Sing
( PSY mix with Ed Sheeran )

di Ellen


Parte 1

 

-Il Dottor Youkada? –
-Sì … tu probabilmente non te lo ricordi, ma gli altri sì … - Gilmore sospirò tristemente … -Era uno dei miei assistenti quando … -
- … lavorava per lo Spettro Nero … - concluse Joe, alzando lo sguardo verso di lui …
Sopraffatto ancora da grossi sensi di colpa, l’anziano uomo annuì mestamente …
-E … di cosa è morto? –
-Un aneurisma … -
009 restò un attimo in silenzio, riflettendo … -E quando è venuto via dall’organizzazione? –
-Poco dopo che noi scappassimo … - prese fiato … -L’organizzazione subì un grosso colpo con la nostra fuga … e non solo perché creò molto scompiglio, ma anche perché generò molti dubbi in coloro che vi lavoravano … -
-Capisco … - il ragazzo si alzò dalla poltrona e raggiunse il Dottore vicino alla finestra, dove stava guardando con occhi lucidi l’orizzonte … -Che intenzioni ha, Dottore? Vuole andare ad Akita al suo funerale? –
-Sì … vorrei andarci, ma … - abbassò lo sguardo … -Non me la sento di andarci da solo … -
-Vuole che l’accompagni? –
-Se … non fosse un grosso problema per te … mi farebbe piacere … -
-No, nessun problema … Non si preoccupi: organizzerò tutto io … -
-Va bene … grazie … - mormorò fievolmente mentre alcune lacrime gli bagnavano il volto … 
Vedendolo molto scosso, Joe decise di lasciarlo solo … -Dottore … vado ad avvisare gli altri della nostra partenza e poi, inizio i preparativi … - e così dicendo, senza disturbarlo oltre, se ne andò senza fare rumore, lasciandolo solo con la sua melanconia …

 

-Se non sbaglio, il Dottor Youkada, era molto più giovane del Dottore … - disse pensieroso Jet …
-Sì, era un uomo abbastanza giovane … e so che ha lasciato la moglie di quarantacinque anni e un figlio di venti … -
-Me lo ricordo bene … - mormorò Abert … si dimostrava sempre fin troppo disponibile nei nostri confronti … tanto che non capivo mai quanto lo fosse realmente … -
-Cioè? – chiese perplesso Joe …
-Tu, probabilmente, non lo hai neanche conosciuto, perché siamo scappati subito dopo il tuo arrivo, ma … - 004 fece una pausa e poi, guardò verso gli altri … - … credo che gli altri capiscano cosa voglio dire … -
002 annuì e così pure Geronimo, Chang, Seven e Pyunma e …
-Di cosa … è morto? – chiese all’improvviso e con un filo di voce Françoise, tenendo gli occhi bassi …
-Di un aneurisma … -
003 annuì in silenzio, continuando a fissare le proprie mani, strette nervosamente l’una all’altra …
-Quindi il Dottore vuole andare al suo funerale ad Akita? – chiese Link alzandosi in piedi e infilandosi le mani in tasca …
-Sì … ed io lo accompagnerò … -
-Come mai? – Heinrick lo guardò perplesso …
-Il Dottore non se la sente di andare da solo … -
-Lo ha colpito così tanto la morte di Youkada? – sorpreso, Albert alzò un sopracciglio …
-A quanto pare sì … -
-Forse è per via dell’età … - suggerì Seven …
-Può essere oppure vi era legato in qualche modo … non saprei … - aggiunse Joe …
-Beh … comunque fosse, è uguale ai fini dei conti … - 002 si diresse verso la porta … -Allora, buon viaggio Joe … ci si vede al vostro ritorno … - il ragazzo lasciò la stanza mentre anche gli altri si alzavano e seguivano il suo esempio … solo 003 era rimasta ferma ed immobile dove era seduta, senza dar segno di vita e con espressione assente …
009, preoccupato per il suo insolito comportamento, le si avvicinò … -Hey, Françoise … tutto bene? –
La ragazza trasalì, guardandolo perplessa … -Cosa? –
Stupito, aggrottò la fronte … -Ti ho chiesto se era tutto a posto? –
-S-sì … s-sì … - piegò le labbra in un sorriso visibilmente forzato e poi, si alzò in piedi … -Scusa, ma devo andare … - distolse lo sguardo dal suo volto e senza aspettare una sua risposta, se ne andò via anche lei …

