ROMEO 009 & JULIET 003

di Renato


Estratto da Skypedia – Enciclopedia interplanetaria online
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Tags: Romeo009, Juliette003, Montague, Capulet

“Da due antiche e potenti famiglie d'antico odio l'un contro l'altra armate, sul nobile planetoide di Neo-Verona, ove la nostra scena è posta, nacquero due giovani amanti segnati dalle stelle. Il loro amore intenso e contrastato, la lotta delle loro famiglie, le loro lacrime, i loro abbracci, le loro passioni contro gli odi dei loro cari saranno oggetto della mia umile rappresentazione. Perdonami, lettore, per la mia inadeguatezza ed i miei limiti. Perdonami anche tu, sublime William Shakespeare, se la storia si ripete nel futuro, perché il mito che hai consacrato è eterno.
Mai vi fu storia di più gran dolore che quella di Françoise e del suo amore.”

Personaggi:

I Montague:
Joe Shimamura Montague: nickname Romeo009 – è bello, è dolce, è audace, è virtuoso, è  innamorato, è pazzo.....di lei
Isaac Gilmoure Montague: patriarca dei Montecchi, padre di Joe
Madonna Carolyn Montague: moglie di Isaac e madre di Joe
Albert Heinrich: nickname Benvolio004 cugino di Romeo
Baldassarre detto Geronimo: servo di Joe/Romeo009
Abramo detto Bretagna: servo dei Montague ed attore....shakespeariano
Rosalina dei Borromei: cugina di Joe/Romeo009
Piunma: servo dei Montecchi
Jet: servo dei Montecchi

I Capulet (detti anche Fantasmi Neri per il loro emblema, uno spettro nero in campo bianco):
Fulgencio “Skull” Capulet: patriarca dei Capuleti e padre di Françoise
Madame Gloria Arnoux Capulet: moglie di Fulgencio e madre di Françoise
Françoise Arnoux Capulet: nickname Juliet003 – un'angelo biondo dalle movenze languide, dalla grazie eterea, dagli occhi azzurri, è segnata dal destino ma non lo teme.......perchè ama lui
Tebaldo: cugino di Françoise, detto “Principe dei Gatti” per la sua abilità in combattimento.
Sansone: servo dei Capulet
Gregorio: servo dei Capulet

 

Bartolomeo della Scala: Principe del planetoide di Neo-Verona
Megaro detto Mercuzio: il folle e poetico amico di Joe/Romeo009, nonché parente del Principe della Scala
Paride: detto “Principe Valium” da Françoise, è il di lei promesso sposo, oltre che parente del Principe della Scala
Frate Lorenzo, francescano

 

 

ATTO I

 

Scena prima

 

Palazzo Montague, Capulet Mansion, notte.

Romeo009/Joe è seduto di fronte al PC. Da un po' di tempo la sua vita spensierata ha cessato di soddisfarlo. Lo sport, le serate in discoteca, le corse in macchina, tutto gli appare banale. Il suo animo sensibile ha compreso che vi è qualcosa di più elevato del puro e semplice divertimento. Sente un vuoto e sa che una sola cosa può colmarlo: l'amore; ma amore puro, sincero, autentico come il suo animo di ragazzo. Dalla sua finestra, aperta sul parco di Palazzo Montague, entrano i raggi di un'alta luna da innamorati che i suoi occhi profondi contemplano in solitudine, solitudine che lo assale fino a farsi insopportabile. Per alleviare il tormento il ragazzo affida alla rete i suoi pensieri.

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Romeo009/Joe: “Amore, cosa sei? Amabile odio, Pesante leggerezza, Fuoco ghiacciato, Austera vanità, Disarmonico caos di forme vane, Sonno sempre desto che non sei quello che sei! Quale affanno allunga tanto le mie ore? Io non so chi sia la mia amata, ma so che esiste! Dolce celestiale creatura, Angelo senza nome che posso solo immaginare, so che ti incontrerò, ma non so quanti giorni ci separano”

Mentre il giovane scrive, in una delle grandi stanze di Capulet Mansion una ragazza bionda in camicia da notte candida e chiome sciolte è seduta dinanzi ad computer, l'azzurro profondo dei suoi occhi intensificato dal riverbero del monitor.
Legge quelle parole accorate e si rende conto di provare un simile tormento.
Quel ragazzo forse.....
Volse lo sguardo sulla finestra aperta, colpita, mentre il suo cuore aumentava i battiti.
Rimase a contemplare per un lungo momento le palme agitate dalla brezza dell'immenso giardino e la scia argentea della luna sul mare, poi si collegò.

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Juliette003: “Chi sei tu, ignoto cavaliere, che nel profondo della notte mi rubi i miei pensieri?”
Romeo009: “Sono un giovane che anela Amore, null'altro!”
Juliette003: “E dimmi, se non è un segreto: qual'è il nome di colei che tanto ti fa soffrire senza nuocerti con alcun mezzo?”
Romeo009: “Non ha nome, né volto......sono in cerca di un angelo che colmi il mio vuoto, ma ancora non l'ho incontrato. Perdonami l'ardire impudico ma........perchè mi scrivi? Perchè la mia pena ti tocca il cuore?”

Françoise lesse la frase ed arrossì. Il fiato le venne meno. Le sue dita delicate tremavano mentre rispondeva a quello strano ragazzo che parlava come un poeta.

Juliette003: “Io......non domandarmelo.......ti prego........non lo so”

Joe non credette a ciò che leggeva. Ebbe uno strano presentimento.

Romeo009: “Di cosa hai timore, fanciulla?”
Juliette003: “Di....di....oh, non riesco a fermarmi, non riesco a mentirti e sento che non menti....da tempo leggo ciò che scrivi, conosco la tua pena ed è anche la mia ma…..ho paura di innamorarmi senza limite alcuno, di saltare in un'abisso di....”
Romeo009: “Sei forse tu colei che cerco?........perdonami, non posso fermarmi”
Juliette003: “Io....può essere......ti sento vicino e....basta, ho paura, cosa ci sta succedendo?”
Romeo009: “Forse una silenziosa freccia di Cupido per ciascuno di noi è la spiegazione? O forse sognamo entrambi........in fondo non abbiamo di fronte nient'altro che un computer”
Juliette003: “Scambiamoci una foto, mostrami il tuo volto”
Romeo009: “Potrei ingannarti con una foto qualsiasi”
Juliette003: “Sento che non lo farai”

Quando videro uno il volto dell'altro, non furono più gli stessi.
Non si riconobbero dalle foto perchè non si erano mai incontrati.
Non sapevano di essere nemici.
Non ancora.
Non sapevano di essere innamorati.
Non ancora.

 

Scena seconda

 

Central Square, principale centro commerciale di Neo-Verona.

Albert entra in scena al volante di una decapottabile sportiva. Con lui Jet e Bretagna.
Albert ferma l'auto ad una stazione di servizio.

Albert: “Aspettatemi qui, devo solo comprare le sigarette. State calmi e non perdete la testa se compaiono i Capuleti”
Jet: “Saggio Benvolio004, sia fatta la tua volontà”
Bretagna: “Non dipenderà certo da noi!”
Albert “Queste parole le ho già udite, mi pare.....non fate scemenze e basta!”

Albert entrò nel negozio della stazione di servizio.
Subito dopo una lunga berlina nera si fermò nella corsia a fianco.
C'era Tebaldo al volante. Insieme a lui due servitori dei Capuleti, Sansone e Gregorio. Il loro abbigliamento in jeans e giacconi di pelle era minaccioso come i loro modi.

Jet e Bretagna, in giacca e cravatta, rimangono apparentemente indifferenti quando Sansone volge fulmineo lo sguardo verso di loro.
I due si preparano a reagire, quando Sansone si limita a gridare “Boom!” ed i tre scoppiano in risate di scherno.
Jet li fissa duro, poi si rivolge a Bretagna.
Jet: “Io gli faccio gli occhiacci, mi mordo il pollice in faccia a loro e lo faccio schioccare, ch'è un insulto. La prenderanno come avranno fegato e se la prendon male, tanto meglio!”

Jet fece il gesto di mordersi il pollice.

Gregorio: “Vi mordete il pollice per noi, messere?”
Jet: “Io sì, mi mordo il pollice”
Gregorio: “Ma, messere, è a cagione nostra che ve lo mordete?”

Jet(a Bretagna): “Se rispondo sì la legge è dalla mia?”
Bretagna: “No”
Jet: “No, messere, non è per voi, tuttavia io me lo mordo!”
Sansone: “Volete forse attaccare briga, messere?”
Jet: “Briga noi? No davvero messere!”
Sansone: “Sappiate che, qualora ne aveste vaghezza, io sono a vostra piena discrezione poiché servo un padrone che vale quanto il vostro”
Bretagna: “Ma non di più!”
Sansone: “Anche di più, invece”
Bretagna: “Dimostratelo, messere!”
Sansone: “Come desiderate!”

Albert ricompare con una pistola e la spiana contro entrambi i contendenti.

Albert: “Pazzi scriteriati, voi non sapete ciò che fate. Il Principe ha vietato ogni genere di rissa! Le armi nei foderi ed allontanatevi, subito!”

Tebaldo: “Benvolio, parli di pace ed impugni un'arma.”
Albert: “La impugno per metter pace fra facinorosi e voi, Tebaldo, potreste aiutarmi.”
Tebaldo: “Pace! Odio questa parola come odio tutti i Montecchi, dal primo all'ultimo! Voltati e guarda in faccia la tua morte, Benvolio”

Albert si volse fulmineo.
Tebaldo fece fuoco.
Albert rispose.
E fu l'inferno.

A Capulet Mansion suonò la sirena d'allarme.
Juliette003 conosceva quel suono orrendo e sapeva cosa significava.
Lo aveva imparato grazie al dolore.
Troppe volte, vestita di raso nero, aveva pianto sul ciglio di una fossa mentre le palate di terra strappavano alla bara sordi rimbombi, chiedendosi quale senso potesse avere quell'assurda faida di cui ormai non si discernevano più neppure le origini.
Tutta la casa era in subbuglio.
Tutti correvano ad armarsi e saltavano sulle macchine, che partivano facendo fischiare le gomme.

Fulgencio Capulet: “A me il mio spadone!”

Un servo gli porse un fucile a pompa.
Madonna Capuleti intervenne afferrandolo per un braccio.

Gloria Capulet: “No! Tu non ti muoverai di qui per cercare altri guai!”
Fulgencio Capulet (liberatosi con uno strattone): “Lasciami, donna!”
Françoise corse ad abbracciare sua madre e pianse di dolore e rabbia.

Françoise: “Oh, madre! Madre! Basta! Basta! Non ce la faccio più!”
Gloria Capulet ricambiò l'abbraccio della figlia con intensità.

Con l'arrivo dei rispettivi rinforzi la sparatoria si estese e si intensificò. I vetri esplodevano, le grida della folla terrorizzata erano assordanti e si mescolavano a quelle dei feriti. Poi dal cielo calò il fragore degli elicotteri ed una pioggia di lacrimogeni cadde sui contendenti, accompagnata dal crepitio e dai lampi blu delle granate accecanti. Un contingente di guardie cittadine con corazze e maschere antigas si gettò su entrambe la fazioni, stordite e lacrimanti, ammanettandole con l'aiuto dei manganelli. Dal cielo, potentemente amplificata, la voce del Principe Bartolomeo della Scala, signore di Neo-Verona, fece vibrare tutta la sua collera e il suo sdegno.

Della Scala: “Cittadini sediziosi, sudditi ribelli, nemici della pace, profanatori della nostra città, assassini fratricidi! Non uomini, ma bestie che vogliono sfogare la loro cieca rabbia con i rivoli del sangue dei loro fratelli! Deponete subito quell'acciaio maltemprato, se vi è cara la vita, ed ascoltate la collera del vostro sdegnato principe! Con stupide zuffe generate da parole al vento avete turbato per l'ennesima volta la pace della nostra città e ferito innocenti! Ora basta!! Tu, Montecchi e tu Capuleti siete convocati per oggi nella vecchia Villafranca, ove risiede la nostra Corte di Giustizia. Qui giurerete di mantenere la pace, e ricordate bene...........da oggi in poi con la vita voi con i vostri parenti e servi pagherete la pace violata!!”

 

Scena Terza

 

Il principe Della Scala, in uniforme, siede dietro un'ampia cattedra.
Seduti di fronte a lui, Isaac Montague e Fulgencio Capulet ascoltano intimoriti.
Dietro di loro, ammanettati dietro la schiena in mezzo a due guardie, Tebaldo e Benvolio attendono di venire rilasciati su cauzione.

 

Della Scala: “Per l'ennesima volta siete scesi in armi a turbare la pace della nostra città e vani sono stati gli appelli alla ragione ed alla fratellanza. Da ora in poi avete siglato un patto di pace non con me personalmente ma con la nostra città. La garanzia della pace sarà la vostra stessa vita. Da ora in poi i vostri rampolli impareranno ad usare la testa, fin tanto che la porteranno attaccata alle spalle! Andate!”

Le porte del Palazzo di Giustizia si chiudono alla spalle di Albert e Tebaldo.
Ciascuno dei due si dirige verso la berlina del rispettivo patriarca.
Non appena Albert prende posto sulla berlina, Isaac gli rivolge la parola.

