françoise stesse agendo così, cosa le avevano fatto per farla  comportare così?
 All’improvviso  Joe si alzò dalla poltrona e disse con voce bassa che sarebbe uscito  a fare un giro; gli altri quasi non lo sentirono uscire, tanto fu  silenzioso nell’andarsene.
 Salì  sulla sua turbo 2000 cavalli e, senza alcuna esitazione, mise in moto  e partì: non sapeva ancora dove stesse andando, aveva solo voglia di  respirare, prima, nella stanza, aveva sentito un terribile nodo alla  gola, che gli aveva tolto il respiro.
 Guidò  fino ad arrivare nel centro di Tokyo, voleva camminare tra le persone  e confondersi tra loro, come se fosse un fantasma che nessuno vedeva  e respirare i mille profumi della città di notte.
 
 
 Mentre  saliva sulla limousine della ditta, Françoise sembrava pronta per  una sfilata di alta moda ed in realtà era proprio quello che avrebbe  fatto: la sua passerella sarebbero state le strade di Tokyo, Kami  aveva portato con sé la sua macchina fotografica ed era convinto che  sarebbe stato un vero spettacolo usare la città come set  fotografico.
 Prima  di scendere dall’auto, l’uomo le chiese se fosse veramente  convinta di quello che stava facendo, Françoise non rispose, lo  guardò con aria determinata, poi, scese dall’auto. In  pieno centro, con le luci della città, la ragazza risplendeva di un  bagliore quasi divino, i passanti, quando la videro uscire dalla  limousine, rimasero ad osservarla come incantati, lei iniziò a  camminare fra loro, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Aveva  un abito corto, in pizzo bianco con scollo tondo e cintura in gros  grain nero, che metteva in  mostra le sue snelle e perfette gambe;  l’abito era inoltre arricchito, nella parte centrale, da paillettes  nere degradanti. I  capelli erano raccolti in un chignon alto e fermato con una spilla in  diamanti e pietre nere, anche gli orecchini, dei preziosi pendenti,  erano in diamanti e pietre nere dure incastonati in oro bianco. A  completare gli accessori un bracciale in oro bianco, decorato da una  spianata di diamanti neri e bianchi, che disegnavano un’ alternanza  di corpi spirali, ed infine, un paio di sandali neri dal tacco a  spillo altissimo.Kami  era entusiasta: non poteva chiedere di meglio, una modella  d’eccezione in un set d’eccezione, l’indomani sarebbero stati  di certo su tutte le prime pagine dei giornali, avrebbero suscitato  l’interesse di tutti i media e non solo …
 Poco  distante, Joe fu attirato, improvvisamente, dal mormorio della gente  che si era accalcata in una delle piazze del quartiere di Ginza: si  avvicinò a vedere cosa stesse succedendo e rimase senza parole. A  pochi metri da lui c’era Françoise, stava posando per quel  fotografo di cui parlavano nell’articolo del giornale, Joe notò la  sua trasformazione e non solo, il suo sguardo non era più quello che  conosceva, era uno sguardo duro, impenetrabile e freddo. Il  giovane si fece strada tra la calca di gente che guardava lo  spettacolo e si pose praticamente di fronte a lei, con l’intento  che si accorgesse di lui. Françoise  lo vide e per un attimo vacillò sugli alti tacchi, ma si riprese  subito e continuò come se lui non fosse lì; Joe la guardava fissa  negli occhi:voleva che lei lo considerasse, non se ne sarebbe andato  finché non le avrebbe parlato. Ad  un certo punto, si spazientì della sua indifferenza e, non curante  di Kami, si diresse verso di lei, e le si piantò di fronte  guardandola fissa negli occhi. Françoise  sostenne sicura il suo sguardo: erano di fronte, l’uno davanti  all’altro, il mondo sembrava essersi fermato in quell’istante.  Kami guardava incuriosito la scena, voleva proprio vedere come si  sarebbe comportata la sua creatura …
 -  Françoise! - Joe pronunciò il suo nome, ma il suo tono nascondeva  una certa emozione e insicurezza.
 Lei  lo guardò con freddezza e poi fece per andarsene, ma lui l’afferrò  per il polso con forza, al punto che le sfuggì un mugolio di dolore.
 -  Vieni con me! -  Joe la strattonò con forza, portandola fuori dalla  folla, in un posto più appartato.
 La  folla e Kami osservavano la scena, incuriositi di sapere come sarebbe  andata a finire …
 Joe  era visibilmente infastidito dal suo comportamento e non solo …  riconosceva fin troppo bene quell’aspro sapore in bocca, dal nome  amarezza; la tratteneva per le braccia guardandola in viso:
 -  Ma che ti sta prendendo? … questo non è un comportamento da te! –
 A  quest’ultima affermazione, Françoise strinse gli occhi in segno di  sofferenza, taceva e non diceva nulla, Joe, allora, la lasciò  bruscamente e lei perse l’equilibrio, cadendo con i ginocchi per  terra. Joe  era lì, di fronte a lei, aspettando una sua reazione, una sua parola  … sarebbe bastato poco per lui: se solo lei avesse parlato, avrebbe  fatto finta di nulla, avrebbe convinto gli altri a passarci sopra e  l’avrebbe riportata a casa, ma Françoise teneva la testa bassa e  gli occhi chiusi, senza dir nulla. All’improvviso, si sollevò in  piedi e si ricompose, lo guardò per un attimo e poi distolse lo  sguardo, strinse i pugni e se ne andò,  mentre si allontanava, sentì  Joe sussurrare con un filo di voce  - Non ti riconosco più … -   lei udì benissimo quelle parole, ma non volle tornare indietro sui  suoi passi. La  sua testa le diceva che non ne valeva la pena, ma le sfuggii una  frase:
 - I can’t see the end of that dark  tunnel so I’m very afraid, like a desert with a blazing sun, like a  person crying out of thirst … -2
 Ritornò  da Kami, che la stava guardando con aria compiaciuta e con la stessa  faccia e lo stesso senso di vittoria, guardò Joe andarsene senza  voltarsi.
 