 

-Come mai non hai chiesto a Françoise di darti una mano con le prenotazioni e l’organizzazione del viaggio? –
-Perché aveva da fare … - rispose laconico, concentrandosi sulla scelta dell’hotel …
Jet alzò pensieroso un sopracciglio … -Cioè? Lei ti ha detto testuali parole che non poteva darti una mano? O lo hai supposto tu? –
-La prima … - stava valutando uno degli alberghi che reputava più adatto alle loro esigenze … -Che ne dici di questo? Non mi sembra male … e poi, dobbiamo pernottarci solo per tre notti … -
-Françoise ti ha proprio detto che non poteva? – insistette 002, senza considerare le sue parole …
Joe sospirò e poi, si voltò verso di lui ed annuì … -Lo so … sembra stano anche a me, ma è così … ed io non ho voluto insistere … -
L’amico rifletté un attimo e poi, esordì … -A Françoise, non è mai piaciuto molto Youkada … diceva sempre che era una persona falsa … di cui era bene non fidarsi, ma non credevo che, dopo tutto questo tempo e dopo la notizia appresa, reagisse ancora così al suo nome … -
-Non so che dirti … - lo guardò interdetto … -Io non credo di aver mai incontrato Youkada e se lo ho conosciuto, non ho memoria di lui … quindi non saprei proprio che tipo di persona potesse essere … -
-Con il tempo e con l’esperienza, ho imparato che Françoise non si sbaglia mai sulle persone … ha una sorta di sesto senso … non so se naturale o implementato dall’operazione a cui è stata sottoposta, ma è così … perciò suppongo che non si sbagliasse su di lui, ma … -
-Ok … ma anche se fosse? – lo interruppe prima che l’amico potesse terminare il proprio pensiero …. -Voglio dire: si parla di qualcosa accaduto ormai anni fa … e poi, magari, dopo che era venuto via dall’organizzazione, era cambiato … -
-Mah … non saprei che dirti … - rifletté un attimo …  - … in fondo, era già sposato e aveva un bambino quando aveva iniziato a lavorare per il fantasma Nero. –
-Non capisco dove vuoi andare a parare … -
-Mi spiego: era sposato e aveva un figlio e … possibile che mentre si divertiva a fare esperimenti su di noi, non abbia mai avuto un dubbio? Possibile che non abbia mai pensato: un giorno ci potrebbe essere mio figlio disteso su questo lettino? –
Joe comprese allora cosa volesse dire l’amico e si irrigidì … -Tu pensi che … Youkada fosse come Gamo? –
-Può essere … Françoise non hai mai dato spiegazioni dettagliate … si è sempre limitata a dire, almeno a me, che è falso … quindi non saprei che dirti! –
-E se provassi a chiederglielo? –
-Prova! Non ti costa nulla! Ma … a che pro? Cambierebbe qualcosa? –
Pensieroso, abbassò lo sguardo e scosse la testa …
-Ecco appunto … io lascerei stare. Visto soprattutto l’espressione che ha fatto quando lo hai nominato … -
-Te ne sei accorto anche tu? –
-Beh … penso che se ne siano accorti un po' tutti … anche Albert l’ha guardata in modo strano quando ti ha fatto quella domanda … -
­-Il suo tono era molto strano … -
-Già … e non solo quello … anche la sua espressione non scherzava … -
Annuì … -Sì, forse hai ragione tu … è meglio lasciare stare … - si volse verso lo schermo del computer, osservando distrattamente le foto dell’albergo che stava vagliando prima di iniziare quel discorso … -Prenoterò qui … tanto, per quello che ci staremo, uno ne vale l’altro … -

 