Isaac: “Dimmi, nipote, chi fra voi ha rinfocolato quest'annosa contesa? Eri presente, quando hanno cominciato?”
Albert: “Vedete Zio, giunsi sul posto che già avevano cominciato, non so chi per primo, e misi mano alla pistola per separarli. Sopraggiunse Tebaldo accusandomi di essere un falso paciere e sfidandomi a duello. Mi sono difeso. Il resto, Zio, lo sapete”
Carolyn Montague: “E Joe, il mio Romeo, era con voi?”
Albert: “No zia, egli non ha preso parte allo scontro”
Carolyn Montague “E dimmi, nipote, sapresti dove trovarlo?”
Albert “Sì, Zia. Una mattina passeggiavo  di buon'ora lungo Sycamore Beach e lo vidi meditare sconsolato, seduto sul proscenio del teatro in rovina che sorge sulla sabbia del litorale. Egli mi vide e si ritirò dietro le quinte di pietra ed io, vedendo che desiderava la solitudine non lo importunai. Altre volte, in preda a quella strana malinconia che ultimamente lo affligge, proprio lui che è sempre stato l'anima dei nosri divertimenti, l'ho visto incamminarsi per quel luogo incantato.”
Carolyn Montague “Con me non si confida, nipote. A volte chiude le imposte delle sue stanze per sfuggire la luce del sole, e si riproduce ad arte un'altra notte. Siamo in pena per lui. Possiamo affidarti l'incarico di scoprire cosa lo rende tanto infelice e solitario?”
Albert: “Certamente Zia. Lasciatemi a Sycamore Beach, so dove trovarlo e, a quattr'occhi, confido di ottenere da lui una schietta apertura”

 

Scena Quarta

 

Sycamore Beach

Benvolio004 scende dalla berlina e cammina nel sole, verso Sycamore Beach, verso il mondo interiore di Romeo, verso l'antico teatro in rovina sulla spiaggia che il suo sofferente cugino ha eletto a scenografia del suo solitario dramma.
Il Sole è il suo tecnico di luci, il mare il suo pubblico, il vento i suoi applausi, il suo dolore è
il regista, e Benvolio004 ne diviene gradatamente consapevole mentre la traccia di impronte che si lascia alla spalle si fa sempre più lunga e l'immenso arco di pietra del teatro sulla spiaggia si fa sempre più vicino incorniciando il mare.
Benvolio004 sale i gradini che portano sulla scena ed è sorpreso di incontrare sua cugina Rosalina.

Benvolio004: “Anche tu qui.....per la mia stessa ragione?”
Rosalina: “Per lui, ma anche per te, sapevo che saresti venuto qui e so che tutta la vostra famiglia è in pena da quando la malinconia si è impossessata del suo animo”
Benvolio004: “Non parlare per enigmi, cugina. Gli hai parlato?”
Rosalina: “Ci ho provato, ma mi ha detto che io non posso salvarlo, che mi ama solo come cugina, mentre io.......”
Benvolio004: “So cosa senti per lui, ma.....dicesti di essere qui anche per me”
Rosalina: “Sì, io........anch'io conosco i tuoi sentimenti, so cosa provi per me ed ho capito che devo dare amore a chi me ne dona.....tu meriti il mio amore, Benvolio004”

Rosalina lo baciò sulle labbra.

Benvolio004: “Sei certa di ciò che dici? Davvero non vuoi più pensare a lui?”
Rosalina: “Amare per me è una scelta, per il nostro cugino totale abbandono e sofferenza assoluta.......no, non è la mia strada........e neppure la tua.........tuttavia, vai ad aiutarlo. Avremo modo di parlare di noi”
Benvolio004: “Ho promesso agli zii di aiutarlo. Tu non vuoi dirgli nulla?”
Rosalina: “N-no, non potrei..........devo staccarmi da lui.....è troppo maledettamente bello e dolce....devo averne la forza.........”

Si baciarono ancora e Rosalina corse via.
Benvolio004 impiegò un po' per rendersi conto che era accaduto davvero, poi si volse vero Romeo009.

Era seduto sul ciglio del proscenio, un piede nel vuoto, l'altro sul tavolato, lo sguardo fisso su un punto infinitamente lontano. Il sole basso sull'orizzonte proiettava sul mare un traccia cremisi che faceva da sfondo alla sua figura incendiandone i capelli biondi. Questo rendeva i suoi occhi ancora più azzurri e la sua abbronzatura color miele. Volse i suoi lineamenti delicati come quelli di una fanciulla verso Benvolio004. L'espressione era quella di un poeta ispirato.

Benvolio004: “Buon mattino, cugino”
Romeo009: “Mattino.....il giorno è dunque ancora così giovane?”
Benvolio004: “Sono appena le nove”
Romeo009: “Solo le nove.....quanto sono lunghe le ore all'uomo che soffre”
Benvolio004: “E cosa potrebbe renderle lievi?”
Romeo009: “Il possesso di ciò che porrebbe fine alla sofferenza”
Benvolio004: “Ed è questo il tuo segreto? Condividilo con me; dividendo il fardello faticheremo la metà a trovare la cura del tuo male”
Romeo009: “Sai cos'è Amore?”
Benvolio004: “Un crudele tiranno, se ti abbandoni a lui”
Romeo009: “Non posso che abbandonarmi, se voglio trovare quello vero, profondo, autentico. E' il solo di cui sento necessità. Godere e peccare con le donne non mi basta, cerco un'angelo e forse........”
Benvolio004: “Forse?”
Romeo009: “Benvolio, se io trovassi questo angelo, ma incontrarlo potesse essere difficile o addirittura pericoloso, potrei contare su di te, vero?”
Albert vide Joe animarsi come non faceva da mesi.
Joe gli raccontò di Juliette003.

Benvolio004: “Cugino, e se quell'immagine fosse falsa?”
Romeo009: “Sento che non la è........stanotte le chiederò di incontrarci”
Benvolio004: “Come puoi esserne certo?”
Romeo009: “Non so perchè......ma lo sono......la magia che ho sentito nell'aria in quei momenti era troppo intensa........non chiedermi prove”
Benvolio004: “Sarò con te in questa follia, ma promettimi che, se tale dovesse rivelarsi, ascolterai i miei consigli, tu, che non vedi tutti gli splendidi occhi di fanciulle che ti guardano e sospirano perchè tu, mio sofferente poeta, vuoi unicamente sognare la felicità invece di coglierla”
Romeo009: “Forse sei nel giusto, cugino, ma adesso inseguiremo il mio sogno”
Benvolio004: “I sogni sono contagiosi......e sia, il nostro patto è suggellato”

 

ATTO II

Scena prima

Capulet Mansion, percorsa da un esercito di servitori intenti all'allestimento del ballo in maschera.
Gloria Capulet: “Françoooooise, Françooooise!! Balia, hai visto mia figlia?”
Balia: “Ve la porto subito, Madonna”
Françoise (in vestaglia, trascinata dalla balia): “Eccomi madre!”
Gloria Capulet: “Mia adorata figliola, hai compiuto sedici anni, e molte donne della tua età sono già madri felici. Cosa pensi della possibilità di prendere marito?”
Françoise “E' un onore, madre, che neppure sogno”
Balia: “Ma che dici, birichina! Che il Signore ti abbia in grazia! Tu sei stata la bimba più graziosa che io abbia avuta da crescere. Vivessi tanto da vederti sposa, non avrei più altro desiderio!”
Gloria Capulet: “Venivo appunto a toccare questo argomento. Conosci il giovane Paride, figliola?”
Françoise (non proprio al colmo dell'entusiasmo) “Sì, madre, lo conobbi al ricevimento del Principe Della Scala”
Gloria Capulet: “Ebbene, quel giovane elegante e virtuoso ha chiesto la tua mano”
Françoise: “Io.....non so che dire, così, all'improvviso...”
Gloria Capulet: “Un più bel fiore non lo produce in tutta l'estate tutta Verona”
Balia: “E' vero, che fisico, che labbra, che muscoli! Mmmmmmh! E che ricco, e giovane, e forte e focoso a letto...”
Gloria Capulet: “Balia, scusa se ti interrompo, ma ha chiesto la mano di Frnçoise, non la tua!”

L'idea della balia in sposa a Paride strappò a Françoise una risata a cuore aperto, alla quale ben presto si unirono anche le altre donne.

Gloria Capulet: “Ebbene, lo vedrai al ballo. Cerca di leggere quel che è scritto nel libro del suo volto e vi troverai tutto quanto possa esservi di amabile e gentile. Se lo farai tuo, sarai partecipe di un tale possesso senza diminuir te stessa. Credi che potresti amare un tal giovine, figliola?”
Françoise: “Vedrò di farmelo piacere, madre, se vedere può suscitare piacere, ma non spingerò oltre quanto possa permettere la vostra approvazione”
Gloria Capulet (carezzandole la chioma bionda): “Brava, bambina mia!”

 

Scena Seconda

 

Capulet Mansion, studio di Fulgencio “Skull” Capulet

Fulgencio Capulet: “Isaac Montague ha sospeso sul capo il mio stesso grave castigo, e non dovrebbe essere difficile per due uomini della nostra età mantenere la pace”
Paride: “Siete entrambi uomini onorevoli, e la pace sarebbe una gioia per voi e per l'intera città, una gioia da festeggiare con un matrimonio. Io chiedo la mano di vostra figlia, Messer Capuleti, e sarò come un figlio anche per voi”
Fulgencio Capulet: “La mano del mio fiorellino, caro giovine? Non siate così frettoloso, conoscetela, vezzeggiatela, corteggiatela e conquistate il suo cuore da gentiluomo qual siete, e se la mia piccola vi darà il suo consenso, ebbene, figliolo, voi avete già il mio. Al nostro ballo, fra due sere, la incontrerete”

 

Scena Terza

 

Montague Palace, Capulet Mansion

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Romeo009: “Il tuo viso risplende sul buio sipario della notte come una gemma rara pendente dall'orecchio di una principessa etiope. Infinite volte mi sonno chiesto cosa fosse Amore e tu, con gli occhi ed un semplice sorriso, me lo hai svelato. Se può farmi questo un semplice ritratto, cosa proverò incontrandoti? Quasi tremo a pensarci, ma non posso sottrarmi”
Juliette003: “Non farmi arrossire, ti prego, anche se il mio rossore non puoi scorgerlo. Non adorarmi, mi fai paura. E' troppo grande ciò che mi dici, troppo bello, per una semplice, debole fanciulla. Non riesco a credere che un giovane bello, virtuoso e sensibile, cui tutte le damigelle di Neo-Verona sicuramente renderanno omaggio, mi adori con tanta forza......ti prego......mi confondi”
Romeo009 “No! Io prego te di credermi. Io.....non bastano semplici messaggi, quando saremo uno dinanzi all'altro allora davvero comprenderemo cosa ci è accaduto....l'amore vero, abbandono totale, adorazione pura.......io devo incontrarti......ma non sia mai che io non ti rispetti e comprometta il tuo onore. Scegli tu luogo ed ora, ed un luogo ove non saremo soli, ”
Juliette003: “Grazie, Romeo009. Ascolta: a Capulet Mansion tra due giorni, di sera, si terrà il ballo in maschera annuale, io sarò vestita da angelo, in bianco, ed alle 23:00 ti attenderò in cima allo scalone d'ingresso. Scusami, ma non potrò liberarmi prima. Dovrai solo sussurrarmi il tuo nickname ed io capirò. Le maschere celeranno i nostri volti, e saremo soli in mezzo a tutti”
Romeo009: “Dovrai liberarti?”
Juliette003: “Sì, del Principe Valium! Dovrò concedergli diversi giri di ballo per far contenti i miei genitori, e lo farò per non destare sospetti. Sono già andata dallo speziale a farmi dare un sonnifero, lo farò dormire un po' e mi cambierò il costume con quello da angelo. Nella confusione nessuno noterà nulla ed il Principe Valium si sveglierà convinto di aver troppo omaggiato Bacco. Non temere, non è tuo rivale.”
Romeo009 “Principe Valium? Mai sentito nominare!”
Juliette003: “Sono io a chiamarlo così, meglio che tu non sappia per ora, ti spiegherò tutto quando ci vedremo”
Romeo009 “Occorreranno gli inviti per me ed i miei amici”
Juliette003 “Posso procurarteli io, con i nomi in bianco. Un mio amico fidato te li porterà. Conosci Mercuzio, il cugino del Principe?”
Romeo009 “Sì! Siamo amici!”
Juliette003 “Li darò a lui, penserà lui a farti entrare. Ora non posso dirti altro, Romeo009. Ci vediamo al ballo”
Romeo009 “Ogni secondo di attesa sarà tormento e miele al contempo”

 

Scena Quarta

 

Montague Palace, stanza di Romeo

Joe, Albert e Rosalina sorseggiano un the

Romeo009: “Albert, tu mi promettesti di rimanere al mio fianco, quale che fosse l'impresa”
Benvolio004: “Ahime, sì! Chi è più pazzo, il pazzo o quello che lo segue?”
Rosalina: “Per queste domande occorre Mercuzio!”
Romeo009: “Rispondo io! E' più pazzo chi più ama!”
Benvolio004: “Ma di quale impresa vuoi rendermi partecipe?”
Romeo009: “Ho l'appuntamento con la rapitrice del mio povero cuore”
Benvolio004: “E vuoi che ci venga anche io?”
Romeo009: “Tu, cugino, tu, cugina, Mercuzio ed un manipolo di arditi”
Benvolio004: “La tua amata vuole conoscerci tutti?”
Romeo009: “No! L'appuntamento è a Capulet Mansion”
Albert e Rosalina insieme: “Dove, prego?”
Romeo009: “Al ballo in maschera dei Capuleti, sotto le mentite spoglie della maschere e con sette regolari inviti!”
Benvolio004: “Regolari quanto?”
Romeo009: “Quanto basta, ci penserà Mercuzio! Se non verrete andrò solo”
Benvolio004: “E sia! Io, te, Mercuzio, Rosalina e...”
Romeo009: “Geronimo, Bretagna e Piunma! ”
Benvolio004: “Ovviamente senza nulla dire ai tuoi”
Romeo009: “E' una follia che non posso farmi proibire”
Benvolio004: “Ecco il Romeo che conosco, finalmente!”