 
 Joe  se ne andò, senza mai voltarsi una volta, non poteva farlo, lei si  sarebbe accorta della lacrima che aveva rigato la sua guancia,non si  era mai sentito così vuoto: aveva la sensazione di aver perso una  parte di sé. Un  senso di freddo gelido lo investì, lasciandolo frastornato e perso;  non seppe neanche lui come riuscì a  raggiungere la sua auto, ma la  raggiunse e vi salì, rimase per molto tempo a guardare il volante,  come se fosse ipnotizzato, poi, quasi automaticamente, mise in moto e  partì. Guidava  come se fosse un automa: si fermò al semaforo rosso e pian piano,  mentre aspettava il verde, iniziò a riprendere coscienza di sé,  scosse la testa e si passò una mano sugli occhi, come a cancellare  quello che era successo. Sentì  mancargli di nuovo il respiro, come gli era successo prima, fu un  attimo, ma bastò a fargli male; gli occhi si posarono sullo stereo e  senza pensarci, lo accese. Voleva  non pensare, voleva spingere lontano da lui quell’amarezza, voleva  guidare per tutta la notte e la compagnia dello stereo lo avrebbe  aiutato a reagire. Forse …
 
 
 Kami,  decise che per quella sera era stata sufficiente la sfilata  improvvisata, dunque, riportò Françoise a casa: mentre erano in  auto, lei non parlò e non si mosse dalla posizione in cui era.
 Kami,  senza guardarla, le chiese:
 -  Stai male? –   la ragazza scosse la testa, tuttavia, lui continuò  con le domande   - Hai voglia di piangere? –
 Lei  lo guardò con sguardo vuoto e rispose con voce ferma:
 -  No! –
 Kami  alzò il sopracciglio sinistro in senso di sorpresa e rimase un  attimo in silenzio, prima di chiederle ancora:
 -  Chi era quel tipo? Il tuo fidanzato? Il tuo principe azzurro sul bel  destriero bianco, che viene a salvare la principessa in pericolo? –
 Il  tono fu alquanto derisorio, ma Françoise  non si scompose, alzò gli  occhi, dritti verso di lui:
 -  I principi azzurri non esistono. Io non credo nelle favole! –A  quelle parole Kami pensò che il primo step fosse stato raggiunto:  l’oscurità aveva soppresso la luce.
 Una  volta arrivati, Françoise scese dall’auto e si diresse verso casa  di Kami, aspettò che lui le aprisse la porta ed entrò; con un filo  di voce, gli chiese se potesse accompagnarla alla stanza che  l’avrebbe ospitata. Kami le fece strada, le aprì la porta e  accendendole la luce la fece entrare. Lei  rimase immobile in mezzo alla stanza, come fosse stata una statua, la  testa le faceva male, la sentiva pesante e piena di pensieri.
 Kami  le si avvicinò:
 -  Se vuoi … posso aiutarti a svestirti … -
 Françoise  non rispose, fece solo un debole gesto di consenso con la testa: il  suo sguardo era perso nel vuoto, il suo corpo era lì, ma la sua  mente era altrove, lontana e persa chissà dove. Sentì  le mani di Kami sbottonarle l’abito lentamente: stranamente non  aveva paura, era come se ormai non avesse più niente da perdere. L’abito  cadde per terra, lasciando la ragazza in biancheria, Kami la osservò  e rimase sconvolto dalla sua bellezza così fragile e delicata, si  morse il labbro con forza, per trattenere il suo desiderio crescente,   verso quell’anima ancora incompleta:non poteva rovinare tutto,  ancora non poteva essere sua!
 Le  diede un ultimo sguardo, pieno di desiderio e poi lo distolse, andò  a prenderle la camicia da notte e gliela porse, dicendole:
 -  Fai da sola! La mia volontà ha un limite e lo ha già superato! -    Dicendo ciò, si girò ed uscì dalla stanza chiudendo la porta  dietro di sé.
 Kami  sentiva il sangue salirgli alla testa, il respiro diventare  irregolare e la vista annebbiarsi: quella ragazza sapeva accendere i  suoi sensi senza fare nulla e questo aumentava il suo desiderio nei  suoi confronti, ma era ancora troppo presto.
 
 
 Joe  guidò fino all’alba senza una meta, con l’unico desiderio di  scappare da ciò che lo faceva stare male. Ad un certo punto si fermò  in un piazzale, che dava su un piccolo golfo e si mise a guardare  l’alba di un nuovo giorno: inclinò la testa e si chiese se volesse  un nuovo giorno simile, un nuovo giorno senza sapere, se lei sarebbe  mai tornata indietro.Con  la testa confusa e il cuore stravolto, tornò alla base, sentendosi  più solo che mai.
 
 
 Françoise  si alzò dal letto: la testa ancora pesante dalla sera prima e da  quella strana sensazione di aver perso qualcosa. Si  vestì e scese giù in cucina, salutò appena Kami e si mise a  sedere, con lo sguardo stanco.
 Lui  si innervosì nel vederla ancora così.  -  Datti una scossa! Oggi abbiamo molte cose da fare. Ed io non posso  andare a giro con una mummia accanto! – La  ragazza gli rispose quasi svogliatamente:
 -  Non ti preoccupare di me. Pensa piuttosto a te! –
 L’uomo  la guardò sorpreso da quella affermazione e con un sorrisino sibilò  un sì.
 Quel  giorno passò velocemente, tra incontri vari, interviste, sessioni di  trucco e di postura: la sfilata improvvisata della sera prima era  finita su tutti i giornali, destando ancora di più la curiosità dei  media sulla nuova collezione della stilista Akiko. Françoise  non diede alcun segno di debolezza, era fredda e sorridente e da lei  si poteva sentire sprigionare una grande forza interiore, sembrava  molto sicura di sé, bella da mozzare il fiato, ma irraggiungibile: a  starle troppo vicino si correva il rischio di essere oscurati dalla  sua immagine così forte!
 
 Passarono  alcuni giorni, più o meno con gli stessi ritmi e Françoise si  mostrava sempre più sicura e carismatica, al punto che molte riviste  parlavano di lei e l’avevano soprannominata “ The Goddess”  per la sua bellezza così eterea e luminosa.
 Kami  ricevette l’invito per una serata in onore della ragazza,  organizzata dalla rivista che aveva avuto l’esclusiva di  intervistarla.Sorridente,  andò da lei mostrandole il biglietto e dicendole di prepararsi per  uscire, poché sarebbero andati a scegliere un vestito della  collezione adatto all’evento.
 Mentre  erano in auto, Kami sottolineò un particolare dell’invito:
 -  Qui sull’invito è specificato che puoi invitare anche un’altra  persona al ricevimento … -   lei lo guardò con aria interrogativa  senza dire nulla, Kami, allora, continuò con il suo discorso   -  Magari … potrebbe essere l’occasione giusta per riparlare con  quel tipo … ricordi? Il principe azzurro … -
 Françoise  lo guardò cupa e ribadii il suo concetto:
 -  Te l’ho già detto: i principi azzurri non esistono! Semmai  esistono i lupi cattivi … -
 Kami  sorrise e cercò di stuzzicarla:
 -  Ah,sì? E che aspetto hanno? Intendo: i lupi cattivi … -
 La  ragazza lo guardò e con tono secco gli disse di provare a guardarsi  allo specchio. Kami si mise a ridere con soddisfazione: poteva vedere  fluire l’alone nero dal vaso di Pandora.
 