Era la sera prima della partenza e Joe stava finendo di sistemare la propria roba quando si accorse di aver lasciato il telefono in sala lettura …
Si comincia bene se inizio a lasciare le cose a giro …
Era contrariato dalla cosa perché si conosceva bene e sapeva che, se si scordava qualcosa per la base, significava che aveva qualche pensiero che lo distraeva e lo tormentava …
E infatti, l’insolito comportamento di Françoise, lo aveva turbato profondamente …
… vorrei chiederle spiegazione su Youkada, ma sarebbe fuori luogo …
… io non lo ho neanche conosciuto e …
Si fermò con la mano sulla maniglia della porta della sala …
... non avrebbe senso!
E lei, mi prenderebbe solo per un impiccione curioso!
Demoralizzato per quel quesito a cui non avrebbe probabilmente mai avuto risposta, entrò nella stanza e, di fronte a lui, immobile e rigida, seduta al tavolo di lettura, con la luce tenuta al minimo, trovò Françoise …
Sorpreso di trovarla lì e soprattutto che non avesse fatto un minimo cenno quando era entrato, le si avvicinò per assicurarsi che fosse tutto apposto, ma appena le fu davanti e la guardò in volto, annichilì …
003 stava tenendo una tazza di tè tra le mani, guardandola con espressione assente e vuota mentre alcune lacrime scendevano dai suoi occhi rossi e lucidi e le sue labbra si muovevano, pronunciando alcune parole …
- Sweet dreams are made of this … who am I to disagree? Travel the world and the seven seas … everybody is looking for something … some of them want to use you … some of them want to get used by you … some of them want to abuse you … some of them want to be abused … -
-Fran-çoise … - balbettò sconvolto, vedendola in quello stato …
Lei però non rispose, ma continuò a persistere in quello stato di simil trans, ripetendo ininterrottamente quelle parole …
-Françoise! – ripresosi, le mise una mano sulla palla e la scosse … -Françoise! Hey! Che ti prende?! Françoise! – e finalmente, lei si riscosse e lo guardò con espressione stravolta … -J-joe … -
-Hey … - preoccupato, si piegò sulle gambe e la guardò in volto … - … che c’è che non va? –
-N-nie-te … - balbettò confusa, portandosi una mano al volto e accorgendosi che aveva pianto …
-Ma … -
-È tutto a posto … - distolse di scatto lo sguardo da lui e, con movimento alquanto brusco, scostò la sedia dal tavolo e si alzò, lasciandolo lì e andandosene via … senza dirgli nulla … e senza alcuna spiegazione …

 

Akita, due giorni dopo

Joe non riusciva a togliersi dalla testa l’episodio di due sere prima …
Che cosa ti è preso Françoise?
… che ti succede?
Fino all’altro giorno era tutto a posto … eri sorridente e allegra e adesso invece …
… cosa è accaduto nel frattempo che ha turbato così tanto il tuo equilibrio?
Non riusciva a darsi pace: il volto di lei, stravolto in quel modo, era impresso con forza nella sua mente e non vi era modo di toglierselo …
-Joe … -
Assorto nei suoi pensieri, trasalì … -S-sì, Dottore …? -
-Vado a porgere le mie condoglianze alla vedova e al figlio … vieni con me? –
-Sì … certo … - lo seguì con leggera esitazione … non era proprio nella forma migliore per trovarsi a confronto con delle povere anime addolorate, ma …
-Signora Youkada … Toju … - l’uomo si inchinò in forma di saluto davanti ai due …
-Dot-tor Gilmore … - balbettò la donna, riconoscendolo subito e trattenendo a stento le lacrime …
-Mi dispiace per la grave perdita … -
La donna abbassò gli occhi mentre le lacrime cominciavano a scendere nuovamente copiose lungo il suo volto e si appoggiava con disperazione al figlio che, nonostante gli occhi rossi e lucidi, cercava di fare forza alla madre …
-La … rin-grazio ... – singhiozzò fra le lacrime …
-Se posso … fare qualcosa per lei e per Toju … non si faccia scrupoli … farò tutto quello che è in mio potere per aiutarvi … -
-Gra-zie, ma … l’unica cosa che vorrei è … mio marito indietro … - concluse scoppiando in un pianto inconsolabile …
Gilmore annuì, mesto ed impotente di fronte al suo dolore mentre gli occhi gli si riempivano di lacrime …

 