 

Atto III

 

Scena prima

 

Sycamore Beach

Sera, l'arco di pietra del teatro ha un sipario blu cristallo trapuntato di stelle.
Sul palcoscenico, un gruppo di giovani eleganti parla allegro.
Uno solo, in disparte, guarda il mare.

Rosalina: “Alla fin fine, seppur per amor tuo, sto facendo una follia per chi mi tratta come se fossi un albero!”
Benvolio004: “L'amore è ben strano tiranno”
Rosalina: “Ed ha come vassallo un ben strano cugino”
Bretagna: “Anche tu tormentata, Rosalina? Anche tu, come il nostro Romeo, cercherai tenebra e sospiri?”
Rosalina (con fare da civetta): “Non sono il tipo, io, da farmi monaca senza convento e vocazione, come il nostro dilettante asceta. Io mangio, bevo e me ne infischio, mio bel pelatino!”
Bretagna: “Diventerai grassa, alcoolizzata e triste se in tempo non ti ravvedi!”
Benvolio004: “Si è ravveduta, per l'appunto, le farò io da padre spirituale. Orsù, vieni, donna! Godiamo, pecchiamo, preghiamo, pentiamoci e riprendiamo!”
Rosalina: “Oh! Leggiadri Spiriti Scemi! Quanto mi elevate!”
Geronimo: “Beata giovinezza!”
Bretagna (indicando Joe): “Non sempre!”

Romeo è in piedi, sul proscenio, illuminato da un raggio di luna.
Il vento attraversa i suoi capelli biondi sospirando.
Il suo sguardo dolce cerca quel volto fra le stelle.
Sa cosa dicono di lui i suoi amici, sa che scherzano bonariamente e vorrebbero vederlo felice. Non è indifferente a loro, anche lui li ama, solo è timido nello svelarlo. Il suo apparente distacco non è dovuto ad indifferenza, ma al troppo elevato sentire.

Non vi è superbia, nel povero dolce Romeo.
Il rombo di una macchina sportiva si arresta dietro le quinte del teatro ed un nuovo attore entra in scena.
“Megaro!” esclama più d'uno.

Megaro: “Per gli amici Mercuzio! E per gli amici sospiranti d'amore, Mercuzio più che mai!”
Romeo009: “Hai dunque, mio buon Mercuzio, le chiavi per aprirmi le porte della felicità?”

Nella mano di Mercuzio compare un ventaglio di colorati pass magnetici.

Mercuzio: “Sicuro! E non le varcherai solo!”
Romeo009: “Come li hai avuti?”
Mercuzio: “Dalla regina Mab!”
Romeo009: “Regina Mab? Qual leggiadra dama menzioni, folle menstrello?”
Mercuzio: “Oh, la più leggiadra delle leggiadre! La Regina delle Fate! Non più grossa d’una pietruzza d’agata al dito indice di un assessore ella viaggia su un cocchio trainato da piccoli esserini, e si posa sul naso di chi dorme; i raggi delle ruote sono di zampe di ragno, il mantice di ali di locuste, le briglie sottili filamenti d’esili ragnatele, i pettorali rugiadosi raggi della luna. La frusta ha il manico d’osso di grillo e la sferza è un filo sottilissimo!In questo arnese, Mab va cavalcando, la notte, pei cervelli degli amanti, e allora questi sognano d’amore; o per le rotule dei cortigiani, che subito sognano salamelecchi; o sulle dita di avvocati, che sognano parcelle; o sulle labbra delle dame, che sognano baci; oppure....”

Mercuzio inizia ad agitarsi in modo sempre più incontrollato.
Tutti, all'inizio divertiti, iniziano a fissarlo perplessi finchè Albert non interviene.

Benvolio004: “Basta Mercuzio, calmati.......stai parlando.......di nulla”

Mercuzio si calma, un poco affannato.
Anche Joe gli si avvicina e gli mette affettuosamente una mano sulla spalla.

Mercuzio: “Avete ragione, sono il figlio di una mente vagabonda che partorisce solo vane fantasie inconsistenti come l'aria, più incostanti del vento....però, mio dolce Romeo, il mio spirito mi fa presago di eventi ancor sospesi fra le stelle che avranno il loro appuntamento in questa festa, e tu ed io ne saremo parte.....ma Colui che governa la mia rotta da nocchiero diriga la mia vela! Avanti allegramente!!”

Mercuzio. tornato sorridente, distribuisce i pass e tutti saltano a bordo della sua decappottabile che imbocca rombando il lungomare.

 

Scena seconda

 

Capulet Mansion

Capulet Mansion è un tripudio di colori e luci. Il gaio frastuono di musica e voci che sempre accompagna le feste diffonde un'entusiamo che contagia irresistibilmente anche gli invitati sul lungo serpente di macchine che, poco alla volta, varca il posto di blocco superando i controlli di guardie armate in uniforme blu. I Montague, come tutti gli invitati, hanno il voto celato da maschere e non sono diversi da tutti gli altri invitati. I loro pass sono validi, anche se Joe per un lungo istante trattene il respiro. Tutta la migliore gioventù di Neo-Verona, bellissima, elegante e gaia, contribuisce generosamente all'evento. Persino il sospiroso Romeo sorride spontaneamente, ma l'emozione dell'appuntamento in cima allo scalone lo fa trenare. Mercuzio non aveva ancora fatto due metri, che già aveva trovato il modo di far sbellicare dalle risa tre ragazze e portarsene sottobraccio due. Rosalina baciò Albert sulle labbra. Geronimo e Bretagna li seguirono sulla scala d'ingresso insieme a Romeo009, che contemplava la sommità dello scalone successivo. Su quel ballatoio stavano i padroni di casa, Fulgencio e Gloria Capulet.

Fulgencio Capulet. “Signori! Benvenuti a casa mia! Mie belle dame, chi fra voi si potrà rifiutar di ballare? Avanti, avanti! Ho conosciuto anch’io il tempo quando nascondevo il viso dietro lo schermo d’una mascherina, e sussurravo a qualche bella dama, all’orecchio, galanti paroline... Ma quel tempo è lontano, strapassato. Voi siete i benvenuti, miei signori! Andiamo, suonatori, un po’ di musica, e voi, ragazze, via coi vostri passi!”

Gloria Capulet: “Mio giovane Paride, ecco la mia piccola”
Juliette003: “Onorata di conoscervi, signore”
Paride: “Siete voi la mia signora, damigella Capuleti. Concedetemi l'onore di un giro di danza”
Juliette003: “Accetterò ad una condizione, messere”
Paride: “Che posso fare per servirvi, damigella?”
Juliette003: “Ve en concederò più d'uno se i mia mano potrò offrirvi da bere il nostro raffinato vino di casa.......in quel bel salottino”
Paride (cotto a puntino): “Ogni vostra vaghezza è per me decreto immediato......”
Juliette003: “Orsù, non indugiamo!”

Mercuzio: “Allora, Romeo, che solo ti aggiri fra tanta allegria, sei parte del servizio d'ordine? O del servizio segreto?”

Il gruppetto di ragazze che, come sempre, Mercuzio riusciva a tirarsi dietro rise fragorosamente.
Romeo009 sorrise.
Mercuzio gli spinse una ragazza ubriaca fra le braccia ed i due rotolarono su un divano. Joe la mise delicatamente a sedere.
Romeo009: “Perdonate l'irruenza del mio amico, damigella.......come vi chiamate?”
Cordelia: “Cordelia, mio bel cavaliere! Che ci fai qui tutto solo?”
Romeo009: “Ecco, io........sono qui per amore.....”
Cordelia: “Amore? Se ti occorre amor profano ci sono io, bel cavaliere!”
Romeo009: “Perdonatemi, Damigella Cordelia, ma non posso......vi farei torto, non posso mentirvi e, vi prego, non offendetevi ma..........ho un appuntamento segreto con un'altra. Farei torto a lei e a voi”
Cordelia: “Amore romantico il tuo, mio cavaliere. Con il mio ti saresti divertito, con il tuo soffrirai....a meno che tu non voglia conciliare le due cose.......”
Romeo009: “Oh, no....vi prego....non tentatemi!”
Mercuzio: “Vade retro, Satana!”

Risate argentine di fanciulle.

Romeo009: “Come se il Mefistofele tentatore di fanciulle fossi io!”
Mercuzio: “Finita la festa, mie damigelle, confesserete tutti i vostri peccati al mio amico ed egli vi assolverà!”
Romeo009: “Con siffatto maestro di perdizione, sarà lavoro ingrato e lungo”
Mercuzio: “A meno che tu non diventi mio seguace!”
Romeo009: “Stasera forse mi perderò comunque!”

Tebaldo: “Zio! Zio! Ascoltatemi, Zio!”
Fulgencio: Cosa c'è. Mio caro nipote, e perchè quel cipiglio iracondo che non s'addice da una festa?”
Tebaldo: “Zio, siamo appena stati duramente offesi da quei maledetti Montecchi!”
Fulgencio: “Come sarebbe, nipote?”
Tebaldo: “Nonostante la maschera, ho riconosciuto la voce di Joe Montague”
Fulgencio: “Ne sei certo?”
Tebaldo: “Sì, zio. Lo vedete? E' quello là, vicino a Mercuzio. E' venuto sotto mentite spoglie a farsi beffe di noi, ma non ne godrà, ora mi farò portare la spada”
Fulgencio: “Non farai assolutamente nulla. Se è del giovane Montague che parli, ebbene tutta Neo-Verona lo conosce come ragazzo cortese e virtuoso e si sta comportando da gentiluomo, e l'ultima cosa che voglio è ch egli venga fatto torto qui, in casa mia. Dimentica tutto, nipote”
Tebaldo: “Io non posso soprassedere a simile offesa!”
Fulgencio: “Altrochè se puoi, quando te lo dico io, o desideri scontrarti con me, piuttosto che con lui? Tu i miei invitati li lasci stare, hai capito bene?”
Tebaldo: “Sì Zio, perdonatemi”
Fulgencio: “Su, su, giovine irascibile, smetti quella maschera e godi della tua giovinezza! Hai centinaia di belle ragazze intorno a te, e guardi un Montecchi? Assurdo! Ti ordino di divertirti”
Tebaldo: “Come volete Zio”

Juliette003: “Manca poco alle ventitrè o sbaglio?”
Paride: “Oh no, non sbagliate”
Juliette003: “Ricordate la vostra promessa?”
Paride: “Come potrei dimenticare?”
Juliette003: “Allora seguitemi nel salottino, c'è una bevanda che dovete gustare e che vi renderà audace”

Paride si fa baldanzoso, seppure nella sua maniera sempre un poco sonnolenta.
Entrano nel salottino.
Françoise gli dà le spalle, empie due calici di vino e in uno versa il contenuto del suo anello.
Brindano, depongono i calici, si guardano e Paride la cinge con le braccia.
Le loro labbra si avvicinano, gli occhi di Paride si chiudono, la testa e poi tutto il suo corpo cadono all'indietro su un divano ed il giovane cavaliere emette un pesante grugnito.
Sonnifero, del più potente, ma innocuo.
Il Principe Valium era fuori combattimento.
Juliette003 chiuse a chiave il salottino e raggiunse la sua stanza.
Indossato il costume da angelo, tremante per l'emozione, scese le scale di Capulet Mansion fino al luogo dell'appuntamento.