 Françoise  provò vari vestiti, ma nessuno soddisfava  il gusto di Kami, così,  al quinto vestito Françoise sbuffò:
 -  Per quanto ancora, hai intenzione di farmi continuare a cambiare  vestito?! Mi sono seccata … - Kami  pensò che era diventata molto impertinente e viziata nei suoi modi  di fare, della ragazza che aveva incontrato al Parco di Ueno non era  rimasto molto … ma ancora troppo per essere pronta.
 Finalmente  Kami trovò l’abito perfetto per quella serata e, dopo, tornando  verso casa, riprese il discorso dell’invito al ricevimento:
 -  Invitalo! –   le disse, riferendosi a Joe
 Françoise  sospirò e con tono infastidito gli rispose:
 -  Perché dovrei farlo? –
 L’uomo  ci pensò un attimo:
 -  Il lupo cattivo ha bisogno di un antagonista per essere tale! –
 Lei  lo guardò e gli scappò un sorriso ironico.Joe  ricevette una missiva strana, il plico era molto elegante e la carta  scelta era molto pregiata. Aprì  la lettera e rimase a bocca aperta nel leggerla, perché era un  invito ad una festa d’elite, con pass VIP allegato e alcune righe  di accompagnamento che recitavano: “Don't be afraid, don't be  ashamed . Anything is allowed. Love and  dream, we'll show you your dream. Here is your wonderland. The invitation "Come here" is  only for you. I  promise you that you will never regret you've come.” . 3La  lettera non era firmata, ma avrebbe potuto riconoscere quel profumo  tra mille: si chiese il perché di quell’invito, da quella sera in  cui l’aveva incontrata, non aveva più avuto notizie di lei, se non  dai giornali che leggeva, e ora questo, improvvisamente, senza un  perché. In  un primo momento decise di non andare, ma poi … forse, Françoise  aveva cambiato idea e glielo voleva dire; fu combattuto per un po’  sul da farsi, ma alla fine si convinse che forse era l’ultima  speranza.
 