La cerimonia fu lunga e toccante e quando alla fine vennero via, erano entrambi molto stravolti e turbati …
-Quanto mi dispiace … -
-Per Youkada? – chiese mentre guidava verso il loro albergo …
-Sì, anche … -
Joe avrebbe voluto chiedergli cosa intendesse con quel anche, ma il volto stravolto dell’anziano scienziato lo fece desistere e così, restò in silenzio fino in albergo …
-Joe … scusa, ma io stasera non ho appetito ... ci vediamo domattina a colazione … notte … -
-Va bene Dottore … non c’è problema … notte … -
Lo guardò prendere abbattuto e stanco l’ascensore …
Povero Dottore … è distrutto … la morte improvvisa di Youkada lo ha colpito profondamente …
Triste e solo, si diresse verso il ristorante dell’albergo …
… non ho molto appetito neanche io …
Prese il telefono dalla tasca e guardò l’ora …
… sono appena le 7 …
Rialzò quindi lo sguardo e si guardò attorno svogliatamente ed annoiato …
… andrò a fare un giro in auto …
Così, rimontò sulla BMW serie 7 color bronzo che avevano noleggiato e andò a fare un giro per la città, ma la sua testa era proprio da un’altra parte e dopo poco iniziò a guardare nervosamente l’ora sul cruscotto dell’auto …
Le 07:37 …
… mancano ancora troppe maledette ore fino al nostro rientro …
Cercando di ingannare la propria mente e i pensieri che lo tormentavano, accese la radio e cercò di concentrarsi sulla strada e sulla canzone che stava ascoltando …
I need you darling … come on, set the tone … if you feel you’re falling won’t you let me know … I want go to the end with her … from head to toe … if you love me come on get involved … feel it rushing through you, from your head to toe …
Stranamente, forse a causa del suo stato mentale, le parole del ritornello lo presero profondamente e, senza accorgersene, continuò a ripetersele sottovoce anche quando la canzone terminò e … fu allora che comprese …
Bruscamente, facendo una manovra più o meno lecita, accostò l’auto ad un marciapiede e prese il proprio cellulare …
… perché non ci ho pensato prima?
Sbloccò il telefono e andò sul browser … e poi, sul motore di ricerca, dove digitò le parole che si ricordava …
Everybody’s looking for something … some of them want to use you …
E un attimo dopo, sullo schermo del telefono, comparse una lista di siti che riportavano il testo e il video di una canzone intitolata Sweet Dreams … 
Possibile che sia questa?
Lesse il testo …
Sì … è questa, ma …
… quale è la versione giusta?
La canzone era stata cantata da più artisti e ognuna in un genere diverso …
Françoise ha sempre detto che la versione di una canzone è molto importante perché cambia il tipo di emozioni che può generare in chi l’ascolta perciò …
… quale versione è la tua, Françoise?
Così, agitato e ansioso, iniziò a cliccare su alcuni video, ma nessuno di questi aveva il ritmo con cui Françoise pronunciava quelle parole … quindi, si stava sbagliando?
Avvilito e confuso, si appoggiò stancamente al sedile dell’auto e chiuse gli occhi …
… possibile che mi stia sbagliando? Eppure …
Ma, dopo aver ascoltato anche l’ennesima versione sbagliata di Sweet Dreams, demoralizzato come era, non si prodigò a chiudere subito la riproduzione video e così, la lasciò aperta in background e in automatico partì il video successivo …
L’incipit della canzone che seguì, molto solenne e cupo, si discostava profondamente dalla musica che aveva ascoltato fino a quel momento e per questo Joe pensò che il programma fosse switchato su un altro video che non centrava niente, ma appena sentì le parole … sgranò di scatto gli occhi e guardò subito lo schermo, leggendo il titolo e il nome dell’artista …
Sweet Dreams … Emily Browning version …
Si mise quindi ad ascoltarla con estrema attenzione …
… doveva capire … doveva assolutamente capire!
Sì … questa è la versione che stavo cercando …
… grave … dolorosa … piena di sofferenza … un urlo di solitudine e disperazione sommesso …
Dio mio …
… Françoise … che ti è successo?

 