 

Scena Terza

 

Capulet Mansion ed il suo stupendo panorama in una notte di mezza estate

Romeo009 è sul ballatoio dello scalone, la festa è al culmine.
Vede Tebaldo avvicinarsi e preferisce evitarlo. Un pesante tendaggio di velluto verde copre la parete del ballatoio, da cui partono due scaloni laterali. Romeo009 si nasconde dietro la tenda, che copre un'immensa ed elaborata vetrata di purissimo cristallo aperta sul mare. LA vista è incantevole. Attraverso una fessura nei tendaggi gurada il ballatoio. Tebaldo scende nel salone e si perde nella folla. Sul ballatoio un bianca e leggiadra figura di angelo incede con passo leggero, le mani unite sul petto niveo, le chiome d'oro.....è il volto di lei, incoronato di luce, ingentilito da un sottile diadema di brillanti.
L'angelo muove alcuni passi indietro per lasciare il passo ad un gruppo di festosi invitati e si avvicina proprio alla fessura nei tendaggi. La mano di Romeo009 esce dalle coltri e si stringe intorno alla sua.
Lei ha un sussulto.
Romeo009: “Sono io, Juliette003”
Juliette003 (rimanendo immobile): “Oh...oh...Romeo...009?”
Romeo009 (guidandola delicatamente attraverso la coltre verde finchè non l'ha di fronte): “Sì, Romeo009”

Le coltri del tendaggio si richiudono. Sono uno di fronte all'altro, di profilo rispetto al mare, sopra di loro la luna e la sua scia argentea sulle acque, ed un'oceano di stelle che all'orizzonte sfuma nelle acque blu cristallo dell'oceano, appena increspate dalla brezza che incurva delicatamente le palme. Lentamente si tolgono le maschere. L'adorazione dei loro sguardi pare essa stessa luce.. I rumori della festa, attutiti dalla tenda, scompaiono dalle loro menti. Estasi, gioia, abbandono, passione, poesia; in quel silenzio irreale vi è tutto il loro universo. E' Romeo009 a rompere il silenzio, ma non l'incanto, stringendo la sua delicata mano fra le sue.

Romeo009: “Perdonate, Mio angelo, se io profano con la mia mano indegna questa sacra reliquia, perchè questo è il peccato dei pii. Le mie labbra, verecondi pellegrini, sono pronte ad addolcire il mio peccato con un tenero bacio”
Juliette003: “Fate troppo torto alla vostra mano, che ha mostrato ciò che in devozione si conviene, poiché i santi stessi hanno mani che i pellegrini possono toccare”
Romeo009: “Ed i santi stessi, non hanno labbra anche loro?”
Juliette003: “Sì, anch'essi, ma solo per pregare”
Romeo009: “Ed allora, cara santa, lascia che le labbra facciano ciò che fanno le mani, esse ti pregano, esaudiscile affinchè la fede non si cambi in disperazione!”
Juliette003: “I santi esaudiscono le altrui preghiere”
Romeo009 (la bacia, delicatamente): “Ecco, ho raccolto il frutto della mia preghiera e le tue labbra hanno mondato le mie di ogni peccato”
Juliette003: “Dunque sulle mie labbra rimane il peccato che ho tolto alle vostre?”
Romeo009: “Oh colpa dolcemente rimproverata! Rendimi dunque il mio peccato!”

La bacia di nuovo

Juliette003: “Non possiamo dunque che scambiarci peccati?”
Romeo009: “Possiamo scambiarci una promessa eterna, tu sai quale”

Juliette003 tace, in preda ad un'emozione talmente forte da spegnerle la voce.
All'improvviso riconosce la voce della balia.

Balia: “Signorina! Signorina! Vostra madre vi desidera!”
Françoise scosta un poco le tende e la Balia la trascina oltre.

Balia: “Eccovi dunque, vi ho cercato dappertutto!”
Juliette003: “Mi avete trovato”
Balia: “Che facevate lì dietro?”
Juliette003: “C-chi, io?”
Balia: “Chi c'era lì con voi”
Juliette003: “Un pellegrino.....”
Balia: “Sì, certo!”

Scosta la tenda e vedendo Romeo, riane di sasso.

Balia: (trascinando via Françoise)“Oh povera me!”
Juliette003: “Povera te, Balia, e perchè mai?”
Balia: “Sai che è quel giovane”
Juliette003: “Cosa sai di lui?”
Balia: “Quello che tu di certo non sai!”
Juliette003: “Dimmelo, allora”
Balia: “E va bene: quello è Joe Montague!”

Françoise si volta a guardare Rome009 via via che la Balia la allontana.

Françoise: “No! Non può essere vero! Il io unico amore nato dal mio unico odio! O sconosciuto che troppo presto vidi e troppo tardi riconobbi! Oh nascita d'amor tra le più rare che un menico esecrato io debba amare!”

Joe la vede sconvolta e non comprende.
Dietro di lui, Albert interviene.
Benvolio004: “Rimettiti al maschera, svelto! Cerchiamo gli altri e andiamocene. E' quella l'amata del tuo appuntamento? Le hai chiesto il nome?”
Romeo009: “Qual'è, dimmelo!”
Benvolio004: “Quella rara bellezza è Françoise Arnoux Capulet, la figlia dei nostri nemici!”
Romeo009: “Amore, mi hai reso folle, ora vuoi perdermi, ma tanto mi hai sospinto che non mi fermerai!”

Tebaldo nel frattempo tiene lo sguardo fisso su Romeo.

Tebaldo: “Questa sfacciata intromissione, che par che attiri qui tanta dolcezza, si muteràin amarissimo fiele”

Rientra in casa e vede sua cugina, abbandonata contro una colonna, che, sospirando ad occhi chiusi, si porta una mano alle labbra e la bacia.

 

Scena quarta

 

Il giardino di Capulet Mansion

La festa volge al termine.
Le auto escono dal cancello.
Anche quella di Mercuzio. Tutti sono stanchi ed alticci, tranne Romeo, lucido e determinato come non mai. Albert si è addormentato di colpo.
Romeo009: “Mercuzio, fermati e fammi scendere per un poco”
Mercuzio: “Problemi di sbornia? Meglio in mezzo alla natura che in macchina. Và e torna presto!”

Romeo009 andò ma non tornò affatto presto.

Bretagna: “Ragazzi, è sparito!”
Mercuzio: “In che modo?”
Bretagna: “Dandosela a gambe, suppongo”
Mercuzio: “E da chi. Da Rosalina? Romeoooo! Romeucciooooooo! Vieni, orsù, la dolce Rosalina ha altro a cui pensare!”
Rosalina: “E piantala, scemo!”
Geronimo: “Lasciatelo andare, è inutile cercare chi non vuol farsi trovare. Ha un suo segreto o vuol stare solo, andiamo”

Nel bosco, Romeo009 ode le battute di Mercuzio e le risate degli altri.

Romeo009: “Ride delle cicatrici altrui chi non ebbe giammai a soffrir ferita! MA come posso io andarmene quando il mio cuore è là dentro. E come posso lasciarla così senza scambiarci la nostra promessa? Quel muro di cinta è alto, ma non abbastanza per un folle. Un momento, quella luce, una finestra, ed una figura di fanciulla....con due ali d'angelo........gambe, reggetemi, ho bisogno di voi per raggiungerla. E' alla finestra e guarda il cielo!”

Romeo009 scala il muro servendosi di un rampicante. Alla luce della luna vede una corte interna con giardini, alberi ed una piscina piena d'acqua. Una scalinata porta alla stanza di Juliette003. La sola luce è la sua finestra.

Romeo009: “Quale luce vedo sprigionarsi da quella finestra? Quella finestra è l'oriente e Juliette è il sole. Levati, o sole, ad oscurare con i tuoi raggi la pallida luna; non rimanere sua ancella, tu che la vinci in splendore! Oh, sì, è l'amor mio! Ella mi parla senza dir parola”

Romeo009 salta dalla sommità del muro sul ramo di un albero. Tutto rimane silenzioso.
Protetto dall'oscurità si spinge fin sotto la finestra trattenendo il respiro.
Romeo009: “Con quanta grazia la sua gota poggia sulla delicata mano, e quante stelle nei suoi occhi! Un guanto vorrei essere su quella mano e toccar quella guancia”
Juliette003: “Ahimè.....”
Romeo009 (con le spalle al muro, proprio sotto di lei): “Parla ancora, angelo  luminoso”
Juliette003: “Romeo, Romeo! Perchè sei tu Romeo? Ah, rinnega tuo padre, ricusa il tuo casato o, se non puoi, promettimi amore eterno ed io non sarò più una Capuleti”

La sente ritirarsi dalla finestra, vorrebbe parlare ma all'improvviso le luci della corte si accendono. Corre a nascondersi, temendo la fine.
La vede discendere la scala che porta alla corte in camicia da notte, scalza e con i capelli sciolti. Cammina fino al bordo della piscina, si inginocchia su di esso e, con la mano, ne carezza l'acqua increspandola.

Juliette003: “Il tuo nome soltanto mi è nemico, e cos'è un nome? E' forse una mano, un piede, un braccio? La rosa, chiamata con altro nome, perderebbe forse il suo dolce profumo? Così se anche il mio amato dovesse cambiar nome non conserverebbe la cara perfezione ch'è la sua?”

Joe non credette alle sue orecchie. Uscì dal suo nascondiglio senza far rumore e si avvicinò. Lei era tanto assorta da non avvedersene.

Juliette003: “Rinuncia, Romeo, rinuncia al tuo nome, ed in cambio prenditi tutta me stessa!”
Romeo009: “Io ti prendo in parola!”
Juliette003: “Tu qui!!!!????”

Joe la abbracciò, lei lo ricambiò, ma mettendo un piede in fallo ed entrambi caddero fragorosamente nella piscina.
Il guardiano armato che accorse la vide fare il bagno vestita e sorridente.
Sorrise a sua volta e tornò al suo posto.
Joe riemerse dietro di lei riempiendosi d'aria i polmoni.
Si strinsero, con l'acqua alla spalle.

Juliette003: “Ma come hai fatto a penetrare qui dentro? Erti e scoscesi sono i muri di cinta”
Romeo009: “Le ali dell'amore non conoscono ostacoli”
Juliette003: “Ma se ti trovano qui ti uccideranno!”
Romeo009 “C'è più pericolo per me nei tuoi occhi che in cento loro spade! Basta che tu mi guardi con dolcezza perchè io mi senta come corazzato contro l'odio di tutti i tuoi parenti”
Juliette003: “Io però per nulla al mondo vorrei che ti trovassero”
Romeo009: “La notte mi nascose col suo manto, ma se tu non mi ami, che mi prendano e mi uccidano! Assai meglio per me è finire la vita che desiderare invano l'amor tuo”
Juliette003: “Oh, gentile Romeo, se m'ami dimmelo con lealtà. Se vuoi farmi morire, sono tua nemica: odiami e la mia morte sarà lenta oppure...”

Françoise mise la mano sul fodero dello stiletto di Joe, lo sfilò e si allontanò da lui, poi lo rivolse contro se stessa.

Juliette003: “Oppure se hai scelto di farmi morire, concedimi la misericordia. La punta è sul cuore, non devi che premere”
Romeo009: “Restituiscimi quella crudele lama, ti supplico. Usala su di me, non su di te, se pensi che io menta!”
Juliette003: “Mio adorato Romeo! E' per scambiarci un pugnale che sei qui?”
Romeo009: “No, per donarti la mia eterna promessa d'amore. Ti giuro, testimone la Luna...”
Juliette003: “Non giurare sulla Luna, quella mutevole, incostante bugiarda che muta di faccia continuamente.....giura sulla tua bella persona, l'idolo della mia venerazione, e tanto basterà perchè io ti creda. Ora dobbiamo lasciarci.....Dio mio, è tutto così......”
Romeo009: “Oh, vuoi lasciarmi così, insoddisfatto!”
Juliette003: “E quale soddisfazione pensavi d'avere da me stasera?”
Romeo009: “Di sentir ricambiare dalla tua bocca la mia promessa di eterno amore”
Juliette003: “Te l'ho data ancor prima che tu me la chiedessi. Buona notte, mio amato, il sonno discenda su di te soave come tutto è soave nel mio petto”
Romeo009: “Separarsi è una così dolce pena che ti direi addio fino a domani”

Si baciarono, poi si baciarono ancora ed ancora ed ancora ed ancora.
Infine Romeo009 si dileguò.

 

ATTO IV

 

Scena prima

 

Montague Palace

Benvolio004: “Dio ci perdoni........ti rendi conto di ciò che hai fatto?”
Rosalina: “Angeli e ministri di grazia, aiutateci!”
Romeo009: “Avete promesso di essere con me!”
Benvolio004: “Ho chiesto perdono al cielo, infatti!”
Rosalina: “Françoise Capulet.......e te......che intendi fare?”
Romeo009: “Sposarla, la nostra promessa di eterno amore ha segnato il nostro destino poiché ci vincola indissolubilmente”
Benvolio004: “Quello che hai fatto potrebbe scatenare una guerra civile. Tu dovrai dirlo a tuo padre e lei al suo, vogliamo immaginarci la reazione?”
Romeo009: “E tu immagina la mia, se dovessi perdere il mio angelo”
Benvolio004: “Dovremmo farci consigliare da persone più sagge di noi. Il mondo degli anziani è tanto complesso, e noi così poco lo conosciamo, da permettere sempre una via d'uscita ”
Rosalina: “Giusto! Uno di costoro è senz'altro Frate Lorenzo”
Romeo009: “E l'altro è il solo di questa casa capace di essere sempre calmo e saggio, nonchè di celare un segreto a fin di bene: Geronimo”
Benvolio009: “Vado a chiamarlo!”

Entra Geronimo, gigantesco pellerossa dal volto serio ma dallo sguardo intelligente ed umano.
Ascolta pazientemente tutto ciò che l'estasiato Romeo gli narra, ed è quasi sul punto di perdere il suo aplomb.