 
 Giunse  la sera del ricevimento. Kami  guardava con desiderio la sua creatura, seduta di fronte a lui in  auto. Françoise  indossava un abito nero di shantung, con scollo a “vu”: l’abito  era corto sul davanti, mentre dietro era lungo fino ai piedi, alla  vita indossava una cintura alta fino al seno in Svaroski neri. A  completare la mise, un paio di orecchini pendenti con diamanti neri e  un bracciale che riprendeva le linee degli orecchini, sempre di  diamanti neri, infine, ai piedi indossava degli eleganti sandali  neri, anch’essi di shantung, con tacco a spillo e legati a schiava. Anche  il trucco riprendeva il nero e risaltava in maniera perfetta i suoi  bellissimi occhi cerulei. Per  quell’abito Kami, aveva scelto di lasciarle i capelli sciolti e  leggermente scarmigliati, doveva sembrare una dea scesa sulla terra a  concedere udienza ai suoi sudditi, e ci era riuscito: era la  trasformazione più vicina all’ultima evoluzione.
 Françoise  si voltò a guardarlo:  -  Perché mi stai guardando con quegli occhi così bramosi? Mi  desideri? -   fece una pausa, accavallò le sue bellissime gambe,  attirando la sua attenzione, e poi continuò   - Sapere di non poter  aver qualcosa la rende ancora più desiderabile … -
 Kami  pensò, che anche il secondo step fosse stato raggiunto e che ormai  mancasse poco. Il  tempo stava per finire: l’ultimo giorno di Hanami stava per  arrivare, tuttavia, doveva comunque sbrigarsi a svuotare il vaso di  Pandora il prima possibile. Le  sorrise e sogghignando le rispose, finalmente, che era tutto da  vedersi: il fascino del lupo cattivo poteva oscurare quello del  principe azzurro. Françoise  lo guardò ironicamente e poi si voltò a guardare la città di  notte, con le sue luci e la sua vita parallela, cercò di respingere  quel pensiero, ma si stava facendo prepotente nella sua mente: Joe  sarebbe venuto alla festa? La ragazza cercava di non pensarci, come  cercava di non sentire gli occhi di Kami su di lei ed i suoi inutili  discorsi, con tutto ciò, l’idea di essere contesa tra Kami e Joe  le piaceva e le procurava una strana eccitazione lungo tutto il  corpo.
 Kami  e Françoise fecero il loro ingresso in sala, sotto gli occhi  spalancati e le bocche ammutolite dei presenti, di fronte alla  bellezza della ragazza. Tutti  gli occhi erano puntati su di lei, Kami le si avvicinò all’orecchio,  chiedendole, a voce bassa, come si sentisse ad essere desiderata da  tutti i presenti, uomini e donne comprese. Françoise  non considerò la sua domanda, era ansiosa di sapere se Joe era lì,  non ne capiva perché, dopo quella sera a Ginza, non aveva più  pensato a lui e soprattutto non le era mancato, adesso, invece, era  in trepidazione, voleva sapere se era venuto a cercarla oppure non  gliene importava nulla di lei. Diede  un rapido sguardo e non lo vide, sentì il cuore battere un colpo in  meno e sentì che qualcosa stava cambiando nuovamente in lei. Negli  ultimi tempi, sentiva spesso quella sensazione: come se dentro di lei  ci fosse qualcosa che cresceva e si evolveva all’interno.
 La  serata giunse lentamente quasi alla fine e Françoise sembrava essere  cambiata nel corso di quel tempo. La sua espressione era diventata  languida e sensuale, così come i suoi movimenti, gli uomini la  divoravano con gli occhi e lei si concedeva ai loro sguardi lascivi,  passando come un angelo nero fra di loro. Kami  guardava il suo cambiamento, ancora imperfetto e si chiedeva come  sarebbe diventata una volta che l’avrebbe incontrato, ma la sua  curiosità sarebbe stata soddisfatta a breve: vide Joe entrare in  sala con passo sicuro e deciso. Il  fotografo, allora si diresse verso Françoise e, afferrandola per un  braccio, l’attirò a sé, bisbigliandole all’orecchio che il  principe azzurro era arrivato.
 Françoise  lo guardò interdetta:   -Sembri  quasi felice del suo arrivo … -
 L’uomo  sorrise e con voce sicura le rispose:
 -  Certo! Perché una volta che ti sarai accorta che il principe azzurro  è noioso, verrai da me senza rimpianti! –
 Françoise  abbozzò un mezza risata ironica, si liberò dalla stretta di Kami e  se ne andò. Una  parte di lei scalpitava dalla voglia di cercare Joe, ma un’altra ne  frenava l’entusiasmo: doveva calmarsi e tornare ad essere  impassibile, prima di incontrarlo. Si  diresse verso la terrazza per prendere un po’ d’aria e riposare  la mente, alzò la testa verso il cielo per cercare la luce della  luna, ma non la vide. Il  cielo era scuro e neanche le stelle riuscivano a schiarirlo,  Françoise pensò che un cielo senza luna era molto triste e vuoto … Si  voltò di scatto, sentendo qualcuno alle sua spalle: prima vide solo  un’ombra scura che, camminava nel buio della notte verso di lei e  poi riuscì a intravederne il volto. Era Joe.I  due erano di nuovo l’uno di fronte all’altra: si osservavano in  silenzio, senza dire una parola, un istante divenne un’eternità. Gli  occhi di Françoise si abbassarono tristemente e con passo lento  tornò dentro la sala, esimendosi dal confronto con lui.
 -  Non hai niente da dirmi? -   le urlò, allora, lui   - Dopo tutto sei  stata tu ad invitarmi qui e a scrivermi quel messaggio! –
 Françoise  si fermò, prese fiato e rispose con calma:
 -  Hai ragione! Ma adesso mi accorgo che non ho niente da dirti! –  detto ciò, se ne andò definitivamente, lasciandolo solo sulla  terrazza buia.
 Joe  rimase fermò dov’era per parecchi minuti, con la mente vuota e il  cuore ferito, quando però, si riscosse da quello stato, decise di  andarsene, non aveva senso rimanere lì!
 Kami  lo vide andarsene e pensò che, forse, quella sera ghiaccio e fuoco  sarebbero diventati, finalmente, la stessa cosa, indirizzò quindi,  la sua attenzione verso Françoise, cercando di percepirne un nuovo  cambiamento, ma la sensazione che ne ebbe fu quella che nulla fosse  cambiato. Aggrottò  la fronte, chiedendosi come mai non fosse ancora successo nulla,  eppure era convinto che rivedere Joe, avrebbe liberato completamente  il vaso di Pandora.
 La  serata si concluse e Kami e Françoise tornarono verso casa, durante  il tragitto, lei che era solita sedere di fronte a lui, gli si mise  accanto, gli si appoggiò lentamente, piegando di lato le lunghe  gambe affusolate.
 Le  sue parole frantumarono il silenzio che c’era in auto:
 -  Mi vuoi? –
 L’uomo  rimase un attimo immobile, senza proferire parola, poi, si girò  verso di lei e l’accarezzò sul volto dolcemente. Per  il resto del tragitto la tenne stretta a sé, in un sensuale  abbraccio, pregustandosi già il loro rientro a casa...
 Quando  Kami chiuse la porta, guardandò Françoise dritta negli occhi,  l’attirò a sé, afferandola per i fianchi: il suo gesto era carico  di desiderio e Françoise tremò. Lui  percepì le sue emozioni e con leggera forza la spinse contro il  muro: iniziò a baciarle il collo, lei chiuse gli occhi e sentì il  suo cuore cominciare a battere forte. Kami  sentiva crescere il suo desiderio sotto i suoi baci ardenti: era  perfettamente cosciente delle sue reazioni e della situazione. Le  sue mani divennero bramose: giunsero alla cerniera dell'abito e  l'aprirono. L'abito  cadde per terra, lasciando Françoise quasi completamente nuda, ma  lei non mostrò alcuna esitazione di fronte al suo gesto. Kami allora  divenne ancora più audace: la sua bocca scese dal collo fino al suo  seno, strappandole un grido di piacere. Gli  occhi di lui si accesero di una luce oscura: ultimo step, lussuria. Si  fermò un attimo guardandola, la prese in braccio, dirigendosi verso  la camera da letto, poi, l'adagiò sul letto e rimase a guardarla dal  bordo del medesimo: il suo corpo era perfetto, con quella pelle  bianca come la luce della luna e vellutata come la seta, il seno sodo  e proporzionato, il ventre morbido e i fianchi dolcemente rotondi e  infine le lunghe gambe affusolate e toniche. Kami  iniziò a togliersi i vestiti lentamente, senza toglierle gli occhi  di dosso,e Françoise si lasciava guardare senza esitazione, mentre i  suoi occhi divennero lucidi e le pupille si dilatarono. L'uomo  rimase solo con i pantaloni,  si mise a sedere di nuovo sul bordo del  letto ed iniziò ad accarezzarla con un dito, come se toccasse una  preziosa bambola di porcellana. Seguì  il profilo del suo corpo con un dito e si soffermò sulla linea delle  cosce morbide e snelle, accarezzandole. Si  piegò su di lei e cominciò a baciarle il ventre, tracciando una  linea di piacere e poi, risalì nuovamente verso il suo seno. Françoise  non sentiva né timore né rimpianti per quello che stava per  accadere: in passato, ricordò per un breve istante, che quel momento  l'aveva timidamente immaginato con un altro uomo...ma adesso  quell’uomo non significava più nulla per lei, era finalmente  svanito dalla sua testa, il suo pensiero aveva smesso di torturarla e  farla soffrire,finalmente, aveva la mente libera da quel dolore  persistente e, lentamente, dalla sua testa iniziò a svanire anche la  sua immagine: incominciò a diventare sfocata, fino a sparire e lei  smise di ricordare il suo nome.Kami,  riusciva a percepire i suoi pensieri e nel preciso momento in cui lei  lo dimenticò, lui le sussurrò:
 -  Make it happen... -
 Joe  stava guidando verso la base, quando improvvisamente sentì un fitta  al petto: ebbe la sensazione che qualcuno gli avesse infierito una  coltellata al cuore e la sensazione fu così reale che si portò una  mano al petto per controllare, ma non aveva nulla. Quello  che accadde poi, durò una manciata di secondi: in quei pochi attimi,  Joe fu incosciente. Una  terribile sensazione di aver perso qualcosa lo assalì con violenza,  suscitando in lui una forte paura e poi l’oblio: si ritrovò in una  stanza senza luce, guardò oltre il buio e vide due corpi abbracciati  su un letto. Spalancò gli occhi quando si accorse che erano  Françoise e Kami. Sentí  il terreno sotto i piedi cedergli e quando vide Kami mettersi sopra  di lei e avvicinarsi alle sue labbra, urlò con tutto il fiato che  aveva nei polmoni: - No! – Improvvisamente,  l'immagine di fronte ai suoi occhi si frantumò in mille pezzi e lui  ritornò in sé, frenò con violenza e l'auto inchiodò nel mezzo  della strada desolata. Joe  si passò una mano sul volto, stava sudando freddo e il cuore batteva  furiosamente.
 