Passò il resto della notte, in auto, fermo lungo la strada, ascoltando la canzone in loop e cercando di capire disperatamente il senso di questa, ma era tutto inutile: non poteva capirla … perché l’unica ad avere la vera chiave di interpretazione e le risposte che cercava, era solo lei: Françoise.
Così, quando i primi raggi del sole lo sorpresero in auto, in un quartiere non ben precisato di Akita, solo ed abbattuto per esser venuto soltanto a capo dell’origine delle parole pronunciate da 003, decise di tornare in hotel, farsi una doccia e preparare la roba per il rientro alla base …
-Buongiorno Dottore … - disse accomodandosi di fronte a Gilmore …
-Buongiorno Joe … -
Il volto dell’uomo era ancora mesto e stravolto …
-Dottore … come si sente oggi? –
L’anziano sorseggiò il proprio tè con lentezza e poi gli rispose … -Non bene … -
Joe annuì … -Mi dispiace … -
-Passerà … - fece una pausa e ripose la tazza sul tavolo … - … purtroppo o per fortuna, ragazzo mio, passa tutto … -
009 lo guardò con espressione interrogativa: negli ultimi giorni anche Gilmore era molto strano e spesso diceva frasi ambigue ed insolite come quella … -Dottore, se ha bisogno di sfogarsi … lo può fare tranquillamente con me … non si faccia problemi … -
Il Dottore gli sorrise debolmente e, con sguardo paterno, lo ringraziò per la gentilezza nei suoi confronti … -Ti ringrazio … ma non ti preoccupare … ormai … è tutto a posto … -
Interdetto, per quella sua affermazione, il ragazzo alzò un sopracciglio, ma prima che potesse aprire bocca per chiedere delucidazioni, l’anziano scienziato si alzò in piedi …-Vado a prendere il mio bagaglio e poi andiamo … arrivo subito … -

 

Parte 2

 