Geronimo: “Un'impresa che i poeti canteranno per secoli, mio padroncino. Potrebbe portare una guerra anche peggiore del passato.....ma potrebbe portare la pace, ed un matrimonio fra le due famiglie ne sarebbe il sigillo. Il Principe Della Scala vorrebbe la pace e l'unione delle due famiglie, potremmo trovare in lui un potente alleato. Anche io vorrei la pace, questa faida è orrenda e continua solo perchè violenza chiama violenza. Ma saggezza ed amore possono evitarla.”
Benvolio004: “Potremmo contattare il Principe tramite Mercuzio, è suo parente!”
Romeo009: “Stavo pensando la stessa cosa!”
Rosalina: “Io, parente di Françoise CapuletRomeo009: !”
Romeo009: “Ebbene? E' la più dolce delle creature e soltanto il suo nome ti è nemico! Ti ha mai fatto del male? Tu ne hai mai fatto a lei? E' per un nome, che vi riguardate come nemiche, senza quel nome faresti di quella dolce colomba la tua amica del cuore e le confideresti i tuoi affanni e lei altrettatno farebbe con te e...........basta! Sono stanco di violenza ed odio!”
Benvolio004: “La pace, in questa guerra, sarebbe la vera vittoria! Cugino, hai ragione da vendere!”
Romeo009: “Anche da spendere! Per prima cosa, parlerò con Frate Lorenzo!”
Romeo004: “Dopodichè sentiremo Mercuzio! Vai, Romeo!”

 

Scena seconda

 

Canonica della Chiesa di San Francesco, erboristeria di Frate Lorenzo

Frate Lorenzo: “Oh, grande e varia è l'interna virtù delle erbe, delle piante e delle pietre nelle loro naturali qualità e niente è così vile sulla terra da non rendere ad essa, in contraccambio, qualche particolare beneficio; così come non vi è cosa docile che, distratta dal suo naturale impiego, non si corrompa e divenga abuso”
Romeo009: “Buondì, Frate Lorenzo!”
Frate Lorenzo: “Chi mi saluta, così di buon mattino? Oh, sei tu, giovane Montague! Se saluti il tuo letto così di buon'ora devi avere qualche cosa per il capo. Oppure, essendo gli affanni appannaggio di noi anziani, il mio giovane cavaliere stanotte non è andato a letto! Dio perdoni il peccato! Come si chiama? ”
Romeo009: “No, Padre! Non ho peccato! Lasciate che vi narri. Stanotte sono stato ad una festa in casa del mio nemico e là....d'un tratto.....Cupido mi ha centrato al cuore col silenziatore.....sotto la forma di una creatura più partecipe del cielo che della terra, figlia di tutte le cose amabili e gentili”
Frate Lorenzo: “In casa del tuo nemico.....a Capulet Mansion! Oh Gesù!”
Romeo009: “Ma non è tutto qui!”
Frate Lorenzo: “Sì, quella splendida apparizione ti ha stregato! Voi giovani amate con gli occhi, non con il cuore!”
Romeo009: “No, non stavolta! Io....finita la festa ho scavalcato il muro di cinta di Capulet Mansion e sono andato da lei”
Frate Lorenzo: “A Peccare!”
Romeo009: “No! A farle promessa d'eterno amore e di sposarla. Ed ella me ne ha fatta una uguale. Non ho profanato quell'angelo con la lussuria......voglio sposarla e lei vuole sposare me”
Frate Lorenzo: “Da quel che mi dici deduco si tratti di una donna di quella casa”
Romeo009: “Beh......sì!”
Frate Lorenzo: “Una dama di compagnia?”
Romeo009: “No”
Frate Lorenzo: “Una cugina?”
Romeo009: “No”
Frate Lorenzo: “Una lontana parente?”
Romeo009: “Neppure”
Frate Lorenzo: “Una cameriera?”
Romeo009: “Oh no! Una della famiglia!”
Frate Lorenzo: “Andiamo figliolo, non scherzare! Non rimangono che Gloria Capulet e sua figlia”
Romeo009: “Possiamo escludere la madre”
Frate Lorenzo: “E non resterebbe che............”
Romeo009: “Eh.........la figlia”
Frate Lorenzo: “Françoise Capulet!!?? E tu sei andato da lei di notte, di nascosto.......ma ti rendi conto.........”
Romeo009: “Ormai è tardi per applicare il senno a quanto accaduto ieri”
Frate Lorenzo: “Ma possiamo applicarlo a quanto accadrà.......le vostre famiglie sono nemiche, ma ho raccolto voci di membri di entrambe che potrebbero essere favorevoli alla pace......ed un vostro matrimonio ne sarebbe il perfetto sigillo, le due case diverrebbero una!”
Romeo009: “Ed il principe ne sarebbe assai contento, e se tramite Mercuzio, suo parente e mio fraterno amico, gli prospettassimo la cosa.....”
Frate Lorenzo: “Sì, ma non possiamo agire avventatamente, se gettiamo loro in viso tutto quanto brutalmente il tuo comportamento verrebbe vissuto come un affronto e la guerra riprenderebbe scatenando anche la collera del Principe. Occorrono tatto e diplomazia.....inizierò io a parlare con tuo padre e con il suo, e valuteremo il da farsi........su chi puoi contare, figliolo?”
Romeo009: “Per il momento su mio cugino Albert, su Rosalina e sul mio servitore Geronimo. Solo loro sono al corrente dell'accaduto e vogliono la pace come noi”
Frate Lorenzo: “Bene, figliolo! Solitamente non amo agire di nascosto, ma questa volta sono certo di farlo con il sorriso benevolo di Nostro Signore”
Romeo009: “Verto, anche lui ci vuole bene, e vuole la pace! Quando ci rivedremo?”
Frate Lorenzo: “Tramite il mio novizio, Frate Giovanni, te lo farò sapere! Tutto ciò che ci siamo detti è sotto il segreto della Confessione! Dio ci benedica, mio caro figliolo!”
Romeo009: “Dio benedica anche voi e tutti i miei cari ed anche i miei nemici, e li muti in amici! A presto!”

Sycamore Beach

Mercuzio, Benvolio e Geronimo sorseggiano tre calici di pinacolada

Mercuzio: “Allora, il nostro Romeo è rientrato stanotte?”
Benvolio004: “Altrochè se è rientrato, e con grandi nuove”
Mercuzio: “E quali? Ha sedotto la figlia di Capuleti?”
Benvolio004: “O viceversa!”
Mercuzio: “Che accadde, dunque? Perchè o per chi ci ha piantato in asso?”
Benvolio004: “Quando arriverà, ti illuminerà lui, io non posso parlare!”
Mercuzio: “Ah, povero Romeo, trafitto al cuore da nera pupilla di candida fanciulla, rintronato in ambo gli orecchi da canzone d'amore, il cuore spaccato in due da un qiadrello dell'arciere bendato......”
Geronimo: “Guardate, i Capuleti! C'è anche Tebaldo”
Benvolio004: “Pare non badino a noi”
Mercuzio: “Che vengano, io non li temo!Evvia, che sarà mai questo Tebaldo? Il Principe dei Gatti? Il Capitano dei Salamelecchi! Si batte come tu canti un corale, con contrappunto!”

Mercuzio si alzza in piedi, fa ruotare la sua pistola sull'indice, la lancia in aria, la raccoglie al volo e mima stoccate.

Mercuzio: “Tiene il tempo, la misura, le pause: e uno, e due e alla terza te lo schiaffa in petto! Ah l'immortale affondo, e il suo rovescio, il suo toccato! E tutti a dirne 'Che spadaccino raffinato, che eleganza, che profilo!' E noi veniamo infastiditi da questi fanatici del bon-ton, da questi modaioli balbuzienti!”

Tebaldo, Sansone e Gregorio si avvicinano.

Tebaldo: “Buongiorno, messeri! Avrei da dire ad uno di voi due una parola!”
Mercuzio: “Una sola? Ad uno solo? Evvia, aggiungici qualcosa, magari una stoccata”
Tebaldo: “Sarei pronto anche a questo, se me ne offrite il destro”
Mercuzio: “Non potresti prenderlo da te, senza aspettare che ti venga offerto?”
Tebaldo: “Mercuzio, tu, d'accordo con Joe......”
Mercuzio: “Accordo!? Ci prendi forse per menestrelli?”

Risate dei presenti, tranne Geronimo.
Nel frattempo, si avvicina Joe Montague.

Tebaldo: “Sta bene Mercuzio! Ecco il mio uomo!”

Romeo009 si avvicina sereno.

Tebaldo: “Romeo, per il gran bene che ti voglio il men che possa dirti è: sei un vile!!”
Romeo009: “Tebaldo, la ragione che ho di volerti bene spegne in me la rabbia che vi accende codesto tuo saluto. Non sono un vile, e perciò ti saluto, si vede che non mi conosci!”
Tebaldo: “Non è così che ripari a tutte le offese che mi hai fatto!”
Romeo009: “Ti dichiaro che non ti ho mai offeso, anzi, ti aggiungo che mi sei più caro di quanto tu possa credermi, fin quando non conoscerai la ragione per cui ti voglio bene. E con questo, mio caro Capuleti, nome che mi è caro quanto il mio, ritieniti soddisfatto”

Geronimo annuisce con approvazione alla saggia condotta di Joe.
Tebaldo lo guarda perplesso.
Mercuzio freme.

Mercuzio: “Oh sottomissione pacata, mite, ignobile, e servile! Se tu non vuoi batterti, lo farò io! Tebaldo!”
Tebaldo: “Che cosa vuoi da me?”
Mercuzio: “Principe dei Gatti, soltanto una delle tue nove vite, e poi le altre otto!”
Tebaldo: “Ai tuoi comandi!”

Geronimo e Benvolio004 si avvicinano.

 

Romeo009: “Fermo, Mercuzio! Il Principe ha pronunciato la pena capitale per queste risse!”
Mercuzio: “Taci!”
Romeo009: “Tebaldo, lui non c'entra! Tu non sai quello che fai, non posso spiegarti ora.....stai commettendo un terribile errore”

Tebaldo sferra un pugno. Joe lo blocca e risponde con un altro colpo alla mandibola. Tebaldo estrae l'arma e cerca di sparare ma Joe lo disarma. Sansone e Gregorio intervengono a loro volta ma trovano Geronimo sul loro percorso. Sansone estrae la pistola ma Mercuzio fa fuoco e lo disarma. Mentre Romeo009 e Tebaldo lottano nella sabbia e Albert cerca di dividerli dalla pistola di Tebaldo parte un colpo. Mercuzio grida.

Romeo: “Mercuzio!”
Mercuzio: “Ferito, ohimè, colpito! E' solo un graffietto, ma potrebbe bastare! Ah! Maledizione! La peste....la peste ad entrambe le vostre famiglie, se sarò carne per i vermi! Siano maledette entrambe le vostre famiglie!”

In lontananza, le sirene delle guardie cittadine
Tebaldo è impietrito. Si alza e fugge verso la sua macchina, seguito dai suoi servi.
Geronimo fascia la ferita di Mercuzio che perde i sensi e pare morto.
Su tutta Sycamore Beach pare soffiare un vento di tempesta che ulula attraverso l'arco di pietra del vecchio teatro.
Romeo009 lancia un terribile urlo di dolore, si precipita verso la sua automobile e si getta all'inseguimento di Tebaldo. Riesce a speronarne l'auto facendola ribaltare. Sansone e Gregorio perdono i sensi, il sanguinante Tebaldo esce dall'auto mentre Romeo009 lo fronteggia fuori di sé.

Romeo009: “Tebaldo, tu mi chiamasti vigliacco, ora ti mostrerò che vile non sono! L'anima di Mercuzio è ancora sopra le nostre teste e non vuole allontanarsi da sola! E' in attesa della mia, o della tua! Della mia o della tua!!”

I due spianano le armi e fanno fuoco nello stesso istante.
Tebaldo cade, ferito. Perde i sensi, ma è vivo.
Romeo009, sempre fuori di sé, fugge in macchina.
Le ambulanze e le guardie arrivano poco dopo.
Poi i Capulet ed i Montague con le loro berline.
Infine il Principe con i suoi soldati.
Benvolio004 viene portato dinanzi al Principe.

Della Scala: “Benvolio, giura di dire tutta la verità e narrami come è iniziata questa strage”
Benvolio004: “Nobile Principe, io posso svelarti lo sciagurato svolgimento di questa contesa. Il focoso Tebaldo si fece avanti per primo ingiuriando mio cugino Joe, che gli rispose in tono mite, cercando di fargli comprendere la futilità di questa rissa. Tebaldo, sordo alle offerte di pace, estrae la pistola ed il valoroso Mercuzio estrae la sua arma sfidandolo. Mio cugino tentò di disarmare Tebaldo per impedire lo scontro ma durante la colluttazione Tebaldo sparò ugualmente ferendo Mercuzio e fuggendo inseguito da Joe, deciso a vendicare il valoroso Mercuzio. Se questa non è la verità, possa Benvolio morire qui!”
Gloria Capulet: “Il mio Tebaldo! No! Quel testimone è parente degli aggressori di mio nipote e l'affetto gli  fa dire il falso! Io ti domando un atto di giustizia, Principe: Joe Montague ha sparato a Tebaldo, Joe Montague deve morire!!”
Principe: “Vostro nipote, Madonna, ha versato il mio sangue. Chi pagherà allora per Mercuzio?”
Isaac Gilmoure Montague: “Non certo mio figlio! Joe ha fatto ciò che la legge avrebbe fatto: la morte di Tebaldo per il sangue di Mercuzio!”
Fulgencio Capulet: “Tuo figlio non è la legge! Anche tuo figlio era parte nella rissa!”
Carolyn Montague: “Neppure voi Capulet la siete! Tebaldo è il colpevole dell'accaduto, Joe ha solo reagito!”
Principe: “Sì, ma per farsi giustizia da sé e per questo crimine Joe Montague è bandito dalla nostra città. Se entro quarantotto ore da questo mio decreto non avrà lasciato Neo-Verona ordino che venga passato per le armi! Joe Montague è bandito!!”