 
 Kami  si sdraiò su Françoise, si avvicinò per baciarla sulla bocca  quando, come un fulmine che attraversava il cielo in tempesta, la  voce di Joe attraversò la mente di lui: il suo grido di dolore lo  trafisse come una freccia e Kami si arrestò a pochi centimetri dalla  bocca di Françoise. Si  alzò rapidamente e uscì dalla stanza di corsa, lasciando la ragazza  distesa sul letto stupita e senza parole. -  Che cosa è successo? - Kami si chiese tra sé, guardando il suo viso  riflesso in uno specchio.Non  capiva: lei aveva rimosso l'immagine di Joe dalla sua mente, era  riuscito a sentirne il momento preciso, eppure, qualcosa era andato  per il verso sbagliato anche se, solo lui era riuscito a sentire il  grido di Joe, Françoise, ne era sicuro, non l'aveva sentito. Si  fermò un attimo a riflettere e giunse alla conclusione che, la  trasformazione non era completa e che una piccolissima goccia nel suo  cuore era ancora bianca e candida: avrebbe dovuto aspettare ancora  qualche giorno e comunque, sarebbe diventata completa l'ultimo giorno  dell'Hanami. Doveva  avere pazienza o avrebbe rovinato il suo sapore...
 Françoise  riaprì gli occhi, chiedendosi cosa fosse successo a Kami, perchè  avesse reagito così: preferì, tuttavia, non seguirlo e decise di  aspettare in camera. Kami  non tornò e lei si addormentò, cadendo in un sonno senza sogni.
 Giunse  il mattino e la giovane si svegliò da sola nel letto, Kami non era  tornato o per lo meno non lo aveva sentito tornare, decise di  mettersi qualcosa addosso e scendere a cercarlo. Lo  trovò in cucina a bere il caffè tranquillamente, come se niente  fosse successo. Françoise  esitò ad entrare nella stanza per un attimo, ma poi lo fece ed  entrando lo salutò: l'uomo si voltò a guardarla e con espressione  tranquilla, rispose al suo saluto. La  ragazza si mise a sedere di fronte a lui, si versò un pò di caffè  nella tazza e mentre la sorseggiava pensò che fosse meglio non  riparlare della sera prima.
 La  giornata successiva e quelle dopo, furono dense di appuntamenti, di  interviste, di prove di trucco e vestiti: Françoise e Kami si  spostavano da una parte all'altra della città, senza mai fermarsi,  per rispettare i tempi del loro programma.
 Un  giorno, era pomeriggio inoltrato, mentre erano in auto e si stavano  dirigendo alle ultime prove, Françoise si soffermò a guardare il  cielo al tramonto e pensò che gli ultimi giorni erano stati diversi,  a cominciare dal suo stato emotivo: si sentiva stranamente leggera,  come se si fosse liberata da un grosso peso, ma al contempo, la  stessa sensazione le procurava un forte senso di vuoto e malinconia,  inoltre, Kami aveva cambiato atteggiamento nei suoi confronti, dopo  quella sera era diventato freddo e distaccato. La  cosa, all'inizio, l’aveva un pò turbata, non avendo compreso il  suo atteggiamento, ma poi le diventò tutto indifferente e si  concentrò solo sul suo lavoro. La  giovane  si perse nei suoi pensieri e preso coscienza che l'indomani  si sarebbe concluso il suo lavoro, si sentì stranamente preoccupata  e smarrita.Il  giorno dopo ci sarebbe stato l'ultimo servizio fotografico, quello  più importante dal punto di vista della collezione, nel Parco di  Ueno a tarda sera, sotto gli ultimi petali dei sakura in fiore. Sarebbe  stato l'ultimo giorno dell'Hanami.
 
 
 Era  l'ultimo giorno dell'Hanami e Joe e gli altri decisero di uscire a  fare un'ultimo giro sotto i sakura del Parco di Ueno. Gli  ultimi giorni erano trascorsi lenti e piatti, e loro stessi sentivano  un forte vuoto attorno a sè, anche se non capivano: era come se  mancasse qualcuno di molto importante tra di loro. Tutti  avevano questa percezione strana e confusa, eppure non mancava  nessuno, inspiegabilmente erano tutti alla base e nessuno era in  missione, eppure, la base sembrava vuota e silenziosa, nonostante la  loro presenza e le loro voci...
 
 
 Ormai  mancava poco: questione di minuti e Kami avrebbe assaporato il puro  nettare divino. Guardava  Françoise e si chiedeva quanto mancasse alla fine della sua  trasformazione: l'Hanami stava per finire e lui era ansioso di  gustare la sua ambrosia, preparata con tanta cura e solerzia.
 