Era ora di cena quando arrivarono finalmente alla base, ma il Dottore, come la sera prima, preferì non mangiare e ritirarsi subito in camera propria …
Joe invece, ansioso di vederla, si unì agli altri per la cena, ma aveva mille pensieri … mille domande … mille dubbi … e in più, quella canzone gli risuonava in testa dalla notte prima, senza tregua …
Che significa Fançoise?
Quando mise piede nella sala da pranzo, lo salutarono tutti con allegria, ma lui gli degnò appena di un sorriso abbozzato perché aveva altro a cui pensare in quel momento …
Si guardò infatti attorno con una certa ansia in cerca di lei, ma non ve ne era ombra …
Tuttavia proprio mentre stava per chiedere agli amici dove fosse la ragazza, questa apparve dalla cucina con alcuni piatti in mano …
Appena lo vide, Fançoise gli sorrise, ma fu solo un attimo, perché distolse subito lo sguardo e si mise a tavola … stranamente, lontana da lui …
Ok … non esageriamo …
… è solo un caso …
… non stiamo sempre accanto a tavola …
Ma più se lo ripeteva e più non ci credeva …
… è per quello che è successo la sera prima della partenza …
… ne sono sicuro …
Mentre i pensieri lo tormentavano in modo inaudito, in quella cena diventata insolitamente interminabile, si mise ad osservarla …
… non è la solita di sempre …
Aveva appena assaggiato un paio di cose dal piatto e per il resto del tempo aveva chiacchierato con gli altri, evitando accuratamente di guardare nella sua direzione …
… ti prego Françoise … dimmi cosa ti è successo …
Ma proprio mentre quel pensiero attraversava la sua mente lei lo guardò con la coda dell’occhio e trattenne leggermente il respiro …
Joe se ne accorse e inconsciamente trattenne il respiro anche lui …
-Hey, Joe! Come sei taciturno stasera! –
La voce Seven lo fece trasalire … -Eh? –
-Seven, Joe è sempre taciturno! – sottolineò Jet, mettendosi a ridere …
-Sì, vabbè ma stasera lo è più del solito! – lo guardò … -Tutto bene? –
009 annuì … -Sì … sono solo un po' stanco … -
-Il viaggio è stato molto pesante? –
-No … è il resto che è stato molto pesante … -
Comprendendo al volo il significato delle parole dell’amico, 007 si ammutolì e abbassò contrito lo sguardo …
-Scusate … - esordì all’improvviso Françoise … - … sono un po' stanca … vado a dormire … notte … - sorrise debolmente e poi si ritirò …
Jet lanciò un’occhiata a Joe e quest’ultimo, inspirò nervosamente …
… devo parlarle …
… adesso …
… non posso aspettare domani …
Quindi, cercando di non apparire troppo agitato, si alzò anche lui … -Scusate ragazzi … vado a dormire anche io … notte … - così, dopo averli salutati, si diresse verso la camera di Françoise …
Non sapeva bene cosa dirle … né come porsi … però sperava che lei si aprisse con lui e che gli dicesse cosa le stava accadendo …
Con il cuore in tumulto, bussò alla sua porta e restò in attesa che lei gli rispondesse, ma dopo alcuni istanti di attesa, non sentendo risposta, ribussò e niente …
… possibile?
Eppure aveva detto che andava a dormire …
Demoralizzato, sospirò e si appoggiò stancamente alla parete, cercando di pensare a cosa fare, ma all’improvviso sentì il suono di una melodia provenire dalla sua camera …
… Sweet Dreams …
E così, senza perdersi in ma o sé, aprì deciso la porta ed entrò …
La stanza era sommersa dal buio, tranne in un punto, dove arrivava la pallida luce della luna e dove, seduta per terra, con le ginocchia raccolte e strette al petto e la testa reclinata in basso, c’era Françoise che stava ascoltando la canzone che proveniva dal suo iPod …
-Françoise … -
009 richiuse la porta e poi, senza far rumore, le si avvicinò …
Le tristi note di Sweet Dreams risuonavano drammatiche e gravi tra le pareti della camera, riempiendone gli spazi vuoti con la sua sofferenza …
Ora che era lì, a pochi centimetri da lei, si rendeva conto che era molto più difficile di quanto avesse mai pensato …
… non ho neanche il fiato per parlare …
E così, tenendo lo sguardo basso, si mise a sedere accanto a lei in completo silenzio …
Con lentezza, 003 alzò la testa e guardò fuori dalla finestra con gli occhi rossi e pieni di lacrime …
-Iniziò tutto … un mese dopo la mia operazione … - le labbra le tremavano e la voce era incrinata dal dolore …
Appena la sentì parlare, Joe alzò di scatto il volto verso di lei, guardando il suo profilo profondamente stravolto …
- … in quel mese, che era anche quello che precedette il tuo arrivo, Youkada … - deglutì nervosamente, stringendo le gambe al petto ancora di più … - … iniziò a venire da me … in camera mia … -
009 annichilì …