 

ATTO V

 

Scena prima

 

Stanza di Françoise.

Juliette003 è nella sua stanza, inginocchiata con le mani giunte di fronte ad un'immagine della Madonna. Lacrime silenziose le rigano il volto. I suoi occhi sono abissi di dolore.

Juliette003: “Regina del Cielo, Madre di Misericordia, Dolce Vergine Santa, la mano del mio Joe ha versato il sangue di Tebaldo! Oh cuore di serpe celato da una maschera di fiorente bellezza! Un drago abitò mai una caverna così bella? Ci fu mai libro così ben rilegato che contenesse materia così vile?  Come può la perfidia abitare un così splendido palazzo? Oh Demonio dalle forme di angelo, opposto di ciò che sembri, santo dannato! Eppure non riesco davvero a capacitarmene, forse sono pazza ad inveire contro di lui! Egli non è nato per l'onta, l'onta si rifiuterebbe di sedere sulla sua fronte. Non vi è doppiezza, non può esservi menzogna in chi può donarmi tanto profondo sentimento! Dovrò dunque dir male del mio amore? Ah, mio povero signore, quale lingua accarezzerà il tuo nome se non lo faccio io?”

Central Hospital di Neo-Verona

Stanza di Mercuzio

Rosalina: “Mercuzio, oh Mercuzio!”
Mercuzio (con voce flebile): “Non piangere, piccola. Ci sono ancora. Ditemi, che ne è di Joe”
Benvolio004: “Ha inseguito Tebaldo ed i suoi sgherri e ne ha ribaltato la vettura, poi ha affrontato Tebaldo per vendicarti e lo ha ferito. Anche Tebaldo è qui! Guardie armate del Principe tengono i Capulet isolati da noi bloccando il corridoio e sorvegliando gli ingressi”
Mercuzio: “E che ne è stato del mio amico Joe?”
Benvolio: “Il Principe lo ha bandito! Ora è nascosto, sta bene, almeno nel corpo, a parte qualche graffio”
Mercuzio: “N-non ditemi dov'è, è meglio! Verrò interrogato e potrei tradirmi, sfinito come sono!”
Rosalina: “Povero Romeo!”

Sentono bussare alla porta.
Entra Bretagna

Bretagna: “Francoise Capulet chiede di parlarvi”
Benvolio004: “Falla entrare!”

Françoise entra. E' vestita di nero, porta sul capo un alto kolbak ed una veletta sul viso. Per un lungo istante Rosalina e Benvolio004 la guardano senza dire parola. La figlia di Fulgencio “Skull” Capulet è davvero bella, ha una sguardo dolcissimo e modi cortesi. E' lei a rompere il silenzio con la sua voce musicale.

Juliette003: “Perdonate se oso, sono Françoise Arnoux Capulet”
Rosalina: “Sei tu la figlia di Fulgencio Capulet”
Juliette003: “Sì, altro non posso essere, capisco la vostra perplessità. Come sta Mercuzio?”
Mercuzio: “Potrebbe andar meglio, potrebbe andar peggio, mia cara amica!”
Juliette003: “Oh, mio povero buon Mercuzio, è colpa mia se sei rimasto coinvolto!”
Mercuzio: “No, piccola Juliette! Tu non hai colpe! Siamo tutti coinvolti in questa lurida faida! Lei ha ferito me, ha ferito Tebaldo, ci impedisce di essere felici! Lei è il nemico!”
Juliette003 (in lacrime): “Anche io lo credo”

Rosalina la guarda, colpita.

Rosalina: “Dimmi, mia buona Capuleti, davvero vuoi la fine della guerra fra le nostre famiglie?”
Juliette003: “Con tutte le mie forze! Voglio la pace! Anche mia madre la desidera!”
Rosalina: “E vuoi anche il tuo Joe accanto a te”
Juliette003: “Tu sai......”
Benvolio004: “Anche io lo so, ed anche io voglio la pace. Il tuo matrimonio con Joe ne sarebbe il sigillo.”
Juliette003: “Joe, il mio Joe, è stato bandito e non è stato posto un termine al bando!”
Benvolio: “Finchè è vivo c'è speranza, lotteremo per ottenere la grazia dal Principe......la pace fra noi sta a cuore anche a lui, ma dovrai avere pazienza!”
Juliette003: “Lo attenderei per l'eternità! Vi prego, fatemelo incontrare prima che lasci la città, ditemi dove si nasconde! Voi lo sapete, vi supplico, anche lui vorrà incontrarmi!”
Benvolio004: “Non possiamo.......”

Françoise scoppia a piangere.

Juliette003: “Non torturatemi così, vi prego!”
Mercuzio: “Benvolio, io la conosco, non metterà in pericolo l'uomo che ama davvero più di se stessa, e quando la conoscerete, anche voi la amerete”
Rosalina: “Te lo diremo, ma fà in modo di non farti scoprire”
Françoise: “Parla senza timore, mia buona Montecchi”
Benvolio004: “Ancora una domanda: sei una Capulet, noi dei Montague, ma entrambi vogliamo la pace. Non è per tradire il nostro casato che ti aiutiamo, ma per un sogno di pace e concordia, l'unione della mia casa e della tua. Sarai dei nostri?”
Juliette003: “Sì, mio bravo Benvolio! Tutto ciò che desiderate, lo voglio anch'io!”

 

Cella di Frate Lorenzo

Romeo009: “Bandito! Bandito da Neo-Verona! Dio mio! Avrei preferito la morte ad una vita lontano da lei! L'esilio è per me morte sotto falso nome!”
Frate Lorenzo: “Finiscila, ingrato! Tu ti disperi? Tu osi disperarti? Tu, un uomo baciato dalla fortuna? Ami la tua Françoise, lei ti ricambia con tutto il cuore e tu ti disperi? Tebaldo voleva ucciderti, tu hai ucciso lui, e tu ti disperi? La legge, che avrebbe dovuto metterti a morte, ti diventa amica addolcendo la pena e tu ti disperi? Oh uomo pazzo dalla passione, vuoi darmi ascolto?”
Romeo009: “Se anche tu fossi giovane come lo sono io e quell'angelo fosse il tuo amore capiresti il mio tormento! Esilio!”

Picchiano alla porta.

Frate Lorenzo: “Corri nel mio studio, svelto! Eccomi, arrivo!”

Apre la porta.

Balia: “Siete voi Frate Lorenzo?”
Frate Lorenzo: “Sono io, brava donna! Cosa posso fare per voi?”
Balia: “La mia padrona, Françoise Capulet, vuole incontrarvi! E' disperata per il ferimento di suo cugino, non fa che piangere e vuole il vostro conforto!”
Frate Lorenzo: “Ditele di venire domani sera, in chiesa, alle ore venti. La attenderò e sarò a sua disposizione. Andate, e ditele di farsi forza!”
Balia: “Vado, sant'uomo, e grazie!”

Esce

Romeo009: “Il mio amore soffre a causa mia, il mio angelo piange ed io ne sono il colpevole.....dammi quel pugnale, merito la morte!”

Prende un coltello, ma Frate Lorenzo lo anticipa e glielo toglie.

Frate Lorenzo: “Ingrato verso il Signore e tutti coloro che ti amano! Smetti di piangere come una femminuccia e preparati ad essere forte per consolare la tua amata! Trascorrerai l'esilio su Neo-Mantova, ci terremo in contatto, otterremo il tuo ritorno chiedendo la grazie al Principe,   organizzando al contempo anche il vostro matrimonio! Dovrai essere paziente e forte, se davvero ami la tua Françoise, ed altrettanto lei dovrà esserlo! Se tu morissi di tua mano, uccideresti anche lei di dolore, e non sareste insieme neppure in un'altra vita perchè Dio non  ti perdonerebbe! No! La tua promessa d'amore, se è sincera, ti vincola a sopportare con gioia qualsiasi sofferenza!”
Romeo009: “La nostra reciproca promessa è sincera, più che mai! Sopporterò anche la lontananza, peggiore della morte!”
Frate Lorenzo: “Domani ella verrà qui, potrai parlarle! Sii forte!”
Romeo009: “Lo sarò”

 

Scena seconda

 

Il giardino botanico della Chiesa di San Francesco
Lo sguardo di Françoise corre sui fiori dalle corolle reclinate, come se sospirassero anche loro.

Juliette003: “Joe!!”
Romeo009: “Françoise!!”

Avrebbero mille cose da dirsi, ma riescono solo a piangere, uno nelle braccia dell'altro.

Romeo009: “Perdonami! Ti prego, perdonami!”
Juliette003: “Non sei tu, ma la faida...ti amo, ti amo, ti amo!”
Romeo009: “Quanto è dolce la pena di rivederti! Sei la donna di un bandito! Io ho ucciso Tebaldo, il tuo parente.......”
Juliette003: “No! E' vivo, è in ospedale, ce la farà! Anche Mercuzio è fuori pericolo!”
Romeo009: “Dio sia lodato! Non ho ucciso tuo cugino e Mercuzio è vivo!”
Juliette003: “Ci sono spiragli di luce, nella tua sventura”
Romeo009: “C'è la più intensa delle luci, quella del paradiso, da quando tu sei entrata nella  mia vita fatta di solitudine”
Juliette003: “Ti ho portato anche sofferenza, mio povero amore!”
Romeo009: “La accetto con gioia! Questo è un luogo santo......vorrei baciarti ma lo profanerei”
Juliette003: “Non può esservi sacrilegio nella tua anima pura, mio amato”

Juliette reclinò il capo e chiuse gli occhi.
Romeo la baciò delicatamente, sulle labbra.
Lei gli carezzò una guancia con il dorso delle dita.
Si separarono guardandosi negli occhi, con intensità sconvolgente.

Frate Lorenzo: “Figlioli, le guardie! Joe, anche se mi si spezza il cuore, devi andare! Tieni, il biglietto per lo shuttle!”

Romeo009: “Separarsi è una pena così dolce..........”
Juliette003: “Anche amare chi ha il coraggio di amare fino in fondo come fai tu........Forse non è che sofferenza, quella che possiamo scambiarci, ma l'unica cosa che temo è perderti!”
Romeo009: “Non è un'addio, non mi terranno lontano da te, io e te ci uniremo nel più santo dei vincoli e faremo cessare la vera fonte di tutte le nostre sventure: la faida!”

Il loro ultimo bacio, l'ultimo saluto da lontano agitando la mano.
L'automobile parte.
Romeo009 è bandito.