 
 Era  sera quando Joe, Jet, Albert e Seven percorrevano gli ultimi sentieri  del parco, sotto i sakura in sfioritura: la loro attenzione fu  attirata dal chiasso di una folla lì vicino, decisero, così, di  andare a vedere cosa stava accadendo. Si  trattava di un set fotografico: la gente chiacchierava, aspettando di  vedere la modella e di assistere a quella inusuale sessione  fotografica.
 Seven  si rivolse agli altri:
 -  Strano che usino il Parco di Ueno, con i sakura sfioriti, per un  reportage fotografico...E' antiestetico, non trovate?" –
 Gli  altri riconobbero che, effettivamente, era inconsueto. Jet  ci pensò un attimo e poi disse:
 -  Sarà qualche fotografo che segue lo stile gotico e retrò! Comunque,  rimaniamo almeno a vedere la modella! Se non altro ci rifacciamo gli  occhi!" –
 Albert  si mise a ridere e gli fece notare, che non perdeva mai l'occasione  di guardare una bella donna! Anche Joe e Seven si misero a ridere  all'affermazione di Albert!
 All'improvviso,  però, Joe sentì una sensazione cupa, come se stesse per succedere  qualcosa di negativo. Jet se ne accorse e gli chiese se stava bene,   lui gli rispose di non preoccuparsi, probabilmente era solo un  momento di stanchezza. Nei  giorni passati, non era stato bene, aveva avuto i battiti del cuore  accelerati e sentiva continuamente un forte dolore al petto, ma  nonostante i controlli del Dottore non era emerso nulla di anomalo. Il  Dottore aveva pensato che, l’unica cosa probabile, fosse uno stato  di stanchezza accentuato, ma Joe aveva l'impressione che fosse altro  e che fosse collegato a quel senso di vuoto che sentiva.
 Pochi  attimi dopo,  le voci intorno a loro si ammutolirono di colpo: Joe e  gli altri se ne accorsero e si guardarono attorno, stava arrivando la  modella, era di una bellezza sorprendente, che toglieva il fiato. Era  vestita con un abito di seta e veli neri strappati, con le spalle  scoperte e un generoso scollo, mentre camminava si intravedevano le  lunghe ed esili gambe muoversi con eleganza sotto la gonna, che si  basava sulla tecnica della trasparenza tra la stoffa di seta e i  veli. Non  indossava scarpe, era a piedi nudi e lungo le gambe vi erano nastri  di seta nera che si intrecciavano come i lacci delle schiave, che  partivano dalle sue caviglie e risalivano fino alle ginocchia. Gli  stessi nastri, ma impreziositi da brillanti neri, erano disposti  lungo entrambe le braccia. Il  trucco, marcava gli occhi cerulei, che sembravano un cielo in piena  tormenta, le labbra erano di un rosa pallido, così come le guance  che risaltavano sul volto etereo e pallido.Nei  capelli biondi e sciolti in modo scompigliato, si alternavano fili di  seta e perle nere, infine, al collo, la ragazza portava un pendente  con un diamante nero a goccia. Sembrava  un angelo nero caduto sulla terra.
 La  ragazza passò accanto a Joe e agli altri, a pochi centimetri, tanto  che poterono sentire il buon profumo di vaniglia che sprigionava  intorno a sé: fu una frazione di secondo, gli occhi della modella  incrociarono lo sguardo dei quattro ragazzi.
 Appena  passò, Jet fece un commento:
 -  Non ho mai visto niente di così spaventosamente bello... –
 Seven  era rimasto a bocca aperta, senza parole nel vedere una bellezza così  oscura.
 Anche  Joe era rimasto senza parole, ma per quell’alone oscuro e negativo  che emanava la modella: pensò che fosse anomalo che emanasse una  fragranza così delicata e dolce, mentre dalla sua persona emergeva  un tale senso di negatività e morte...
 Françoise,  mentre percorreva il sentiero a piedi nudi, verso il centro del set,  notò con piacere che vi era una folla numerosa: sarebbe stato un  bell’incentivo a dare il meglio di sé, avrebbe dato lo spettacolo  che quelle persone cercavano. Tra  la gente presente incrociò lo sguardo di quattro uomini: non era sua  consuetudine guardare, ma essere guardata, tuttavia, le fu  impossibile non rivolgere loro uno sguardo breve mentre gli passava  accanto . Gli  sembravano dei volti noti, un ricordo vago del passato: avrebbe  potuto dire un flashback, se solo li avesse conosciuti.
 Kami  osservava la scena: si erano passati accanto senza riconoscersi, come  dei perfetti sconosciuti, nessuno di loro aveva avuto un  tentennamento, nemmeno il biondo “principe”. Kami pensò che la  trasformazione era completa. Sorrise,  di un sorriso crudele e maligno, mentre vide la ragazza avvicinarsi a  lui e alle sue spalle, i quattro uomini andarsene.
 Joe  voleva andare via, era tardi e si sentiva stranamente senza forze e  poi sentiva una sensazione spiacevolmente dolorosa a stare lì, tale  che gli fece di nuovo, male al petto. Di  nuovo quel forte dolore al cuore che non capiva, aveva bisogno di  tornare a casa e riposare: i ragazzi lo assecondarono subito,  preoccupati dal suo visibile malessere. Se  ne andarono e tornarono verso le loro auto.
 Era  quasi mezzanotte e l'ultimo giorno di Hanami stava per concludersi.
 Erano  gli ultimi scatti della collezione, quando Françoise cominciò a  sentirsi male. Iniziò  a girarle la testa poi, un forte dolore allo stomaco e un senso di  nausea intollerabile,  cadde con le ginocchia per terra, tenendosi la  mano sulla bocca: aveva una forte di nausea. Alzò  lo sguardo di fronte a sé, cercando aiuto, gli occhi le si  offuscarono, cominciando a vedere solo ombre grige: ebbe la  sensazione che la folla si fosse pian piano volatilizzata, non vedeva  più nessuno.
 Guardò  in direzione di Kami, ma mentre lo feceva cominciò a sentire freddo,  stava tremando, le sembrava che l'aria intorno a lei si fosse gelata:  sentiva gli arti doloranti per il troppo freddo, era in pieno  assideramento. Udì  dei passi che le si stavano avvicinando e poi una voce profonda che  sembrava provenire dall'oltretomba:
 -  Finalmente! Era ora che cominciasse il processo di  smaterializzazione! –
 Françoise  udiva quella voce così lontana, dire parole insensate e con tono  così crudele nei suoi confronti, e non capiva perché. Una  figura le si avvicinò,  si chinò verso di lei, allungò la mano e  le sollevò il mento, l'uomo voleva che la guardasse negli occhi in  quegli ultimi istanti di vita: voleva vedere il suo dolore, la sua  paura, la sua fine.
 Françoise  riconobbe, prima che i suoi occhi smettessero di vedere  definitivamente, il volto di Kami e con un filo di voce gli chiese  perché le stesse facendo questo.
 Kami  rispose:
 -  Bene,ti concederò la grazia di conoscere, ma sappi che, alle anime  che stanno per essere divorare da un demone, non é necessaria alcuna  spiegazione! -   si interruppe per un attimo e poi continuò a  parlare alla ragazza, ormai riversa per terra, senza forze e  dolorante   - Vediamo: da dove posso cominciare... Ah,sì! Dal giorno  del nostro primo incontro... – Il  demone le iniziò a raccontare che quel giorno, lui era uscito a  caccia di un'anima pura, che diventasse il suo pasto prelibato, ma  perché lo potesse essere doveva prima essere macchiata  dell'oscurità: tanto più l'anima fosse stata pura, tanta più  oscurità avrebbe attirato verso di sé e tanto più gustosa sarebbe  diventata. Aveva  passato la mattina a girare nel Parco di Ueno alla ricerca di  quell'anima, di cui poteva sentire l'odore di vaniglia misto ai fiori  di sakura da chilometri, ma perdeva continuamente le sue tracce e non  capiva per quale motivo, finché non si incontrarono per caso al bar.
 -  Lì capii finalmente perché continuavo a perdere le tue tracce! -    le spiegò, ancora   - Avevi passato la mattina a girare per i  sentieri del parco, cercando disperatamente di mettere pace tra te e  la tua anima. Alternavi momenti di tranquillità a momenti in cui, la  tua anima si macchiava fortemente di invidia e rancore. Proprio in  quei momenti, in cui il tuo cuore si perdeva nell'oscurità,  io  perdevo le tue tracce!–
 Kami  continuò a spiegarle che, quando intuì il suo dissidio interiore,  fu semplice per lui capire come attirarla nelle sue mani:
 -  La tua anima mostrava una spaccatura, che l'ha resa tremendamente  fragile e debole. Per me, fu un gioco capire come aggirarti! -    riguardò la ragazza e si leccò le labbra, pregustando il momento in  cui avrebbe banchettato con la sua anima, dopo, ricominciò a parlare    - Un’anima deve essere preparata, per essere divorata, e per  farlo bisogna farla passare da tre livelli: trasformare luce in  oscurità, innocenza in malizia e purezza in lussuria. La mente viene  così obnubilata dalle tenebre, rimuove tutto ciò che la rende  cosciente. Da ciò a cui tiene a ciò che la fa soffrire. E infine,  per essere mangiata, spogliata del suo involucro umano. Trasformata  in un corpo di ghiaccio, tra brividi, difficoltà motoria, battito  cardiaco e respirazione rallentati e lenta perdita della percezione  dei propri arti. Una sofferenza molto lenta … Quando il tuo corpo  arriverà al punto di frantumarsi, allora comincerai a scioglierti …  -
 Françoise  faceva fatica a seguire quei discorsi assurdi, non riusciva a  rimanere lucida: il dolore e il freddo la stavano sopraffacendo,  all’improvviso, però, quando pensava che il suo corpo si stesse  per frantumare in mille pezzetti, sentì un forte calore provenirle  da dentro, un fuoco che la stava consumando dall’interno. Con  la poca lucidità rimasta, vide il volto di Kami trasformarsi in  quella di un mostro nero e deforme, con le ali di pipistrello e il  suo ghigno mostruoso che si gustava lo spettacolo della fine della  sua preda.
 -  Adesso è questione di attimi: le fiamme scioglieranno il ghiaccio e  bruceranno ciò che è rimasto ancora di umano! -   le disse il  mostro
 Il  volto di Françoise si distorse in un’espressione di puro dolore e  terrore, sentì le fiamme divorare ciò che era rimasto del suo  corpo: il dolore era così intenso che non riuscì a contenere un  grido straziante.
 Proprio  mentre stava per perdere completamente i sensi, rivide in un attimo  la sua vita negli ultimi anni e riconobbe quei volti che aveva  incrociato nella folla, i suoi occhi cominciarono a versare lacrime  di sofferenza, rendendosi conto che tutto quello che le stava  accadendo era solo per causa sua: la sua invidia e gelosia, l’avevano  portata ad odiare e a dimenticare chi invece nutriva affetto sincero  per lei.
 Lentamente  il suo corpo cominciò a svanire, bruciato da quelle fiamme  demoniache e con l’ultimo soffio di vita e gli occhi pieni di  lacrime, riuscì a sussurrare le sue ultime parole
 -   Joe … perdonami … -
 Il  suo cuore smise di battere e i suoi occhi si spensero.
 In  quello stesso  momento, Joe sentì una fitta al cuore che lo  costrinse a piegarsi sulle ginocchia: il buio che aveva pervaso la  sua testa negli ultimi giorni svanì, lasciando il posto alla luce. Si  ricordò tutto: il suo sorriso, i suoi occhi cerulei e innocenti, la  sua timidezza e il suo essere così generosa con tutti. Alzò gli  occhi verso il cielo stellato, sotto lo sguardo preoccupato degli  amici e iniziò a gridare il suo nome   - Françoise! – si sollevò  in piedi e tenendosi una mano al petto dolorante, tornò indietro da  lei.
 Gli  altri non riuscivano a capire cosa gli fosse preso, quando, anche in  loro, la luce scacciò l’oscurità e si ricordarono dell’amica.
 Dal  corpo di Françoise, proprio mentre stava svanendo nel nulla, si  sprigionò una fortissima luce, talmente accecante, che il demone  dovette pararsi gli occhi con un braccio. Era  una luce così pura e brillante che il demone sentì la pelle  iniziare a bruciare, non capiva come fosse possibile, ma l’anima di  quella ragazza aveva spazzato via l’oscurità e il suo corpo, che  un attimo prima stava svanendo, stava riformandosi sotto i suoi occhi  increduli. La  luce stava diventando sempre più forte ed il demone finì per essere  purificato da essa, si sgretolò come una statua di argilla,  lasciando solo un mucchio di ceneri nere.
 Françoise  riapparve nelle sue fattezze, distesa per terra e priva di sensi.
 Quando  Joe e gli altri giunsero, la trovarono svenuta e ricoperta di petali  rosa di sakura. Joe la prese tra le braccia e iniziò a chiamarla per  nome:
 -  Françoise, per favore torna in te! Rispondimi! -
 Gli  occhi gli si riempirono di lacrime e alcune di esse caddero sulle  guance della ragazza: era ancora viva, riusciva a distinguere  chiaramente il suo cuore battere, anche se fievolmente, ma batteva. Françoise  riaprì lentamente gli occhi, riusciva a sentire la voce dei suoi  amici che la chiamavano, anche se la vista era ancora  offuscata;riconobbe subito il loro volto, finalmente, era tornata  padrona della sua mente e della sua anima, ricordava chiaramente ogni  cosa: i loro volti, i loro nomi, le loro avventure e i pericoli che  avevano corso assieme.
 Joe  la prese tra le braccia e la tenne stretta a sé, il suo abbraccio  era deciso e dolce e Françoise non riuscì a fare a meno di  abbandonarsi a quella calda e sicura stretta.
 