-Un giorno … mentre parlavo con Jet ed Albert, mi sentì dire che avevo voglia di mangiare della cioccolata e lui … quella sera stessa, bussò alla mia porta e con un sorriso … mi portò una tazza di cioccolata calda … - si fermò un attimo, riflettendo … - Forse, avrei dovuto immaginarlo … non so … ma all’inizio era amichevole e sembrava veramente che non lo facesse con altri scopi se non come forma di gentilezza … - fece una pausa … - Da quella sera però, ogni tanto … prima di tornare a casa … dalla sua famiglia … cominciò a passare da me … in genere, si fermava solo alcuni minuti … mi sorrideva, mi chiedeva come stavo e mi portava della cioccolata …  e poi, se ne andava … Poi però, iniziò a trovare le più svariate scuse per venire a trovarmi tutte le sere finché … - abbassò lo sguardo … - … una sera, con la scusa di accarezzarmi il volto, si avvicinò e … mi baciò sulla bocca … - inspirò, cercando di trovare la forza … - … io … lo respinsi e lo allontanai subito da me … ma lui non si scompose … anzi, mi sorrise con naturalezza … e mi disse che non mi dovevo spaventare … perché lui … non mi voleva fare del male … - la voce le si affievolì, fino a diventare un debole sussurro … - … così, ogni sera, iniziò a venire da me e a pretendere che lo baciassi sulle labbra … mi continuava a ripetere che non c’era niente di male … che non rimanevano le ditatee che … lo faceva per me … perché non mi sentissi troppo sola … - deglutì con fatica, cacciando indietro il magone che stava risalendole in gola … - … una volta, provai a porre fine a quella storia e così, quando bussò, non gli aprì ...  ma fu tutto inutile perché, con una scusa, si fece aprire la porta dalle guardie e … si arrabbiò tantissimo con me … mi disse che non dovevo farlo mai più e che anzi, da quel momento in poi, ogni sera, avrei dovuto lasciare la porta socchiusa per lui … - inspirò con lentezza … -E andò avanti così … fino a quando, una sera, pochi giorni prima della tua operazione … - il ragazzo trattenne il respiro, terrorizzato di sapere cosa fosse cambiato da quel momento … - … non venne ed io pensai che, forse, era rinsavito e si era pentito per quello che mi aveva fatto … invece, mi ero sbagliata … - abbassò lo sguardo … - … i preparativi della tua operazione lo avevano solo trattenuto di più a lavoro e per quello si era liberato solo a tarda notte quando infatti mi raggiunse … - fece un profondo respiro e poi, con voce tremante, continuò … - … stanca e speranzosa, per non averlo visto quella sera, mi addormentai placidamente, ma … verso le tre e mezzo, quando percepì qualcosa accarezzarmi la guancia, mi svegliai di soprassalto … Youkada, approfittandosi del fatto che stessi dormendo, si era introdotto silenziosamente in camera mia e si era seduto sul bordo del letto, accanto a me, ed aveva iniziato ad accarezzarmi … - si fermò un attimo … -Ricordo ancora bene il suo sguardo, quella notte … era apertamente dissoluto e sfacciato mentre mi diceva che avrebbe tanto voluto … restare lì … con me … per tutta la notte, tenendomi tra le braccia … - il fiato le morì in gola e si dovette fermare per un lungo istante prima di balbettare in lacrime … - … io … avevo così tanta paura per tutto quello che mi stava capitando … io … volevo solo tornare a casa dalla mia famiglia … -
Joe la guardò affranto … -Perché … non lo hai detto agli altri? Loro, avrebbero potuto aiutarti a fermarlo … –
Scosse la testa … - No … mi vergognavo troppo … -
-Tu … ti vergognavi? Per cosa? – sgranò allibito gli occhi … -Era lui che … -
-È folle … lo so … ma è così … ti senti responsabile … anche se non hai colpa … -
009 distolse lo sguardo da lei e poi, con grande timore, glielo chiese …  -Youkada … voglio dire … - gli mancava il respiro … - … lui … lui … ha mai ab–
-No … si è sempre limitato a baci e carezze … -
Inconsciamente, il ragazzo sospirò di sollievo … anche se non c’era molto di cui essere felici, nel male, era sempre una cosa positiva …
-Da quella notte però … non venne più a trovarmi … - aggiunse all’improvviso, facendolo voltare di scatto e perplesso verso di lei … -Non so cosa sia successo … ma nella settimana restante, quella che precedette la nostra fuga, non venne più … - finalmente, si girò a guardarlo negli occhi … - … avevo così tanta paura ogni volta che veniva sera e che … lo vedevo varcare la porta di camera mia … - con fare nervoso, iniziò a mordersi le labbra … - … l’unico modo in cui riuscivo a farmi forza in quell’inferno e a non impazzire quando lui bussava e oltrepassava la porta della mia stanza, era mormorare sottovoce, come una sorta di tantra, il ritornello di Sweet Dreams … Ogni volta che lo cantavo … era come se … mi assentassi da lì … come se … la mia anima si staccasse dal mio corpo fisico e … non sentisse più dolore per quello che mi stavano facendo … -
-Françoise … - vedendola così fragile e smarrita, sentì il forte bisogno di proteggerla da tutti i suoi incubi … e così, la prese tra le braccia e la strinse forte a sé, accarezzandole dolcemente la testa mentre, con lentezza, la sentiva abbandonarsi al suo abbraccio rassicurante … - … calmati … adesso è tutto a posto … non devi più avere paura di nulla … adesso … ci sono io a proteggerti … e nessuno ti farà mai più del male … te lo prometto … - asserì deciso, cercando di farla calmare …