 

Scena terza

 

Capulet Mansion, camera da letto di Juliette003

Gloria Capulet: “Ebbene, come va ora, filgliola?”
Juliette003: “Meglio, madre, ora che sono certa che vi sia speranza per Tebaldo. Avremmo potuto perderlo, io.......oh, madre!”
Gloria Capulet: “Il dolore è segno di affetto, ma se eccessivo è segno di scarsa forza d'animo”
Juliette003: “Oh, no, madre, non è questa la ragione, anche Mercuzio, mio amico, ha rischiato di morire e proprio per mano di Tebaldo....ma perchè le persone che amo devono uccidersi tra loro?”
Gloria Capulet: “A causa di quel bandito di Joe Montague! Sapremo vendicarci di lui!”
Juliette003: “A causa di questa faida, madre, e tu lo sai”
Gloria Capulet: “Lo so, in fondo quel bandito ha pagato....non parliamo di lui, ma di te”
Juliette003: “Di me?”
Gloria Capulet: “Sì, sono qui per darti piacevoli notizie”
Juliette003: “Ben venga il piacere in simile momento! Che notizie, di grazia, mia signora?”
Gloria Capulet: “Dunque, dunque....bambina, tu hai un padre tanto premuroso che a sollevarti dalla tua tristezza ti ha preparato una giornata di felicità”
Juliette003: “E quale?”
Gloria Capulet: “Ecco, cara, proprio ieri il Principe Paride, quel degno gentiluomo, sarà felice di farti sua sposa nella Chiesa di San Francesco”
Juliette003: “Ma.......il Principe Valium?”
Gloria Capulet: “Ancora permane sulle tue labbra quell'indegno epiteto? Ha modi pacati, ecco tutto!”
Juliette003: “Ma.....così, all'improvviso! Perchè tutta questa fretta? Io....io non sono pronta a simile passo, non ora! E poi, con Paride.....piuttosto sposerei Joe Montague!”
Gloria Capulet: “Come? Ho ben udito?”
Juliette003: “Sì madre”
Gloria Capulet: “E' questa la tua ultima risposta”
Juliette003: “Madre, non è per sfrontatezza, per ingratitudine o follia........solo, vi prego, non forzatemi! Non posso che apprezzare quanto fate per me, ma da un simile passo non vi è ritorno!”
Gloria Capulet: “Tuo padre sta arrivando, glielo spiegherai tu!”
Juliette003: “Sì, madre.....cerca di capirmi almeno tu!”
Fulgencio Capulet: “Allora, piccola mia, ancora triste e stillante lacrime come una grondaia? Ebbene moglie mia, l'hai messa a parte di quanto abbiamo deciso per lei?”
Gloria Capulet: “Sì, marito mio, ma ella si rifiuta”
Fulgencio Capulet: “Un momento, dammi il tempo di capire.....ella.....si rifiuta! Non ci è grata del fatto che, indegna com'è, le abbiamo trovato un sì nobile partito?”
Juliette003: “Grata la sono, riconosco la bontà delle vostre intenzioni....non le sto disprezzando, lo giuro! Vi prego però, non me la sento, non ora, non subito!”
Fulgencio Capulet: “Cocchina mia, risparmiami i tuoi grazie, ci vuol altro per blandire la mia collera! Pensa a tenere in forma le tue gambette, che ti conducano dinanzi all'altare, oppure và all'inferno, lascia questa casa, vai a prostituirti, chiedi l'elemosina!”
Juliette003 (piangendo!): “Padre, vi supplico, è giusta la vostra ira, volete che implori pietà, lo farò, ma se avete ancora un minimo di affetto ricordate che vi voglio bene! Tanti anni di affetto, cancellati così, di colpo? Godete nell'umiliarmi? E' così, che mi recate gioia?”
Fulgencio Capulet: “Impiccati, sgualdrinella! Sei una maledizione!”
Gloria Capulet: “Ma.....hai perso il senno a dirle così?”
Balia: “Ma....signore....avete detto di lei cose orrende......è solo una ragazzina!”
Fulgencio Capulet: “Taci, serva! E tu, signorinella, ascolta bene: o ti mariterò a questo mio amico, o ti disconoscerò come mia prole! Se non sei pronta a sposarti, stai pronta a diventare una rinnegata!”
Juliette003: “Madre, madre, cosa devo fare, cosa posso fare”
Gloria Capulet: “Non ho più nulla da dirti, dipende tutto da te”
Juliette003: “Balia.....oh povera me! Infelice, qualunque cosa io decida! MA cosa ho fatto, per meritare solo sciagure?!”
Balia: “Non tutti i mail vengono per nuocere, a pensarco bene, quel Paride è davvero un'ottimo partito, ti aspetta un felice matrimonio, adesso puoi sentirti smarrita, ma fatto quel passo tutto andrebbe a posto.....e chi avresti preferito, qiel Montague che ha sparato a Tebaldo?”
Juliette003: “Sì, lo preferirei! Lui non dorme in piedi, ed ha coraggio!”
Balia: “Che mi tocca sentire! No, tu parli così perchè sei sconvolta!”
Juliette003: “Bene, mi hai consolata magnificamente. Ora sono calma, vai pure!”
Balia: “Metterai giudizio?”
Juliette003: “Lo farò subito, Balia. Chiama mia madre e dille che, pentita della mia ingratitudine, vado da Frate Lorenzo a confessarmi. Solo una cosa chiedo! Qualche giorno di attesa, nient'altro, per rimettermi da tante emozioni”
Balia: “Corro!”
Juliette003: “Sì, corri! Mi consiglierò con il santo frate, tenterò ogni mezzo........ma se vorranno separarmi per sempre da Romeo, un mezzo per sottrarmi alle nozze ce l'ho, la morte!”

Andò ad aprire una piccola cassaforte nascosta e ne trasse una piccola pistola automatica, che nascose nella borsetta.

 

Scena quarta

 

Cella di Frate Lorenzo

Frate Lorenzo: “Tre giorni!”
Paride: “Tale è la volonta del padre della sposa, vorrei che scadessero domani, ma saprò attendere”
Frate Lorenzo: “Tuttavia.......mi dite che l'avete incontrata una volta sola ad un ballo, poi, mentre parlavate, un misterioso malore vi ha fatto perdere i sensi e vi hanno trovato addormentato in un salottino di casa Capuleti? Quanti bicchieri del generoso padrone di casa avete svuotato, mio giovine virtuoso?”
Paride: “Beh, io...........mi ricordo solo il primo, preso dalle sue delicate mani, e poi....il buio”
Frate Lorenzo: “Non avete quindi potuto conoscervi molto, come siete certo dei suoi sentimenti?”
Paride: “Suo padre vuole farla felice per strapparla alle sue lacrime, lo reputa salutare per lei, ed io sono certo di farla felice. Ella non può giudicare cosa è bene per sé, noi sì”

Entra Juliette003:

Juliette003: “Grazie per avermi soccorso da me stessa, nobile principe”
Paride: “Non fraintendere, mia sposa, intendevo dire......”
Juliette003: “O dormire, come faceste alla festa?”
Paride: “Perdonatemi, non ressi all'emozione di trovarmi al cospetto di tanta grazia.....”
Juliette003: “Io ressi, invece, signore”
Paride: “Siete qui per confessarvi con questo santo padre?”
Juliette003: “Rispondervi equivarrebbe a confessarmi a voi”
Paride: “Non gli nascondeterete che mi amate, come fate con tutti”
Juliette003: “Mi riesce, in effetti, assai bene........per il dolore che mi opprime, è ovvio!”
Paride: “Il tuo volto è sciupato dal troppo lacrimare!”
Juliette003: “Era già brutto, di che vi preoccupate”
Paride: “Non calunniatelo, esso è mio!”
Juliette003: “A tempo debito, è per devozione che sono qui. Padre, potete confessarmi ora o devo attendere l'ora di compieta?”
Frate Lorenzo: “Adesso, adesso, mia angustiata figliola! Signore, devo pregarvi di lasciarci soli per un po'”
Paride: “Non sia mai ch'io non rispetti le pratiche di devozione. Per ora, mia sposa, accetta un casto bacio”

La bacia sulla guancia, lei rimane di ghiaccio, poi entra nella cella.

Juliette003: “Padre, oh padre! Non mi resta che il vostro conforto! Non ditemi anche voi che il mio destino è segnato........voi potete consigliarmi........mettete da parte ogni cautela, la disperazione mirenderà fortissima!”
Frate Lorenzo: “Mia cara, non cedere! Ragiona! Vuoi rischiare il tuo futuro, venire cacciata di casa, vivere la bando anche tu?”
Juliette003: “Padre, se avete un'idea, qualunque essa sia, se vi è un modo, per quanto periglioso, non mi tirerò indietro.....se non c' è......allora ricorrerò alla sola fuga che mi resta!!”

Estrae la pistola dalla borsetta, scarrella e se la punta alla tempia.

Frate Lorenzo: “Per amor di Dio! No! Abbassa quell'arma! La passione ti rende folle?”
Juliette003: “Se non vuoi che lo faccia, aiutami!”
Frate Lorenzo: “E va bene, forse c'è un modo”
Juliette003: “Parla! Dimmelo! Fosse anche di dormire in un nido di serpi, lo farò”
Frate Lorenzo: “Se sei pronta ad affrontare la morte reale, allora potrai affrontare anche una morte apparente. Fra le mie ampolle ve n'è una di un preparato che dà quarantotto ore di morte fittizia. Sarai come morta e ti deporranno nella cappella dei Capuleti per tre giorni, prima della sepoltura. Io informerò il tuo Joe del fatto che in realtà sei viva, e quando ti sarai rianimata, io, fingendo di svolgere i miei uffici religiosi, ti aprirò la porta della cripta. Ciò impedirà le nozze ma...A questo punto, dovrai fuggire anche tu a Neo-Mantova, dove sposerai il tuo amore, ed il vostro matrimonio potrà forse portare alla pace e verrete perdonati”
Juliette003: “Dio mio, è un'avventura folle, ma è tutto ciò che mi resta. Come raggiungerò Neo-Mantova?”
Frate Lorenzo: “Occorrono documenti falsi ed il biglietto per lo shuttle”
Juliette003: “Tramite qualcuno di cui possa fidarmi”
Frate Lorenzo: “Hai qualcuno di cui possiamo fidarci?”
Juliette003: “Benvolio004 ovvero Albert Heinrich, il cugino di Joe. L oso! E' un Montague........Mercuzio è in ospedale, non mi resta che lui! Ti scongiuro, so di approfittare della tua bontà, ma almeno tu non respingermi, tu che conosci la mia pena.....è per amore che agisco così, non per incoscienza! Ricorda, o il mio Joe, o la morte! Altro non mi concede il mio cuore!”
Frate Lorenzo: “Ah, Dio mi perdoni! Se cedo, è per compassione! ”

 

Scena quinta

 

Capulet Mansion

Gloria Capulet: “Allora figliola, sei pronta per il giorno più importante della tua vita?”
Juliette003: “La sono, madre. Ti prego solo di lasciarmi dormire sola, stanotte. Voglio restare sola con i miei sentimenti. Lascia che la Balia dorma con te”
Gloria Capulet: “Come desideri, bambina mia! Vieni Balia, lasciamo sola la nostra giovane sposa”
Juliette003: “Addio madre! Addio padre! Addio, mia casa! Chissà cosa sarà di me.....mi tremano le vene, come posso essere certa che questa fiala no mi ucciderà? Forse dovrei rinunciare  ma......Paride.........no.......no! Non posso!”

Vuota d'un fiato al fiala e si mette a letto.

Juliette003: “Dio mio, l'ho fatto davvero, sono pazza....ho paura.......entrerò in una tomba.......Joe, Joe!......Joe.......”

Mattino

Balia: “Padroncina! Padrona! Sceglia, agnellino mio! Sposina, madamigella, fanciulla! Ho capito, sapendo che le prossime notti dormirai poco vuoi farti la provvista!  Ma che sonno duro! Su!........ma, come sei fredda........Dio mio, non respiri.......Aiuto! Correte! Aiuto! E' morta, è morta!”
Gloria Capulet: “No, tu menti! Non è vero! Françooooise!”
Balia: “Oh, giorno di sventura! Perchè quel fiore e non  io!  Prenditi me, destino cieco e crudele, e restuiscicela!”
Fulgencio Capulet: “Oppresso, disprezzato, torturato, odiato, ucciso, tutto, ma non questo! Anima mia, bambina mia, con te è sepolta ogni mia gioia.............piccola dolce rosa, il fiore più bello di tutto il giardino......pura ed innocente, quando tanti malvagi vivono!”
Gloria Capulet: “Tutti i preparativi fatti per la festa servono ora ad un tetro funerale!”

Cella di Frate Lorenzo

Benvolio004: “Padre, avete avvisato Joe?”
Frate Lorenzo: “Ho tentato di mettermi in contatto, ma i telefoni non riescono a comunicare! Tuttavia ho inviato al suo indirizzo un messaggio tramite corriere super rapido. Se ci sono problemi di comunicazione, anche la notizia dell'accaduto dovrebbe arrivare tardi a Neo-Mantova”
Geronimo: “Noi siamo pronti. Grazie a Mercuzio, abbiamo documenti e pass. Qunado avverrà il risveglio della piccola defunta?”
Frate Lorenzo: “Domani notte! Dobbiamo anadre prima, però, ed attendere pazientemente il suo risveglio, è necessario che abbia vicino volti noti, o rischierà un trauma........Signore, ti chiedo perdono per averle dato quella fiala maledetta!”
Rosalina: “Se non lo aveste fatto, Padre, si sarebbe tolta la vita. Ama troppo intensamente per vivere senza l'amato. Lo hanno voluto le stelle, Padre, non voi”
Benvolio004: “Mi preoccupa però la reazione di Joe ”se dovesse giungergli la notizia della morte di  Françoise prima delle nostre spiegazioni.......maledizione! Non ci avevamo pensato!”
Rosalina: “E chi avrebbe avuto il tempo di pensarci? Siamo stati travolti dagli eventi, ed abbiamo fatto ciò che potevamo! E se uno di noi raggiungesse Joe per svelargli il piano?”
Geronimo: “Vado io!”
Benvolio004: “Il prossimo shuttle parte fra sei ore, vieni, andiamo!”

Neo-Verona

Il Camper in cui Joe vive temporaneamente, in una zona desertica adibita a colonia per le persone bandite.