 
 Françoise  iniziò ad aprire gli occhi, la testa era dolorante e anche il resto  del suo corpo era pieno di dolori. Le sembrava che le fossero passati  sopra con uno schiacciasassi, ma lentamente prese coscienza di dove  si trovasse: era nel laboratorio del dottore, distesa sul lettino. La  finestra era aperta e la luce della luna entrava pallidamente nella  stanza. Si  sollevò a sedere e si guardò intorno: era sola e non capiva perché  fosse lì, sentiva la testa pesante, si portò una mano su di essa e  si accorse che era fasciata.
 All’improvviso,  si aprì la porta ed entrò il Dottor Gilmore sorridendo:
 -  Ben svegliata, bambina mia! -
 Françoise  rispose al saluto del Dottore e gli chiese cosa le fosse successo.
 Il  Dottore alzò gli occhi, stupendosi della domanda della ragazza
 -   Non ricordi per davvero? –
 Françoise  lo guardò  e mosse la testa in senso di negazione.  -  Che la botta fosse stata forte me lo immaginavo! -   disse, ancora,  il dottor Gilmore   -  Hai perso i sensi e solo ora ti sei ripresa,  ma credevo che ti ricordassi … -
 Il  Dottore lasciò in sospeso la frase, aspettando una sua reazione, ma  la ragazza non ricordava nulla.  -  Ecco, non è successo niente di grave … -   le spiegò, allora,  l’uomo   - Hai solo battuto la testa cadendo … dal tavolo! -     Il Dottore si interruppe, vedendo il volto di Françoise interdetto
 -  Dal tavolo? … Quale tavolo? E perché ero in piedi su un tavolo? –  domandò la ragazza.Il  Dottore esitò un attimo e poi, le spiegò:   -  Eri salita sul tavolo, quello vicino alla libreria, per prendere un  libro, sull’ultimo scaffale, per Seven e … mentre scendevi hai  mancato il panchetto che avevi usato per salire … -
 Françoise  guardò il Dottore spalancando gli occhi e con voce vacillante gli  chiese, se mentre faceva quella “bella figura” ci fosse qualcuno  con lei …
 -  Sì, certo. C’erano Seven, Jet, Albert e Joe. Ti hanno subito  soccorso e portato da me, visto che non riprendevi conoscenza! -   le  rispose l’uomo
 Françoise  sentì aprirsi la terra sotto di sé, pensò tra sé e sé che,  figura peggiore non poteva fare e proprio di fronte a loro! Arrossì  fino a diventare paonazza.
 Il  Dottore, accortosi del suo imbarazzo, sorrise e le disse di non  preoccuparsi perché, erano cose che potevano capitare!
 Françoise  pensò che, avrebbe preferito fosse capitato a qualcun altro che a  lei … ma, forse anche lei era stata un incubo e non solo quel  brutto sogno !
 -  Dottore, mi scusi! -   disse, dunque   - Ha avuto più notizie della  Principessa Caterina? -    Françoise stava incrociando le dita e  sperava di sentirsi dire che, non esisteva nessuna Principessa  Caterina.
 -  Interessante … ti svegli dopo una botta del genere e la prima cosa  che ti viene in mente è Caterina?!?”-   osservò una voce  all’improvviso.
 Françoise  si girò verso il punto da cui proveniva: nella stanza erano appena  entrati anche Jet e gli altri, e proprio lui la stava guardando in  modo interrogativo. La  ragazza pensò che non doveva essere proprio il suo giorno fortunato  e si morse le labbra.
 Jet  stava sghignazzando e la guardava divertito:
 -  Beh, ora sappiamo a cosa stavi pensando quando hai fatto quel bel  capitombolo! E capiamo anche perché l’hai fatto …! -   Jet era  decisamente sadico con quei discorsi e Françoise pensò che avrebbe  voluto sprofondare.
 Seven  tentò di sdrammatizzare e ridendo, disse che l’importante era che  Françoise non si fosse fatta male! Tutti si misero a sorridere,  compreso Joe, che fece finta di non capire le battute di Jet!
 Françoise  rimase in osservazione tutta la notte, per sicurezza, i ragazzi si  intrattennero con lei per qualche minuto, prima di andare a dormire e  Jet non le risparmiò neanche una battuta per quella caduta. Alcune  anche molto originali, del tipo:  -Quante Principesse hai visto  mentre cadevi?! –Lei  lo avrebbe strozzato e, se solo non fosse stato un chiaro segno di  colpevolezza, l’avrebbe fatto. Anche  Joe, se la rideva sotto i baffi alle battute di Jet senza dare troppo  nell’occhio. Tutto ciò gli risultava alquanto buffo: non vedeva  motivo di tanto interesse nei confronti di Caterina da parte di  Françoise, anche perché … lei non aveva niente da invidiarle! Questo  gli fece pensare che, negli ultimi giorni, gli batteva in testa il  testo di una canzone che aveva ascoltato alla radio e che ogni volta  che gli capitava di ascoltarla, non riusciva a non pensare a  Françoise : - Oh Sexy eyes Sexy nose Sexy mouth, don’t you  know? Today I think you are really Sexy…-.4 Rimase  stupito da quei pensieri: non erano da lui, ma pensò che, né  Caterina  né altre in passato, avevano suscitato in lui fantasie del  genere … forse, perché, era abituato ad essere lui al centro  dell’attenzione: probabilmente, era la prima volta che si trovava  nel ruolo opposto … non essere nei pensieri di una certa persona  gli faceva un effetto strano, forse, anche per questo, le battute di  Jet non gli dispiacevano: in fondo al cuore desiderava che fosse vero  e che Françoise fosse stata gelosa di Caterina … anche solo per un  attimo!
 