 

Tempo dopo, quando finalmente riuscì a calmarla a sufficienza, Joe se ne andò e la lasciò riposarsi, ma purtroppo per lui quella lunga notte non era ancora conclusa…
-Joe … -
Il ragazzo stava andando in camera propria quando si sentì chiamare … -Dottore … - era sorpreso di vederlo ancora sveglio a quell’ora … - … tutto bene? -
L’uomo, in piedi, con le mani dietro alla schiena e lo sguardo basso, sulla soglia del suo studio, non gli rispose, ma lo invitò a venire nel suo studio … -Potresti … venire un attimo da me? –
-Sì … certo … - 009 entrò nello studio e, preoccupato, guardò l’anziano scienziato ... –Dottore … è successo qualcosa? –
Stancamente, Gilmore si mise a sedere sulla propria poltrona e poi, si prese il volto tra le mani e scoppiò a piangere …
-Dottore … -
Alcuni attimi dopo, con gli occhi rossi e pieni di lacrime, lo scienziato alzò gli occhi verso di lui e lo guardò … -Io … non finirò mai di scontare le mie colpe … per quello che vi ho fatto … il male che vi ho procurato … io … -
-Dottore … - 009 era confuso …
-Io … - esitò un attimo, ma non ne poteva più di quel peso e così, alla fine, lo ammise … - … io … sapevo di Youkada e ... – Joe impallidì e sgranò sconvolto gli occhi … - … delle sue attenzioni per … - si fermò … - … per Françoise … -
-Dottore … - sconvolto, si alzò in piedi scatto … -Lei sapeva tutto …?-
-Sì … -
-Allora, perché non è intervenuto? – chiese attonito …
-Ecco … lui si fermava da lei solo pochi minuti ogni sera e io … non potevo credere che lui le potesse fare del male … - lo guardò smarrito … - … era solo una bambina … come … poteva volerle fare del male? –
-Dottore. - ringhiò furioso, guardandolo con rabbia … -Lei ha permesso che quell’uomo la molestasse per tutto quel tempo! Perché?  Lei, avrebbe dovuto fermarlo e proteggerla! –
Annuì, distrutto … -Lo so … -
009 scosse sconvolto la testa … -Non ci posso credere! Lei avrebbe potuto impedirlo! –
-Io … te lo giuro … non credevo che lui potesse … -
-Lei non credeva?! – era allibito … -E allora perché pensava che andasse da lei? Per semplice gentilezza? –
-Lo so: può sembrarti stupido, ma … all’inizio … pensavo di sì … pensavo che … fosse una sorta di forma di redenzione … invece poi, ho capito che non era così … -
-Ha capito …? – lo guardò con espressione interrogativa e furente …
-Sì … un giorno, per via dei preparativi della tua operazione, finimmo molto tardi e … era notte fonda e lui … andò da lei … non so perché, ma decisi di seguirlo e … restai dietro alla porta ad ascoltare … e sentii tutto … le sue parole licenziose … il pianto disperato di Françoise … - fece una pausa … - ... così, aspettai che uscisse e lo fronteggiai … gli ordinai di non avvicinarsi mai più a lei … e poi, gli dissi che avrei chiesto seduta stante di rimuoverlo dal suo posto e che non avrebbe più partecipato al progetto cyborg … -
- Quindi … è per questo che io … non l’ho mai conosciuto? –
Annuì … -Sì … seduta stante, gli tolsi tutti i diritti e il badge per entrare nell’area riservata al progetto … non sarebbe mai più entrato in contatto con lei né con nessuno di voi … -
-Dottore … -
-Io … ti giuro Joe … - si mise a piangere … - … io non credevo che lui potesse approfittare della sua innocenza … era una bambina … così fragile ed innocente … ed io non potevo pensare che qualcuno le potesse fare del male … -
009 inspirò profondamente, cercando di stare calmo, ma era toppo arrabbiato e amareggiato per tutto quello che aveva e stava sentendo e così, incapace di trattenersi … -Davvero Dottore? Lei davvero pensava una cosa così assurda? … - lo guardò con espressione dura … - Allora, come giustifica il fatto che sia lei … che lo Spettro Nero, nonostante fosse solo una bambina fragile ed innocente, le abbiate fatto del male, rapendola e portandola via dalla sua famiglia e infine, trasformandola in un cyborg? –
L’anziano scienziato trattenne il respiro …
-Lei, Dottore … è l’uomo che la ha operata e trasformata in un cyborg. – asserì con durezza feroce.
Sopraffatto dal dolore, Gilmore scoppiò a piangere …
-Quindi, come poteva pensare che nessun altro le avrebbe potuto fare ancora male, quando lei era stato il primo a farglielo? –
-Io … non lo so … - mormorò affranto, singhiozzando tra le lacrime … - … io … non so perché non ho voluto vedere … mi dispiace … - sentiva il proprio cuore spezzarsi in mille pezzi … - … mi dispiace … mi dispiace da morire … che Dio mi perdoni per quello che vi ho fatto … per quello che ho fatto a Françoise … -
Joe scosse la testa, guardandolo per la prima volta, da quando si conoscevano, con grade biasimo …  -Non è Dio che deve perdonarla, Dottore. Inoltre, non è vero che tutto passa, come ha detto lei l’altro giorno … perché ci sono ferite che ti segnano per la vita e non guariscono mai. -  e così dicendo, senza aggiungere altro, se ne andò via e lo lasciò solo con la sua immensa disperazione e le sue imperdonabili colpe …

 

 

© 25/11/ 2017

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