Romeo009: “Ora conoscete la mia storia!”
Banditi: “E bravo il nostro playboy!”
Primo Bandito: “Certo che hai avuto un bel coraggio!”
Secondo bandito: “Ed una bella sfortuna!”
Terzo Bandito: “Sei un bravo ragazzo, non meriteresti di stare qui!”
Secondo bandito: “Cosa hai in mente per il futuro?”
Romeo009: “Sposarla, non chiedo altro! Sposarla o morire”
Primo Bandito: “Credi che ti aspetterà? Anche se la tua famiglia si muoverà per farti avere la grazia, chi potrà dire quanto ci vorrà?”
Romeo009: “Mi attenderà, ne sono certo!”
Terzo Bandito: “Oggi sono riuscito a ricevere un poco di notiziario, si parlava proprio di Neo-Verona, di un matrimonio organizzato fra un nobile e la figlia di una famiglia importante, il cognome non lo ricordo, mi pare.......”
Romeo009 (sentendosi gelare): “Capulet per caso?”
Terzo Bandito: “Sì, mi pare”
Romeo009: “E che altro udisti! E' importante, ti prego!”
Terzo Bandito: “Ehi, che ti succede?”
Romeo009: “Lascia stare, ti prego, è importante che tu mi risponda!”
Terzo Bandito: “Io non ho udito nient'altro, ma se vuoi notizie più precise, dovresti rivolgerti ai contrabbandieri, loro hanno apparecchi ben superiori ai nostri semplici televisori”
Romeo009: “Portami da loro, ho di che pagare, non temere!”
Terzo Bandito: “Sia come vuoi!”

Geronimo
Arriva a rotta di collo su una macchina noleggiata all'indirizzo di Joe.
Non c'è nessuno.
Vede l'avviso di giacenza lasciato dal corriere.
Chiede ai vicini di Joe, ma non sanno nulla di utile.
Joe non sa.
Geronimo lo cerca nei dintorni, poi decide di attenderlo al camper.
Si fa tardi, ma Joe non rientra.

 

Joe legge la stampa della terribile notizia.
 
Romeo009: “Vita, a che mi servi ormai? Stelle, stanotte vi sfido! Juliette, giacerò con te stanotte! Come ti promisi, saremo insieme per sempre! Destino, io ti spregio! Che mi arrestino, che mi uccidano! Françoise, per l'ultima volta giacerò con te, ti abbraccerò per sempre! Nulla mi fermerà. Contrabbandiere!”
Contrabbandiere: “Cos'è quella furia, ragazzo!”
Romeo009: “Devo essere a Neo-Verona in nottata!”
Contrabbandiere: “Noi non lavoriamo per la gloria, ragazzo!”
Romeo009: “Questi bastano?”
Contrabbandiere: “Sicuro!”
Romeo009: “Portami dalla mia sposa senza fare scherzi, stai parlando con un uomo disperato! Sono armato e so usarla!”

Joe gli mostra la pistola.

Contrabbandiere: “Non sei molto in regola allora, mio giovane avventuriero!”
Romeo009: “Chi lo è, fra noi?”
Contrabbandiere: “Ok, affare fatto! Hai trovato al tua nave!”

 

Geronimo, nel frattempo,  tentò allo spazioporto, ma inutilmente.
Quando le comunicazioni vennero ripristinate Geronimo avvertì Benvolio004 del suo fallimento.
Joe non aveva con sé il telefono cellulare.
I tentativi di chiamarlo erano inutili.
Sbarcò presso una vecchia banchina abbandonata e si allontanò fuori di sé.
Vide una vecchia vettura ferma, ne sfondò li vetro e la mise in moto, diretto verso la città.
Si fermò presso la bottega di uno speziale.

Speziale: “Chi grida così a quest'ora?”
Romeo009: “Senti, brav'uomo, vedo che sei povero. Ho per te quaranta ducati: procurami una dose di veleno, il più istantaneo e letale”
Speziale: “Ho quella droga, signore, ma la pena di morte attende chi ne faccia commercio”
Romeo009: “Non temere la morte, temi piuttosto la tua miseria!”
Speziale: “E' la mia miseria che acconsente, non la mia volontà”
Rome009: “Ed io pago di te la miseria, non la tua volontà. Ecco il denaro.”
Speziale: “Ecco il veleno.”

Riparte, evita una pattuglia di guardie, poi un'autopattuglia nota il vetro sfondato dell'auto e segnala la targa alla centrale, scoprendo che l'auto è rubata.
L'inseguimento inizia.

Mercuzio: “Le onoranze funebri al defunto angelo sono terminate. La stanno ponendo nel sepolcro. Oh, come avrei voluto sollevare tutti dal dolore svelando che quella piccola morta in realtà è solo addormentata. Che piega dolce avevano le sue labbra anche in quel sonno al confine con la morte! Romeo, amico mio, ho dovuto distogliere lo sguardo per non innamorarmene anch'io...........sarebbe davvero bella se......ah! Maledetta ferita, sempre dolorosa ma meno grave del previsto.........non vi è molto che io possa fare, però..........ho udito che difficili sono le comunicazioni con Neo-Mantova ed un pensiero balzano mi si affaccia alla mente: e se il mio amico non la sapesse viva e la credesse morta? Fuori di sé che farebbe? Si toglierebbe la vita.........ma non lontano da lei! Probabilmente faccio un'idiozia, ma una in più in aggiunta annali già tanto corposi farà un danno in proporzione ben scarso, ed un gran bene se ho visto giusto.....fra pazzi ci capiamo, mio caro Romeo!”

Mentre Frate Lorenzo e gli altri cercano di contattare Joe, Mercuzio, che ha partecipato alla cerimonia come amico di Françoise, segue la famiglia nel sepolcro e, con discrezione si apparta abilmente. Nessuno si accorge di lui. La pesante pietra si chiude, e la luce dei ceri diviene più arancione ed intensa.

Mercuzio: “Ah, ferita dannata, forse ti ho sottovalutato. Juliette, se Romeo non verrà....come spiegherò la mia presenza qui......oh, la vista mi si annebbia, no, se perdo i sensi è finita, vi sarà un vero morto qui dentro.......io........quest'aria malsana mi brucia i polmoni”

Mercuzio attende, nell'oscurità.
La ferita lo tormenta. Ed è costretto a sdraiarsi in un dei sepolcri di pietra.

Mercuzio: “Adatto per riposare..........ma non devo eccedere.......non svenire, Mercuzio....non svenire......non svenire......o è finita per te e forse per il povero Romeo........Frate Lorenzo arriverà.........non fargli trovare un cadavere.....ma, un momento, spari! Questi sono spari!.....”

 

Romeo009 è sceso dall'auto di fronte al mausoleo dei Capulet.
E' fuori di sè.
Un'elicottero della polizia lo illumina.
Nel cerchio di luce, Joe tiene in ostaggio il povero custode del cimitero.
Le macchine della polizia arrivano con stridore di gomme e trasformano la notte in una infernale discoteca.
Le sirene fanno da contrappunto al fragore dell'elicottero.
Joe indietreggia verso al porta del mausoleo spianando l'arma contro il suo scudo umano.

Romeo009: “No! State indietro! Non potete fermare un uomo disperato! Volgio solo giacere con la mia sposa! Non occorre spararmi, tra poco morirò di mia mano. Non voglio la morte di altri, solo la mia!!”

Il principe giunge sul posto, cede l'ostaggio ed ordina di non sparare.
Anche Frate Lorenzo, Benvolio e Rosalina, ma il cordone di poliziotti impedisce loro di avvicinarsi.

Frate Lorenzo: “Oh Dio mio, puniscimi! Puniscimi per la morte di quel giovane! E se non lo farai tu, mi consegnerò alla giustizia!”

Giunto al portone del cimitero, lo apre con le chiavi del custode, si libera dell'ostaggio con uno spintone e se lo chiude alle spalle. Non tratterrà a lungo gli inseguitori ma basterà. I ceri accesi per segnare il percorso del feretro lo guidano alla porta del sepolcro dell'amata.
         La apre a colpi di pistola ed entra nella cripta dei Capulet.
Mercuzio giace semisvenuto in un sepolcro.
Romeo009 non se ne accorge, non ha occhi che per lei!

Romeo009: “Mia dolcissima amata, mia angelo, mia unica ragione di vita, devo credere che anche l'angelo della morte sia capace di amore e che quel mostro aborrito ti trattenga fra queste tenebre per farti sua sposa? La morte che assorbì l'ambrosia del tuo alito non potè distruggere la tua bellezza, tu ancora non sei vinta”

Un lieve fremito attraversa la mano sinistra di Juliette003.
Megaro riprende i sensi, ha la vista annebbiata, si trascina verso Joe premendosi il fianco, non riesce a parlare.

Romeo009: “Occhi, ammiratela per l'ultima volta, braccia, cingetela per l'ultima volta”

Leva la fiala, se la porta alla bocca, e la mano di Mercuzio gli afferra il polso e gliela rovescia.
“Mercuzio, che fai qui?”
“Ella vive. Vive! E' solo drogata, ha, ahiaiai! Non fare pazzie! ”
“Come......cosa.....no......non mentirmi..........no......è vero!!”

Françoise apre gli occhi, dolcemente.
Si leva dal sepolcro.
Crede di essere nella sua stanza ed invece......

Romeo009: “Juliette!!”
Juliette003: “Oh tu, tu qui!”

Corre incontro a Joe, lo abbraccia, si scambiano un rapido bacio e si chinano su Mercuzio.

Romeo009: “Mercuzio, non muoverti!”
Bartolomeo della Scala: “Nessuno si muova!”

Il sepolcro è pieno di guardie con le armi spianate.
Il principe Della Sacla guarda esterrefatto la rediviva Juliette.
Frate Lorenzo, Benvolio e Rosalina entrano a loro volta, accompagnati da alcune guardie.

Guardia: “Nobile Principe, si aggiravano nei dintorni, e li abbiamo fermati”
Bartolomeo Della Scala: “Chiariremo anche questo!”

Romeo 009 alza le mani in segno di resa.

Bartolomeo della Scala: “Mercuzio! Barellieri! Soccorretelo.........non parlare, nipote, le spiegazioni a dopo! E tu, fanciulla, sei forse uno spettro?!”
Juliette003: “No, mio Principe. Finsi la morte con una droga per non sposarmi con Paride”
Bartolomeo della Scala: “Fornita da chi?”
Frate Lorenzo: “Ahimè, nobile Principe! Da me! Mia è la responsabilità di ciò che vedi! Ti renderò piena confessione! Potrai punirmi come vorrai!”
Bartolomeo della Scala: “Narra dunque, sant'uomo”

Con le lacrime agli occhi, Frate Lorenzo racconta del complotto.
Joe narra di come Mercuzio gli abbia impedito il suicidio.

Il Principe medita in silenzio sulle sue parole, poi decide:

Bartolomeo Della Scala: “Capitano!”
Capitano: “Comandi!”
Bartolomeo Della Scala: “Che due veloci pattuglie convochino immediatamente qui I messeri Montague e Capulet!”

Joe e Françoise sbiancano all'idea di affrontare le loro famiglie.

Bartolomeo Della Scala: “Non temete, figlioli. Gioite piuttosto, poiché vi perndo sotto la mia protezione e nessuno vi toccherà. Il vostro desiderio di sposarvi diverrà anche mio, pichè stanotte, finalmente sigleremo la pace fra le vostre case!”

Entrano i Montague ed i Capulet.

Isaac Gilmoure Montague: “Ma cosa vedo,figlio mio.........e......ma lei....tu....”
 Carolyn Montague: “Filgio mio.....”
Fulgencio Capulet: “Françoise!!!!”
Gloria Capulet: “Oh Dio! Io.........oh cielo! Sei viva! Ma come hai potuto ingannarci........mi hai fatto il cuore a brandelli!”
Bartolomeo Della Scala: “Vi ho qui convocati perchè possiate finalmente ammirare quali sarebbero stati i frutti del vostro odio insensato! E' per il loro amore impossibile che essi hanno agito così! Ed ora, qui, tu, Montague, e tu, Capulet, siglerete la pace. Dinanzi a me vi stringerete la mano e come fratelli vi abbraccerete! Questo sarà anche il consenso al matrimonio dei più bei fiori del vostro casato!”

Nel silenzio che segue, Isaac Gilmoure Montague e Fulgencio “Skull” Capulet si incontrano davanti al Principe.
Si stringono al mano e subito dopo si abbracciano fraternamente.
Bartolomeo  della Scala: “Joe, Françoise, venite voi ora”

I due giovani sono di fronte al Principe.

Bartolomeo Della Scala: “Il tuo bando è revocato, giovane Montague, a condizione che tu sposi cotesta fanciulla. Saprai ottemperare al mio Decreto?”
Romeo009: “Mio Signore, vorrei trovare i milioni di parole necessari per lodare tanta bontà e misericordia........”
Bartolomeo Della Scala: “Françoise Arnoux Capulet, io ti sciolgo dall'obbligo di sposare mio nipote Paride, che in questo momento sarà senz'altro a dormire, e ti vincolo ad altra promessa!”

Il Principe unisce le loro mani.
Ovunque è un'esplosione di gioia.

Benvolio004: “Oh, giorno felice! Evviva gli sposi! Evviva la pace! Mille Hurrah per il nostro Principe!”
Rosalina (piangendo di gioia): “Finalmente Amore ci ha aperto gli occhi, o giorno di gioia!”

 

 

 

Nota: non me ne voglia il Bardo di Stratford-on-Avon per essermi preso una certa libertà nel finale, ma in tutte le rappresentazioni del capolavoro originale (suo, non certo mio, magari!) quei due poveri ragazzi muoiono sempre. Per una volta, ho concesso loro la grazia. Spero che altrettanto facciano con me i miei due o tre lettori.

Steve Costigan

 

© 04/11/ 2015

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