 
 Rimasta  sola nel laboratorio, sotto monitoraggio, Françoise si mise a  riflettere sulla sua gelosia, sulla sua caduta e sul sogno fatto …  erano tutti da ricondurre ad una sola cosa: Caterina. Si  spaventò, pensando fino a che punto fossero giunti i suoi sentimenti  … ma cercò di scuotersi e di non pensare più a lei, quei “cattivi  pensieri” erano stati la causa della sua caduta e di quell’incubo  tremendo, che probabilmente si sarebbe ricordata per un bel po’.
 Mentre  stava finalmente per addormentarsi, sentii  qualcosa di delicato  caderle su una guancia: si portò una mano al volto e prese quel  qualcosa che le era volato addosso, era minuscolo ed evanescente, lo  guardò e rimase senza parole: si trattava di un petalo di sakura ...
 
 
 1  In giapponese: Kami significa Dio e Kuro-kawa, del fiume oscuro.
 2 T-ara, 2012, Day by Day. Korea, Core Contents Media.
 3  Namie Amuro ft. After School, 2011, Make it  Happen. Japan, Avex Trax.
 4  T-ara, 2012, Sexy Love. Korea, Core Contest Media.
 
 
 
 
 Un  grazie speciale a Paola, alias JoJo,per  l’aiuto morale e grammaticale(!!)che  mi ha dato!
 Unnie  Paola,grazie di cuore per la tua collaborazionee  per il tempo che ti ho fatto perdere …Prometto  che riuscirò a scrivereciò  che mi hai chiesto e a darti l’ispirazione che che  cerchi …
 E  un grazie infinito a unnie Nico,per  la fiducia che ripone sempre in me …Grazie  di cuore!
 
 © 07/09/ 2012 
 
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